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Capacita' di intendere e di volere

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2004 07:30
17/11/2004 09:55
 
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Da molto tempo ormai i media ci parlano del delitto di Cogne e ci
propongono il dilemma "colpevole o innocente?" a carico della madre
di Samuele.
Come sapete e' stata eseguita una perizia psichiatrica che ha dichiarato
la signora "capace di intendere e di volere".
Mi ha invece colpito molto che si parli poco o per niente di quella
che puo' essere la soluzione del problema, forse la piu' probabile:
esiste una patologia chiamata "amnesia dissociativa selettiva" che
consiste nell'incapacita' di ricordare alcuni specifici eventi
successivi ad un episodio traumatico.
Inoltre esiste un'altra patologia, talora associata alla precedente,
chiamata "sindrome di Munchausen", che colpisce le madri ossessionate
dalla eccessiva cura dei figli.
Mi sono un po' documentato, e dalla perizia sulla sig.ra Lorenzi
emerge che lei era una persona esageratamente dedita alla cura
della famiglia e dei figli, tanto che stava cercando di uscire da
questa spirale, per riprendere una normale vita di relazione.
Inoltre ho trovato che sono documentati molti casi di persone che
rifiutano di riconoscersi quali autori di un omicidio certamente
compiuto da loro, anche a distanza di anni. Questa certezza tuttavia
tende ad affievolirsi, con il risultato che il soggetto in questione
quasi immancabilmente tenta il suicidio.
In contesti come questo, che senso ha la categoria giuridica della
capacita' / incapacita' di intendere e di volere?
Come determinarla in soggetti affetti da amnesia di questo tipo?
E poi, ha davvero senso?
Questi soggetti dicono "sono innocente", e non mentono...
Come valutare la capacita' durante un periodo della loro vita che
essi hanno rimosso?
L'ipnosi regressiva potrebbe aiutare?
Io non ho mai sentito parlare di queste cose nei giornali e alla
televisione, voi si?
Comunque, che ne pensate?

[Modificato da MAGUS ALTAIR 17/11/2004 9.57]



---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
18/11/2004 09:35
 
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A mio giudizio i soggetti colpiti dalle patologie descritte da Magus, sono da ritenersi incapaci di intendere e di volere sia al momento del fatto criminoso, sia successivamente, in quanto non in grado di ricordare l'evento traumatico che ha determinato la cosiddetta amnesia dissociativa". Questo stato di incapacità ritengo perduri fino al momento in cui riaffiora il ricordo di quanto realmente accaduto, poiché dalle testimonianze che ha riportato Magus, risulta che spesso questi soggetti a quel punto tentano il suicidio. Questo significa che per anni queste persone vivono nell'illusione della propria innocenza, coltivando questa convinzione basandosi su elementi oggettivi parziali, limitati, seppur inconsapevolmente.
Tuttavia questo é il mio parere poiché sul piano giuridico la questione non é molto limpida.
Infatti, la dichiarazione di infermità mentale che dovrebbe conseguire all'accertamento di patologie così gravi, determina la non imputabilità e quindi l'inapplicabilità della pena, in quanto il soggetto non viene ritenuto consapevole delle conseguenze sociali delle proprie azioni/omissioni.
Il codice penale ci dice che questo accertamento deve avvenire quando il fatto é stato commesso, perché l'incapacità deve esistere nel momento in cui il soggetto ha commesso il fatto.
Tuttavia,dai test psichici cui la Franzoni era stata in un primo tempo sottoposta, risulta capace di intendere e di volere. Ma questa indagine, io mi domando come viene condotta? Come viene analizzato lo stato di salute mentale presente? Altra domanda: il fatto che una persona sia ritenuta capace di compiere le normali azioni quotidiane, e quindi sia in grado di prendere decisioni consapevoli, é un elemento sufficiente a stabilire la presenza della "coscienza e volontà" che chiede la legge, ai fini dell'imputabilità? Nel caso di specie la Franzoni appare perfettamente lucida, e per questo deve essere ritenuta imputabile pur continuando a vivere in una realtà soltanto immaginata?
Ripeto, ritengo che la signora sia affetta da infermità mentale, e davvero non comprendo perchè finora é stato detto il contrario.
[SM=g27818]
18/11/2004 12:36
 
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già..
questi sono i cavilli della giustizia, che spesso viene, volenti o nolenti, ad assomigliare sempre di più ad un gioco d'abilità, soprattutto in casi difficili come questo.
L'avvocato Taormina dopo questa causa credo che si darà all'ippica, si sta facendo delle figure di merda allucinanti, considerando oltretutto che prima di difenderla girava tutte la trasmissioni a dire che era sicuramente colpevole eheh.
Poi su questa cosa dell'infermità mentale ci si gioca un sacco adesso, a quanto ho capito, lottano per farla considerare "capace di intendere e di volere" seguendo il ragionamento che una persona sana di mente non farebbe mai una cosa simile.
Secondo me è vero, ma parliamoci chiaro, quale omicidio, a parte quelli mafiosi o per rapina o se vogliamo quelli di "branco" è commesso da persone sane ed equilibrate? a questo punto nessun omicidio sarebbe condannabile vuoi il raptus vuoi la fragilità mentale o una vita di merda, deviazioni sessuali, qualcosa di poco normale c'è sempre, prenderanno in considerazione la gravità della patologia ma secondo me non ha molto senso, quella dell'infermità mentale è una scusa da prendere molto con le pinze mah...


