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Surfacing
00domenica 7 settembre 2003 18:09
D I O E '

Dio è
la sottile ignoranza delle persone
che riesce a spiegare cose a loro sconosciute,
il sostegno al quale appoggiarsi nei momenti difficili.
E' semplicemente un' immagine deviata di noi stessi.
Dentro ad un rimpianto proviamo rimorso
ed è lì che egli appare.
Ripensando al tempo della spensieratezza infantile
si aggira tra i ricordi dei nostri peccati,
si libra sinuoso tra la luce dei nostri occhi
travestendosi di Puro Verbo.
- E' -
E' mai stato vero,
è sempre esistito da che sono stato concepito.
Venuto al mondo un po' stanco,
con gli occhi di chi ha già visto tanto.
Ego mi absolvo:
è il potere concessomi da me stesso,
un potere divino del mio cervello.
La mia psiche genera ombre,
poi fa comparire luci che rischiarino l' alba delle mie paure.
Appiccherò fuoco al Paradiso dei miei sogni
e se sarà necessario
brucerò con essi.
Dio si è spento quando non credevo più nella mia forza.
Scaricato,
come una pila di ilbri sacri in fiamme,
aspettavo un tuo miracolo:
la certezza che tutti gli uomini capissero
chi sei in realtà.
Aimè, nessuno vuole scoprire cosa si nasconde dietro il tuo ghigno mediatico.
Resteranno sotto il dominio di se stessi,
sciogliendosi,
come piccoli ceri offerti in sacrificio per lui.
.:avatar:.
00domenica 7 settembre 2003 18:26
Da come la vedi tu Dio sembra un tappabuchi, il Padre del padre oramai non piu' bambino che preferisce affidarsi a lui piuttosto che cercare di farcela da solo... O mi sbaglio?
Surfacing
00domenica 7 settembre 2003 18:27
no, affatto
hai ciccato particolarmente.
Ho fatto un' ampia descrizione di cosa sia dio per molti...e una dura definizione del mio dio: cioè Io...

[Modificato da Surfacing 07/09/2003 18.29]

Surfacing
00mercoledì 10 settembre 2003 15:11
mmm
ttto qui l' interesse per la poesia?
mmmm..
o signori...
[SM=g27812]
arielbianca
00mercoledì 10 settembre 2003 19:22
L'interesse non l'ho espresso nel post,l'ho tenuto tutto per me.
[SM=g27838]
.:avatar:.
00mercoledì 10 settembre 2003 19:47
Cosa ti vuoi Surf... a me sembra che chi abbia scritto (o meglio creda in) quelle parole sia una persona che non conosce Dio, ma ha un bisogno logico di Lui, dato pero' dalla sua irrazionalita' stessa.
Surfacing
00venerdì 12 settembre 2003 18:58
......
tu credi di conoscerlo?
io ho esplicitamente enunciato un mio pensiero...forse dovresti rileggere questi versi...
non è vero che non ho trovato dio...
anzi, lo conosco da qnd sono nato e ci convivo....
MAGUS ALTAIR
00venerdì 12 settembre 2003 22:17
Surf, parlaci della tua esperienza con il Divino, se vuoi.
Surfacing
00domenica 14 settembre 2003 11:31
magus
io ci convivo da qnd sono nato...
Dio sono io.....
dentro di noi c'è un universo di sensazioni e parole...
tutto nasce e muore dentro di noi...
dio siamo noi....
.:avatar:.
00domenica 14 settembre 2003 17:43
La mia concezione di Dio allora e' piu' estesa, essendo non limitata a me stesso... [SM=g27822]
MAGUS ALTAIR
00lunedì 15 settembre 2003 14:02
E' evidente Surf che non sei monoteista! Ma potremmo definirti
panteista? Sembri dire che, se Dio siamo noi, cioè se ciascuno è Dio,
allora Dio è chiunque e ovunque.
Un'immanenza divina totale dunque, oppure ho capito male?
Surfacing
00martedì 16 settembre 2003 13:38
....
credo sia meglio "definirmi" eclettico, dato che le mie conclusioni sono estremamente personali....
cmq..su per giù..hai fatto centro Magus..
hiram-abif
00mercoledì 17 settembre 2003 21:19
Dio E'.
Dio E'colui che E'.
Io non so cosa sono...
ne sò quanto di vero in me io conosca...

Ogni attimo nel continuo divenire
contemplo il mio riflesso
su un'acqua ancora mossa da troppe tempeste.
Dio E'... l'acqua e tutte le immagini che su di lei danzano...

Ogni passo scruto il percorso...
ogni strada qualsiasi itinerario..
Dio E'... il mio passo sulla terra ed i fermi percorsi..

Ogni respiro assaporo gli aromi dell'aria.
Vita che irrompe nei polmoni...
Dio E' l'aria ed i miei polmoni.

