"Inconscio:
Termine che si riferisce ai contenuti psichici (desideri, ricordi, paure, sentimenti e idee) non presenti alla coscienza dell'individuo. L'esistenza di una mente inconscia era già stata ipotizzata in filosofia e in psicologia, ma solo con la psicoanalisi il concetto divenne oggetto di studio sistematico.
La nozione di inconscio fu elaborata da Sigmund Freud, che lo considerò come il deposito delle rappresentazioni mentali e dei contenuti rimossi che non sono accessibili alla coscienza e sono identificabili solo attraverso i sogni e i sintomi psicopatologici.
I contenuti dell’inconscio, costituiti dalle pulsioni, sono regolati dal processo primario e dal principio del piacere. Essi sono formati, in particolare, da desideri dell’infanzia, rimasti immutati, il cui accesso alla coscienza è impedito dalla rimozione. Alcuni contenuti dell’inconscio possono accedere alla coscienza dopo essere stati modificati dai meccanismi di difesa.
Il termine inconscio è usato da Freud sia come aggettivo, per designare quei contenuti non presenti alla coscienza, sia come sostantivo per indicare la zona dell’apparato psichico che ospita i contenuti inconsci.
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Continuo a chiedermi come mai la parte più rappresentativa di noi continua ad essere, appena si manifesta, una chiara ed inequivocabile prova della incapacità di "intendere e di volere"...
Forse hanno sbagliato i parametri fin dall'inizio?
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"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
(E. Montale)