A D U N N O M E
Gelida notte in cui tutto ha, di nuovo, inizio
E solo il Dio Vento è a conoscenza delle parole che ne scaturiranno:
perdonate la mia insolenza, o Muse, se vi invoco ancora una volta, ma questo mio canto è dedicato ad un nome,
l’unico che ha il sapore del dolce mirtillo e la forma di una nuvola che offusca i miei pensieri mostrandomi tutto quello che non vedrò.
Tisifone invoco, del tuo amore, il calore
Che per quanto il giardino del peccato sia lontano io mi sento già blasfemo per averti chiamata e veduta.
Piccola fata di foglie vestita, il tuo corpo mi è più noto dell’aria che respiro:
ho fisso nella mia mente ogni parte di te, ma la tua maschera non l’ ho ancora esplorata, né so se mai lo vorrò fare.
Tu mi appari e mi sfuggi come il sole che si nasconde dietro le montagne lasciando un alone di tiepida luce albina a corrodere i primi segni d’ oscurità.
Del tuo nome io canto l’estraneità e l’inutilità di possederlo, in quanto, potrebbe sembrare quasi una gabbia e una sirena come te non è fatta per creare melodia dietro le sbarre –lampi di gelosia e solide torri che s’innalzano dal nulla-.
Canto per esser degno di pronunciare il tuo nome,
di sentirne fino in fondo l’odore;
fino a che dagli occhi non mi caschin fiori e le mani non sudin perle.
Sino ad allora io continuerò ad amarti sulla carta e chiamarti con mille, altri, nomi.
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Se la morte dovrà essere la casa ove riposeremo in pace...sia benvenuta la lama che ci accompagnerà..