Inoltre penso che per instaurare un buon dialogo sia certamente fondamentale tentare di comprendere l'altro (questo é ovvio) ma questa forma di rispetto non deve avvenire a scapito dell'onestà verso se stessi. Mi spiego meglio: se ad un certo punto della conversazione mi rendo conto che di fronte a me ho un cretino integrale, che sulla base della mia esperienza e del mio bagaglio culturale dice delle cavolate megagalattiche, sarei ipocrita se non glielo facessi notare, il modo poi con cui esprimere tale giudizio, questo varia ovviamente da persona a persona, dipende dal temperamento. Insomma, non avrei affatto paura di "sbagliare" il mio giudizio, esprimerei le mie idee con convinzione, magari con un tono piuttosto acceso, questo dipende dallo stato d'animo del momento. Insomma, chi l'ha detto che da un confronto con toni anche ...ehm.. coloriti, non possa essere una esperienza positiva?
Questo buonismo a volte, lo confesso, mi innervosisce....