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Cosa genera le icomprensioni?

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2004 18:00
11/11/2003 16:33
 
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Pur essendo tutti animati da buona volontà e voglia di capire
talvolta anche le persone migliori cadono in errore e si genera il conflitto ( pur piccolo che sia).
In alcuni casi si generano fratture che occorre tempo per poterle restaurare, eppure i motivi ed i contesti erano veramente , non dico banali, ma certamente secondari.
Secondo voi, cosa genera quei momenti di conflitto, nonostante la loro brevità ed inutilità ( per fortuna )?


---

Un T:.F:.A:. Hiram
11/11/2003 19:18
 
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Dico quello che fa cadere me in errore.

Quando non mi concentro sull'argomento della discussione ma sul far prevalere la mia ragione.
Quando non ascolto.
Quanto credo di avere la verita' in testa con la sicurezza incredibile di avere gia' valutato tutte i possibili punti di vista.
Quando l'altro non mi piace (anche se non ha "fatto" niente volontariamente).
Quando valuto con fretta.
Quando mi sento attaccata (o le persone cui tengo).
Quando non vedo che sto facendo del male.

In questi (e temo molti altri casi) perdo di vista l'obiettivo reale e mi arrocco su una posizione che difendo fino all'imbecilita'(credo si chiami orgoglio). [SM=g27813]


---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


14/11/2003 15:02
 
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Arietta come sempre districhi con efficacia i nodi :)
Io aggiungo l'ignoranza (non nel senso più brutto del termine)
che porta a non essere obiettivi e realistici.


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______________________

Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
15/11/2003 22:48
 
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Secondo me la radice di tutto è proprio il non ascoltare.
Ci sono momenti in cui vogliamo ascoltare solo noi stessi e l'altro
diventa solo un rumore di fondo.
Non ascoltare significa anche smettere volontariamente di cercare
di comprendere l'altro, chiudersi in una monade comunicativa, in una
specie di corto circuito, che impedisce ogni reale colloquio.
E allora perchè cessiamo di ascoltare?
Secondo me perchè ciò che ci viene comunicato in quel momento ci fa paura.
E' da vedere il perchè di questa paura, che però è alquanto soggettivo.


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
18/11/2003 12:06
 
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E se fosse riconducibile al bisogno psicofisico di agonismo, in pratica un'atteggiamento ormai fine a se stesso ma retaggio di lontane diffidenze? Può essere che il nostro smettere di comunicare sia una reale esigenza in alcuni momenti.
18/11/2003 12:33
 
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Eccoti Fenris!
[SM=g27824]
Innanzi tutto "Finalmente!" la tua mancanza la sentivamo tutti.
Ed ecco un 'osservazione che ci riporta all'atavicità del comportamento. In effetti, durante il dibattito, potrebbe velarsi una non intenzionale, ma istintiva, voglia di supremazia.
Ogni essere umano è frutto della sua esperienza e potrebbe aver bisogno di avere consensi per percepire di essere nel giusto. Mentre nel contraddittorio percepisce una perdita di identità che l'orgoglio interpreta come una rinuncia o l'essere posti in secondo piano. Sente, nei confronti di se stesso, uno sminuire il proprio valore.
Cosa ne pensate voi?


---

Un T:.F:.A:. Hiram
18/11/2003 15:53
 
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Si, ma questo succede durante la discussione: ho bisogno di prevalere, non mollo la presa.
Ma la
causa che genera le incomprensioni qual'è?

Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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18/11/2003 21:54
 
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Forse...
Le mille sfaccetature della verità?


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Un T:.F:.A:. Hiram
18/11/2003 22:59
 
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Forse...la cocciuta sicurezza di possedere l'unica verita?


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


19/11/2003 08:52
 
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Non credo...
No, io parlavo di PAURA... e secondo me è la paura di non possedere la verità
e questa insicurezza fa temere ed allontanare il confronto con l'altro...