Ogni mattino osservo nascere il giorno
ed il suo riflesso sul mio viso.
Dio E'la luce di ogni mattino ed è ogni viso...

Nella notte bagliori di stelle
nel nero velluto..
Dio E' l'oscurita diamantata dell'infinito...
così distante
così ovunque

Mentre io continuo a vagare tra i ricordi ei sogni
io... veicolo traballante di tanta ricchezza,
così nascosto in fremiti emotivi...lo cerco
ed attendo..
come un bambino all'uscita di una scuola,
in attesa che venga il padre a...
riportarmi a casa.


Surfacing
00giovedì 18 settembre 2003 10:45
...........
bedda. bedda[SM=x213431] [SM=x213431] [SM=x213431] [SM=x213431]
hiram-abif
00domenica 28 settembre 2003 10:50
Grazie Surf..
[SM=g27835] E' bello risponderti per le rime.[SM=g27822]
LucaS.
00lunedì 29 settembre 2003 23:12
Si dice che ci sia più facile definire Dio dicendo ciò che non è piuttosto che ciò che è.
La mente dell'uomo risce a rapportarsi al concetto di infinito solo attraverso la via negativa, questo principalmente perchè il concetto di infinito non è definibile come insieme ma come classe (questo secondo la matematica di Cantor), altri ritengono che questo motivo sia dovuto alla limitatezza dei nostri spiriti fragili (Agostino), altri ancora confidano nel poter dire ciò che è solo andando per esclusione (S.Tommaso)...
personalmente ritengo che tentar di dare anche solo una vaga definizione di divino sia tanto improbabile quanto poetico.....c'è chi dice, però, che il divino si comprenda solo attraverso la poesia (Gothe).

Come al solito sono più le domande che le risposte....se io fossi Dio....probabilemente ne avrei qualcuna in più.

Benedizioni
arielbianca
00martedì 30 settembre 2003 07:47
Non riusciamo a descrivere a parole ne con la ragione nemmeno un grande amore...

Impensabile tentare con l'Amore assoluto...

Si sente,e basta.
MAGUS ALTAIR
00martedì 30 settembre 2003 09:16
Difatti l'esperienza mistica non è mai concettualizzabile, ma è
solo la sensazione di una Presenza.
LucaS.
00martedì 30 settembre 2003 10:06

Difatti l'esperienza mistica non è mai concettualizzabile, ma è
solo la sensazione di una Presenza.



Condivido.

(Dal Conazoniere di Lipsia di Goethe)
Es flattert um die Quelle
Die wechselnde Libelle,
Mich freut sie lange schon;
Bald dunkel und bald helle,
Wie der Chamaleon:
Bald rot, bald blau,
Bald blau, bald grun;
O dass ich in der Nahe
Doch ihre Farben sahe!

Sie schwirrt und schwbet, rastet me!
Doch still, sie setzt sich an die Weiden.
Da hab' ich sie! Da hab' ich sie!
Und nun betracht ich sie genau
Und seh' ein traurig dunkles Balu.

So geht es dir Zerglierder deiner Freuden!

(Mi scuso per l'accentazione ma i caratteri in uso non mi hanno consentito altrimenti)

"Intorno alla sorgente svolazza la libellula cangiante
già da tanto ne godo;
ora scura, ora chiara, come il camaleonte:
ora rossa ora turchina ora verde;
oh potessi veder da vicino i suoi colori!
Si libra e frulla, non si ferma mai.
MA zitta si posa sul salice.
L'ho presa, l'ho presa!
E ora la osservo attentamente e vedo un triste colore turchino....
Così succede a te, analizzatore delle tue gioie!

(Spero di aver tradotto in modo decente, purtroppo mantenere le rime risultava difficile...)

Benedizioni
Surfacing
00martedì 30 settembre 2003 20:02
hai parlato dell' esperienza di molti..ma la tua..qual è?
LucaS.
00martedì 30 settembre 2003 20:08
La mia esperienza.....sucusa ma mi lasci un poco stupito.....
come posso descriverti a parole l'esperienza intima che ho del divino?

Personalmente non mi ritengo in grado di esprimere a parole la mia esperienza a riguardo, forse è un mio limite......mi consolo però della sua presenza.

Benedizioni
hiram-abif
00sabato 11 ottobre 2003 13:19
Non ci sono parole?
Dio é l'Uno irraggiungibile per noi. La nostra esistenza parte dal due, non siamo capaci di percepire Uno.
Occorrerebbe sapere quanta sincerità c'è nel sostenere di credere, come sarebbe utile comprendere quanta verità c'è nell'ateismo (che è una forma di fede).
L'esperienza di Dio è un fatto noètico o è esperienza mistica?
La mia opinione noetica è che esiste più Dio di me, in quanto Egli E'! Oggettivamente e assolutamente, io devo ancora divenire e esisto solo nello svolgersi del tempo relativo in modo soggettivo, almeno per questo periodo, vincolato al prodotto dell'esperienza.
MAGUS ALTAIR
00lunedì 20 ottobre 2003 15:06
Ateismo?

