24/04/2005 12:33 |
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| | | OFFLINE | Post: 395 | Età: 43 | Sesso: Maschile | |
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Binah come Babalon, la comprensione senza il giudizio è la sola comprensione che genera Amore. Santa e Meretrice/ne Santa ne Meretrice. Nel suo accettare sconfigge la fatalità e diviene grembo materno della Verità.
che ne pensate?
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http://album.foto.virgilio.it/bonsai361
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26/04/2005 22:26 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.752 | Città: VENEZIA | Età: 55 | Sesso: Maschile | AMMINISTRATORE DEL FORUM | |
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Interessante, fammici pensare
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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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28/04/2005 10:10 |
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| | | OFFLINE | Post: 133 | Sesso: Maschile | |
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Un pensiero un po' complesso, Gnomos... cercherò di dire qualcosa sulla seconda frase, perchè la prima mi fa venire in mente qualcosa di Crowley e, vista la mia scarsa conoscenza dell'argomento, sarebbe più giusto che mi astenessi dal discorso.
"la comprensione senza il giudizio è la sola comprensione che genera Amore"
Penso che comprendere senza giudicare sia come tollerare sempre e comunque qualsiasi cosa, soffocando quelle sensazioni che ogni tanto sarebbe giusto ascoltare.
Chiedendoci "cosa ne pensate?" preferiresti la comprensione oppure il giudizio? |
29/04/2005 11:14 |
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| | | OFFLINE | Post: 395 | Età: 43 | Sesso: Maschile | |
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Scritto da: silentman13 28/04/2005 10.10
Chiedendoci "cosa ne pensate?" preferiresti la comprensione oppure il giudizio?
Domanda ironica.
Ovviamente si mi riferisco alla Babalon Crowleyana come l'essere che vive senza giudizione delle pure esperienze fruibili.
Il discorso sul giudizio è più complesso ma aspetto di parlarne se e quando la discussione maturerà.
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http://album.foto.virgilio.it/bonsai361
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30/04/2005 12:25 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.752 | Città: VENEZIA | Età: 55 | Sesso: Maschile | AMMINISTRATORE DEL FORUM | |
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Scritto da: Gnomos 24/04/2005 12.33
la comprensione senza il giudizio è la sola comprensione che genera Amore.
Solo il giudizio verso gli altri o anche verso sè stessi?
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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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01/05/2005 14:06 |
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| | | OFFLINE | Post: 395 | Età: 43 | Sesso: Maschile | |
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teorizzo in ogni direzione.
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02/05/2005 23:29 |
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| | | OFFLINE | Post: 163 | Sesso: Maschile | |
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Scritto da: MAGUS ALTAIR 30/04/2005 12.25
Solo il giudizio verso gli altri o anche verso sè stessi?
Innanzitutto verso sè stessi!
Chi altri merita comprensione senza giudizio se non la persona più importante della propria vita?
Un abbraccio.
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"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
(E. Montale) |
10/05/2005 14:29 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.348 | Città: REGGIO EMILIA | Età: 57 | Sesso: Femminile | AMMINISTRATORE DEL FORUM | |
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Scritto da: silentman13 28/04/2005 10.10
Penso che comprendere senza giudicare sia come tollerare sempre e comunque qualsiasi cosa, soffocando quelle sensazioni che ogni tanto sarebbe giusto ascoltare.
Io non la vedrei cosi Silentman.
Comprendere non significa farsi carico di qualcosa o sopportare un peso.
Credo significhi accettare l'insieme della persona cosi' come e' e come si pone senza volerla cambiare in base al proprio volere o ai propri modelli.
Se questo genera intolleranza o volonta' di cambiarla, allora non si ama, non nel senso di cui sopra.
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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"
Ariel
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11/05/2005 22:32 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.752 | Città: VENEZIA | Età: 55 | Sesso: Maschile | AMMINISTRATORE DEL FORUM | |
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Parlando del giudizio nei confronti di sè stessi:
talora giudicare può significare confrontare noi stessi con delle
aspettative lontane dalle nostre reali possibilità, il che ci può
precludere un sereno autoesame e dunque anche l'inizio dei un adatto
percorso evolutivo.
