Diritto alla vita

MAGUS ALTAIR
00giovedì 24 marzo 2005 08:19
In questo periodo si fa molto uso di questa espressione.
Per voi che significato ha?
silentman13
00giovedì 24 marzo 2005 09:00
In casi "normali" ognuno di noi ha il diritto e, secondo me, il dovere di vivere.
In questo periodo, con il caso Terry negli U.S.A., è riemerso il grosso problema etico dell'accanimento terapeutico. E' giusto mantenere in vita una persona in questo stato? Secondo me, la scelta va data al singolo.

Come ognuno di noi può scegliere in vita se donare gli organi o meno alla propria morte, bisognerebbe dichiarare in questi casi se vuole che vengano staccati i macchinari o meno.
MAGUS ALTAIR
00venerdì 25 marzo 2005 08:28
Effettivamente il diritto alla vita si pone come problema sotto due
aspetti:
nella questione del trattamento degli embrioni, e riguardo l'eutanasia.
Evidentemente nel secondo caso può esserci una volontà della persona,
che penso sarebbe giusto rispettare, anche se la cosa ancora mi rende
perplesso.
Nel caso degli embrioni invece la mia posizione è chiara: noi
uomini non sapremo mai quando inizia davvero la vita, e ogni definizione
a riguardo è o interpretazione ipotetica o ideologia. Se dunque si
vuole evitare in modo assoluto il rischio di sopprimere una vita,
al di là di ogni egoismo, bisogna lasciar stare gli embrioni.
settedinove
00sabato 26 marzo 2005 22:32
Silentman, tu accenni al dovere di vivere. Più ci penso e più mi convinco che questa affermazione non può che fondarsi su un credo religioso, o comunque su convinzioni personali legate ad una qualche forma di religiosità che investe il rispetto per la natura e l'amore verso tutte le creature viventi.
La mia forse é un'interpretazione semplicistica, tuttavia l'ateo non concepisce un dovere di vivere, ma si arroga liberamente il diritto di decidere.
Si tratta dunque di punti di vista differenti che dovrebbero essere entrambi ritenuti meritevoli di rispetto.
silentman13
00lunedì 28 marzo 2005 10:25
Più che fondarsi su un credo religioso, il mio pensiero si fonda sul rispetto di un dono grandissimo che ci è stato dato.
Io ho è espresso solamente il mio punto di vista, che è personale e "meritevole di rispetto" quanto il tuo.
settedinove
00martedì 29 marzo 2005 15:01
Guarda che mi riferivo al punto di vista dell'ateo, che dovrebbe essere ritenuto meritevole di rispetto, mi sa che hai frainteso...
In altre parole, se l'ateo o chiunque altro esprime validamente la sua contrarietà ad ogni forma di accanimento terapeutico, a mio avviso non deve essere ostacolato, ma deve essere rispettato.
Finalmente dopo tante riflessioni ho maturato questa convinzione.
arielbianca
00martedì 29 marzo 2005 20:31
Diritto alla vita
Non vedete una grande confusione tutto intorno a voi? Io si.

Sapete quanto possa costare mantenere in vita una persona con alimentazione e respirazione artificiali?
E potete immaginare quante persone potrebbero non morire di fame con quegli stessi soldi?
Con 26,00 euro al mese mangia e puo' essere educato un bimbo in troppi paesi del nostro pianeta.

Ma forse sono temi sociali troppo elevati e la mia e' solo matematica, eppure vedo un nesso inquietante...[SM=g27834]

Riguardo al credente che si aggrappa alla vita in modo cosi' estremo e innaturale...mi chiedo a cosa si creda in fondo in fondo.
silentman13
00mercoledì 30 marzo 2005 08:56
Più che confusione, cara Ariel, vedo grande "egoismo".
Comunque capisco la tua inquietudine, la Terra sta attraversando un duro periodo, secondo me di passaggio. Se ci inoltriamo in questo tipo di discorsi sociali si finisce per entrare in una spirale senza fine... sentire che Britney Spears ha comprato un paio di mutande da non sò quante migliaia di dollari mi da veramente fastidio... e ancor di più sapere che la maggioranza dei teenagers (il nostro futuro) la idolatra sempre di più.