---

______________________

Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
20/11/2004 21:11
 
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Questo è il caso piu' "particolare" che la cronaca mi abbia presentato, personalmente sarei per la tesi di Magus (non ho mai abbandonato anche il sospetto sul fratello), ma le apparenze sono talmente contro la Franzoni che non scarterei neppure la roccambolesca teoria di Taormina, non voglio farmi influenzare dalla mia diffidenza nei suoi confronti.
Ma faccio anche una distinzione tra omicidi di stampo "sociale" e quelli di carattere "famigliare".
Uccidere qualcuno è per me sintomo di una certa violenza congenita ma il delitto compiuto all'interno del nucleo famigliare sfonda qul muro naturale che ha costruito il sentimento tra consangunei.
Quindi io mi chiedo: ma una madre che uccida un figlio, cosi' come un figlio che uccida la madre sono..."normali"?
Per me NO.
Dunque sono incapaci di intendere e di volere, cioè non sono "sani di mente".
21/11/2004 20:33
 
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Due sono le cose che del caso descritto mi hanno colpito sin dall'inizio:

-la somiglianza con la vicenda di inizio secolo dell'americana Lizzie Borden...

-L'aura di "intoccabilità" della protagonista e della sua famiglia...

Sostanzialmente non so cosa pensarne.


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------------------***-----------------

...Erre vague bleu comme ca maison
Elle scrute
Les pupilles comme des piece de monnaie jettes au fond
en desir...
22/11/2004 08:32
 
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Personalmente, anche alla luce degli ultimi articoli letti sarei sempre piu' per l'appoggiare la tesi proposta da Magus, quella piu' "sensata" fin dall'inizio.
Col dubbio finale se possa poi essere condannbile o meno.
22/11/2004 16:20
 
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Per risponderti Magus ti dico cosa penso di questi casi. In generale non credo sia utile a nessuno una giustizia che punisce un uomo per un crimine.
Non si cresce, non si migliora subendo una pena.

Per chi commette azioni delittuose, escluso atti di difesa personale, credo che tutto sommato ci sia uno squilibrio interiore che determini la perdita parziale o completa del concetto di valore della vita. Non sono affato una esperta quindi non mi addentro nella materia ma certamente dalle cronache possiamo vedere tutti che esistono persone che sono in grado di commettere addirittura molteplici omicidi, come poter dire che sono sani di mente? Uccidono uomini donne e bambini!

Riguardo il caso in questione, stupisce anche me l'atteggiamento degli organi di giustizia, come hai gia' rilevato tu Magus.
Quello che mi preoccupa e non mi fa sperare per il futuro e' che ho seri dubbi sulle capacita' di chi sarebbe preposto al sostegno piscologico e all'aiuto che persone che si sono trovate in questi stati (e non parliamo di chi dovrebbe vigilare affinche' gli squilibri latenti non si trasformino in atti di violenza non controllta)
Queste persone vanno aiutate e non punite ma di certo, messe in condizioni di non poter ripetere mai piu' un atto simile.

E se questo significasse la vigilanza a vita, che cosi' sia. Dignitosamente e per la sicurezza della societa' : basta con gli sconti di pena per buona condotta. [SM=g27834]


---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


23/11/2004 00:56
 
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"Inconscio:
Termine che si riferisce ai contenuti psichici (desideri, ricordi, paure, sentimenti e idee) non presenti alla coscienza dell'individuo. L'esistenza di una mente inconscia era già stata ipotizzata in filosofia e in psicologia, ma solo con la psicoanalisi il concetto divenne oggetto di studio sistematico.

La nozione di inconscio fu elaborata da Sigmund Freud, che lo considerò come il deposito delle rappresentazioni mentali e dei contenuti rimossi che non sono accessibili alla coscienza e sono identificabili solo attraverso i sogni e i sintomi psicopatologici.

I contenuti dell’inconscio, costituiti dalle pulsioni, sono regolati dal processo primario e dal principio del piacere. Essi sono formati, in particolare, da desideri dell’infanzia, rimasti immutati, il cui accesso alla coscienza è impedito dalla rimozione. Alcuni contenuti dell’inconscio possono accedere alla coscienza dopo essere stati modificati dai meccanismi di difesa.

Il termine inconscio è usato da Freud sia come aggettivo, per designare quei contenuti non presenti alla coscienza, sia come sostantivo per indicare la zona dell’apparato psichico che ospita i contenuti inconsci.



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Continuo a chiedermi come mai la parte più rappresentativa di noi continua ad essere, appena si manifesta, una chiara ed inequivocabile prova della incapacità di "intendere e di volere"...
Forse hanno sbagliato i parametri fin dall'inizio?


---

"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

(E. Montale)
24/11/2004 07:30
 
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Re:

Scritto da: saman 23/11/2004 0.56


Continuo a chiedermi come mai la parte più rappresentativa di noi continua ad essere, appena si manifesta, una chiara ed inequivocabile prova della incapacità di "intendere e di volere"...

Forse hanno sbagliato i parametri fin dall'inizio?






Daccordissimo! Si considera reale esclusivamente quel frammento di noi che e' costituito dalla nostra parte conscia. Da qui tutti gli errori di valutazione, la causa di depressioni, ansia, non accettazione di noi stessi...[SM=g27834]


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


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