Il problema è che le aspettative ci sono sempre e non sappiamo mai
quali sono le nostre reali potenzialità e caratteristiche.
Tuttavia, se ci accettiamo passivamente rischiamo di rimanere interiormente
fermi e incompleti.
Sembra il classico gatto che si morde la coda.
Per uscire dall'impasse io dico che bisogna sempre un po' "buttarsi",
accettando scommesse con sè stessi, altrimenti si rimane schiavi di
un viziato giudizio che allontana la comprensione.
Penso che la strada che parte dal giudizio e porta alla comprensione
sia lastricata di... paura.
Che ne pensate?
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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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11/05/2005 23:33 |
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| | | OFFLINE | Post: 163 | Sesso: Maschile | |
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Scritto da: MAGUS ALTAIR 11/05/2005 22.32
Parlando del giudizio nei confronti di sè stessi:
talora giudicare può significare confrontare noi stessi con delle
aspettative lontane dalle nostre reali possibilità, il che ci può
precludere un sereno autoesame e dunque anche l'inizio dei un adatto
percorso evolutivo.
Il problema è che le aspettative ci sono sempre e non sappiamo mai
quali sono le nostre reali potenzialità e caratteristiche.
Tuttavia, se ci accettiamo passivamente rischiamo di rimanere interiormente
fermi e incompleti.
Sembra il classico gatto che si morde la coda.
Per uscire dall'impasse io dico che bisogna sempre un po' "buttarsi",
accettando scommesse con sè stessi, altrimenti si rimane schiavi di
un viziato giudizio che allontana la comprensione.
Penso che la strada che parte dal giudizio e porta alla comprensione
sia lastricata di... paura.
Che ne pensate?
Eheheh... in ogni riga è verissimo quanto scrivi...
Tuttavia non sta semplicemente così...
L'accettarsi interiormente non significa darsi giustificazioni di sorta... Questo significherebbe semplicemente giustificare il nostro non cambiare...
Allo stesso modo, assumere il modello dato da altri come modello di vita significherebbe scaricare ad altri le cause dei nostri insuccessi... Certo! Bisogna saper cambiare, mettersi in gioco, sempre, costantemente! Perchè lastricato di paura? Basta rendersi conto che la persona più importante della propria vita è l'Io e non l'Altro (qualunque esso sia...)
Se parti da questo concetto, senza dover conto di niente a nessuno, se non a te stesso, le cose sono incredibilmente più chiare e semplici...
Un abbraccio.
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"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
(E. Montale) |
12/05/2005 20:06 |
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| | | OFFLINE | Post: 1.348 | Città: REGGIO EMILIA | Età: 57 | Sesso: Femminile | AMMINISTRATORE DEL FORUM | |
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Scritto da: MAGUS ALTAIR 11/05/2005 22.32
Parlando del giudizio nei confronti di sè stessi:
talora giudicare può significare confrontare noi stessi con delle
aspettative lontane dalle nostre reali possibilità, il che ci può
precludere un sereno autoesame e dunque anche l'inizio dei un adatto
percorso evolutivo.
Il problema è che le aspettative ci sono sempre e non sappiamo mai
quali sono le nostre reali potenzialità e caratteristiche.
Tuttavia, se ci accettiamo passivamente rischiamo di rimanere interiormente
fermi e incompleti.
Sembra il classico gatto che si morde la coda.
Per uscire dall'impasse io dico che bisogna sempre un po' "buttarsi",
accettando scommesse con sè stessi, altrimenti si rimane schiavi di
un viziato giudizio che allontana la comprensione.
Penso che la strada che parte dal giudizio e porta alla comprensione
sia lastricata di... paura.
Che ne pensate?
Bene, parliamo un po della paura. Quanto ci governa?
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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"
Ariel
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17/05/2005 23:18 |
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| | | OFFLINE | Post: 658 | Città: PIOMBINO | Età: 60 | Sesso: Maschile | |
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Si colloca esattamente dove è il giudizio.
Il pre-giudizio genera la paura.
La comprensione genera giudizio verso noi stessi, ma essa è generata dalla coscenza di se e dal superamento della paura.
Dunque; comprensione viene da coscienza.
La paura da non coscienza.
Il giudizio da non comprensione...
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Un T:.F:.A:. Hiram |
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