...da vecchio praticante di quest'arte vorrei precisare che Momo ha omesso (forse un po' volutamente!
) uno dei fattori basilari della cosa, che più che una filosofia, cosa che in parte può anche essere (c'è chi vede filosofia ovunque!), è innanzitutto praticità. Combattimento reale con tutte le incognite di imprevedibilità che può avere uno scontro da strada e con tutte le implicazioni "anti etiche" che la situazione può creare! In pratica, il creare il maggiore e peggiore danno possibile con il minor sforzo e con la maggior velocità possibile, indipendentemente da una sorta di "estetica" di combattimento! Il tutto basato chiaramente con la non cooperazione totale dell'avversario (palesemente implicita nella maggior parte delle arti marziali), e con la praticità e l'efficacia di un attacco o una difesa, senza badare alla controproducente (e in pratica idiota e fine a se stessa!) "spettacolarita" di tecniche obsolete al riscontro pratico.
Non quindi una filosofia di vita, ma "vita" all'atto pratico!
Niente di poetico quindi, solo pura efficacia!
Spaziando dalla Thai box al pugilato puro al Kali filippino (
), lotta greco romana fino agli estemismi fisico-mentali DEVASTANTI (Momina prova a chiedere in merito delucidazioni in materia ai tuoi istruttori!) del Pencak Silat!