[Modificato da MAGUS ALTAIR 19/11/2003 8.53]



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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
19/11/2003 13:03
 
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Ma scusa... se io ho paura di non avere ragione allora è più logico se fuggo le discussioni, no?
Viceversa, se sono convinto di aver ragione non mi piego davanti ad una versione diversa della verita. Non è più logico così?
Comunque, personalmente, entro in collisione con le persone quando mi sento attaccato ingiustamente. E attacco per primo quando qualcuno falsa la verità. La mia verità perché, come assodato, ce ne sono tantissime versioni.


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19/11/2003 14:19
 
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Re:

Scritto da: Rabbi Wladiszlaw Lewiczki 19/11/2003 13.03
Ma scusa... se io ho paura di non avere ragione allora è più logico se fuggo le discussioni, no?



Questo è vero solo se si vuole ammettere a se stessi di avere paura... [SM=g27822]


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
19/11/2003 17:15
 
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Occupazione: Rabbi
... anche questo è vero... [SM=g27815]


Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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19/11/2003 17:44
 
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.......
Ma che cosa avviene se una delle due parti ammette do avere torto? L'Altro a vinto una battaglia o a trovato un buon interlocutore?
E questo vale anche per l'altra parte?


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Un T:.F:.A:. Hiram
19/11/2003 18:16
 
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Secondo me avviene semplicemente che finisce la discussione. Senza sare lì a rimarcare 'aaah avevi toooorto' o simili. No?


Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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19/11/2003 19:26
 
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Re: .......

Scritto da: hiram-abif 19/11/2003 17.44
Ma che cosa avviene se una delle due parti ammette do avere torto? L'Altro a vinto una battaglia o a trovato un buon interlocutore?
E questo vale anche per l'altra parte?



Chissà... Chi ammette di avere torto sembra voler rinunciare alla ricerca della verità. Se é così, allora l'altra parte come fa a sentire di aver vinto la battaglia?
19/11/2003 20:57
 
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dipende da come si rinuncia alla verità.
Se io rinuncio dicendo "okay, hai ragione", l'altro è autorizzato a pensare di aver "vinto" la disputa.
Se io rinuncio dicendo "meglio lasciar perdere, con te non si può ragionare", l'altro dovrebbe quantomeno pensare che da stupido è stato preso e da stupido è stato lasciato... quindi sentire di aver perso...


---


Ba sof yihye tov
20/11/2003 01:33
 
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Quindi sembrerebbe...
Che la Verità non sia sul piano della discussione, ma la discussione vi ruoti intorno?


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Un T:.F:.A:. Hiram
20/11/2003 06:20
 
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Re:

Scritto da: Rabbi Yehuda Lewartov 19/11/2003 20.57
dipende da come si rinuncia alla verità.
Se io rinuncio dicendo "okay, hai ragione", l'altro è autorizzato a pensare di aver "vinto" la disputa.
Se io rinuncio dicendo "meglio lasciar perdere, con te non si può ragionare", l'altro dovrebbe quantomeno pensare che da stupido è stato preso e da stupido è stato lasciato... quindi sentire di aver perso...




Per me e' l'esatto contrario, pensa un po' Rabbi.[SM=g27822]
Se in un confronto tu riuscissi a farmi capire il tuo punto di vista ed io vedessi la tua verita', non penserei mai di aver perso. Io ci avrei guadagnato.

Di solito sono gli orgogli feriti che si dichiarano perdenti. Quando ci si confronta con le altre persone con la giusta dose di umilta' e un minimo ascolto possono accadere due cose. O si aiuta a crescere l'altro o si cresce noi.

Se io tratto da stupido l'altro e' perche' non mi voglio mettere al suo livello e rinuncio al confronto. Ora, questa scelta la adotto quando ho la sensazione di avercela messa tutta e capisco che a quel punto sono solo due orgogli che si scontrano, non piu' due persone che si confrontano.
Ma ho perso io.[SM=g27813]


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


20/11/2003 06:22
 
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Magus, io non so perche' la dimensione del carattere sia cosi' piccola...non ho "toccato" nulla eh! [SM=g27819]


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Ariel


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