Scritto da: hiram-abif 11/10/2003 13.19
... l'ateismo (che è una forma di fede).



Secondo voi si può davvero essere ATEI ?
.:avatar:.
00lunedì 20 ottobre 2003 17:05
Perlomeno si puo' credere di esserlo... e si puo' anche tentare di obliare ogni domanda pensando ad altro [SM=g27822]
MAGUS ALTAIR
00martedì 21 ottobre 2003 08:54
Ateismo, Religiosità e Superstizione
Avatar la penso esattamente come te!

Io ho sempre ritenuto la "religiosità", intesa come tendenza verso
il Divino (nel senso di come già sapete lo intendo io), una caratteristica
innata della specie umana.
Come tutti gli "istinti" può essere repressa e domata, e ci si può
illudere che sia scomparsa.
Invece c'è. Sempre.
Non a caso, molte persone che si considerano "atee" sono molto superstiziose...
e la superstizione è solo una forma distorta di religiosità.
hiram-abif
00martedì 21 ottobre 2003 09:39
L'affermare.
Dire qualcosa di concreto edappagante, dal punto di vistaintellettuale in proprosito, è estremamente complesso, se non impossibile a mio avviso.
Quando parliamo del Divino parliamo del nostro "sentire" che si pone " sopra" la realtà oggettiva, la Verità assoluta, una meta irraggiungibile per l'uomo.
L'intelletto va alla ricerca della connessione con la Dività, e per far questo si muove sul terreno dell'intuizione. Tale terreno è può avvicinare alla verità, in quanto per sua natura è trascendente e naturalmente ( ma questo non sempre) propenso alla ricerca di radici Divine.
Nella sfera intuitiva non ci sono certezze, ma solo bagliori di consapevolezza e tali flash non sono facilmente esprimibili ecco l'inevitabile riservatezza, dettata dal sano "dubbio", dell'equilibrata ricerca del Divino, e la sua difficile condivisione con L'altro.
Eppure questa etericità dello spirituale, anche nella sua pochezza, lega in modo profondo coloro che ne condividono l'esperienza ed in questo possono sorgere delle certezze di comunione e di affinità che potremmo definire Fratellanza.
Momo-
00martedì 21 ottobre 2003 14:08
per rispondere a Magus...
Si può essere atei eccome, io condivido la tua visione della "religiosità" ed il fatto che sia comune, per alcuni più conscia per altri meno, alla maggior parte delle persone, ma persone realmente atee, "materialiste", non nel significato comune e morale del termine, fino all'osso, ce ne sono!
MAGUS ALTAIR
00martedì 21 ottobre 2003 23:10
Può darsi...
...però io non ne ho mai conosciuto nessuno, o meglio, tutte le persone
che si definivano atee che ho conosciuto, poi si sono rilevate
assai religiose, seppur non avevano preso coscienza di questa loro
tensione verso l'Alto.
Perchè il punto è: tale tensione interiore esiste, ma in effetti
qualcuno può non ascoltarla, o addirittura non sentirla, ma io
dico che c'è.

Vorrei chiedere, a prescindere dal fatto che siate o meno d'accordo
con me, come mai secondo voi esistono persone di questo tipo, e che
cosa le ha condotte a questo atteggiamento così diverso da quello
della maggior parte.
Momo-
00mercoledì 22 ottobre 2003 19:25
---cosa le ha condotte a questo atteggiamento così diverso da quello
della maggior parte.---

non lo sentono, puo darsi, ma ti parlo per esperienza personale, è molto più facile di quanto crediate non sentirlo assolutamente, e non lo definirei proprio atteggiamento.

A te sembra strano perchè hai un forte senso della religiosità, senti questa "spinta", per alcuni può esere l'esatto opposto, ossia assolutamente naturale non sentirla.

[Modificato da Momo- 22/10/2003 19.32]

arielbianca
00mercoledì 22 ottobre 2003 19:54
Piu' che "atei" conosco persone che corrono continuamente.
Non si fermano a pensare alle cose che vedono davanti ai loro occhi, passano e vanno.Non sono in grado nemmeno di ipotizzare di provare a "sentire" qualcosa che sussurra dentro,di solito oltre che correre,urlano.

Certo,se provassero a fermarsi...

Avrete conosciuto anche voi persone che improvvisamente si fermano (di solito ne sono costretta da eventi improvvisi della vita)e devono confrontarsi con quel "qualcosa" che prima non si davano il tempo di ascoltare.
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