Cosa possiamo fare singolarmente per cambiare il mondo?Sicuramente qualcosa, sicuramente poco perchè si è in minoranza, ma comunque va fatto.
hiram-abif
00mercoledì 30 marzo 2005 20:44
si, comunque fatto.
Vero! Ciò che si può fare, lo si deve fare.
Ma sono daccordo con Ariel. Troppo spreco dietro il senso del "diritto alla vita", ma non al "vivere", che è completamente diverso. Quello lo chiameriei, il dovere della sofferenza per volontà dei viventi che si arricchiscono dietro l'accanimento ( a fine sperimentale) terapeutico retaggio delle leggi e dei dogmi dettati all'inizio dell'esistenza delle multinazionali farmaceutiche e da quando miliardi di dollari confluiscono nelle casse della ricerca( vedi processo di Norimberga... mentre si lasciano morire bambini ( Si! quelli che fanno "OOH!")in quanto non è "fruttuoso" aiutarli a vivere, in questo caso, come ben vediamo, non esiste il diritto alla vita....
Si è vero, quelli che fanno, come facciamo con la mia famiglia, sono pesci piccoli, ma mille diventano duemila che poi aiutano altri duemila e divengono quattromila, poi ottomila...intesi?
E se sapeste quanto fanno paura...( questo è meglio non commentarlo, credete).
Vivere è vivere, vegetare per l'egoismo dei vivi all'ora del passo è sofferenza indicibile.
Poi se si crede in Dio come mai fa tanta paura la morte?
Forse la nostra fede non è poi così tanto vera?[SM=g27834]
silentman13
00giovedì 31 marzo 2005 09:21
Non facciamo però di un erba un fascio...

Se si crede in Dio si è comunque attaccati alla propria vita e alle persone che ne fanno parte.
La fede vera?

“Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: Pace a voi!

Poi disse a Tommaso: metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano e mettila nel mio costato, e non essere più incredulo ma credente! Rispose Tommaso: mio Signore e mio Dio! Gesù gli disse: perché mi hai veduto hai creduto, beati quelli che pur non avendo visto crederanno!”.
hiram-abif
00giovedì 31 marzo 2005 20:58
L'attaccamento alla vita.
E' indubbio che l'attaccamento sia alla vita che ai propri sentimenti sia umano oltre che giusto.

Occorre rispettare ogni aspetto della vita, ma occorre rispettare anche ogni aspetto della morte.

E' del "rispetto" che stò parlando e della "dignità".

Non fare di tutta l'erba un fascio è doveroso ed è indiscutibile, infatti, quando parlo di speculazioni vili ( e ci sono) mi riferisco a chi le fa, no a chi le subisce.

Idem per la fede. Ma del resto , sono un uomo del dubbio
e desidero sentire, conoscere, tormentarmi, per Amore di Dio e della Sapienza, elogiata nella Bibbia.

La fede è , per me, una via di accettazione, basta applicare i dogmi ed è fatta.

la Via stretta e tormentata della ricerca del vero e del Giusto è la mia Via alla Gloria di Dio...

silentman13
00venerdì 1 aprile 2005 08:48
Re: L'attaccamento alla vita.

Scritto da: hiram-abif 31/03/2005 20.58
La fede è , per me, una via di accettazione, basta applicare i dogmi ed è fatta.

la Via stretta e tormentata della ricerca del vero e del Giusto è la mia Via alla Gloria di Dio...



Effettivamente applicando i dogmi alla lettera, dovremmo essere dei buoni Cristiani... tutto è già stato scritto.
Quindi perchè abbiamo così tanti dubbi? Forse perchè, come dice Hiram, la nostra fede non è poi così vera.
Inizio a pensare che gli occhi dell'uomo si stiano abituando troppo al buio, con la tendenza a diventare ciechi.
MAGUS ALTAIR
00sabato 2 aprile 2005 11:11
Se la Fede è intesa come cieca adesione ad un dogma, allora il dubbio
è contro la Fede, ma se invece, come ritengo io, la Fede è Fiducia,
è accettazione fiduciosa di ciò che è al di là della propria comprensione,
allora il dubbio fa parte integrante della Fede.
Infatti la Fede intesa come Fiducia accetta il dubbio come effetto
dello scacco alla Ragione, ma lo circoscrive in un contesto più alto, lo sublima.
La Ragione continuerà a dubitare, ma l'uomo che possiede la Fede saprà
andare al di là di questo.

[Modificato da MAGUS ALTAIR 02/04/2005 11.12]

hiram-abif
00domenica 22 maggio 2005 17:11
la Fiducia.
Tale qualità si riversa sulla consapevolezza e la fede cieca non è consapevole.
Ho fiducia in tutto ciò che stimo, che amo,che conosco...
Avere fede, sui rapporti col mondo può essere un atto lodevole, e cioè fidarsi di un mezzo, di qualcosa o di qualcuno.
Fidarsi del Divino è cosa diversa, più profonda. E' un sentire molto razionale a mio avviso. Il dialogo interiore è quanto di più profondo e consapevole che esista, ma è di difficile spiegazione in modo essoterico.
La "fede" è un fatto intimo, ma basato su certezze di non facile spiegazione. Forse l'intera umanità cerca, in qualche modo, di spiegare proprio il "perchè" di questa fiducia nei mondi superiori e più sottili, più che cercare di "incontrarli". E' il dogma imposto da alcune fedi che non trova la mia approvazione, in quanto è stabilito dagli uomini e non credo che tali uomini siano i migliori della storia. la fede, gentile, riservata, intimo sentire, trova tutto il mio rispetto.
hiram-abif
00domenica 22 maggio 2005 17:14
Il diritto alla vita.
E' sacrosanto, purch di vita si tratti....
Altrimenti scelgo il diritto di morire che pin taluni casi molto calpestato....
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