riflessioni sulla cabala
Ieri dialogavo con un amica della cabala, due concezioni diverse ma simili di viverla e di filosofeggiare su di essa. Età differente e cultura diversa e quindi due modus operanti contrapposti o simili si uniscono e quello che emerge potrebbe essere davvero interessante. Lei vive in Spagna e da anni studia la kabala con l'aiuto di alcuni rabbini, io sono all'inizio di questo percorso mistico-filosofico. Il primo punto di scontro è stato l'origine dello Zohar, alcuni autori attribuiscono il testo a Isacco il cieco vissuto nel medioevo, altri ancora al terzo secolo volgare per opera di Simeon Ben Jochai, lei concorda con me che sia quest'ultimo quello che probabilmente abbia scritto lo Zohar, anche se non esistono prove che lo confermano esplicitamente, e storicamente la paternità viene attribuita da Gershom Scholem a Moshe de Leon. Moshe de Leon avrebbe pubblicato lo Zohar proprio in Spagna, ad avvalorare questa ipotisi della nascita dello Zohar in Spagna a Gerona che sefarad segna il periodo di splendore del giudaismo spagnolo. Ritengo che stabilire la paternità dello Zohar non sia fondamentale, quello che è importante sono i contenuti di questo affascinante sistema mistico-magico.
La cabala fu insegnata o tramandata in origine dal più grande cabalista di tutti i tempi Mosè, sappiamo che Mosè visse in Egitto ed ebbe una cultura esclusivamente egiziana e questo punto storico ci permette di ipotizzare che la cabala abbia subito delle influenze egiziane. Trascrivo alcune frasi di vitale importanza per ogni esoterico:
Cio che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso; per mezzo di queste cose si fanno i miracoli di una sola cosa. Tavola di Smeraldo di Ermete.
Trascrivo un altro principio fondamentale della cabala:
Kether è in Malkuth, Malkuth è in Kether.
Questi due principi sono uguali, facciamo un passo indietro, mitologicamente Mosè dovrebbe essere Tuthmosis, figlio di Toth, Toth coincide con Hermes. Questo ci fa ipotizzare che il concetto Ermetico e cabalistico coincidono direttamente o indirettamente. Vi trascrivo un altra frase:
Come in cielo così è in terra, Gesù
Possiamo comprendere che questo principio è importantissimo ma cosa significa? La mia interlocutrice afferma:
L'enunciazione della tavola ha un significato profondissimo che supera il principio di corrispondenza che è solo l'apparenza della frase in realtà vi si cela un concetto fondamentale della divinità e costituisce una delle poche verità afferrabili. Qui sono parzialmente d'accordo con lei, dal principio esposto nella tavola, in un contesto soggettivo da origine nella mia mente ad concetto filosofico. Noi siamo microcosmicamente il riflesso del creato, lasciando stare il concetto di Dio, perché Dio rappresenta la negatività, qualcosa che non posso concepire, se l'universo rappresenta il macrocosmo, l'uomo rappresenta un macrocosmo in miniatura, o meglio noi siamo dei piccoli universi, piccole scintille divine, mentre il creato rappresenta la grande,(compreso anche della nostra essenza) manifestazione divina. Noi siamo delle deità in miniature, siamo esseri materiali ma con un potenziale energetico infinita. Lei è in disaccordo con questa ultima frase, afferma che la teoria che siamo degli Dei sia totalmente errata, nata nel periodo rinascimentale con l'uomo moderno, forse ha ragione ma vivo in questo secolo, rappresento il futuro, non possiamo sempre vivere con concezioni passate, non dimenticarle ma trarre da loro il sapere e modellarle per la nostra epoca le nostre idee rappresentano già la storia per le generazioni future. Questo processo è l'evoluzione, è giusto guardare al passato, ma non possiamo sempre vivere con concetti non adattabili alla nostra società anche se veritieri, dobbiamo costruire la nostra strada, le nostre idee, con riferimento al passato ma non imitandolo o addirittura cercando di far riviverlo.
Ain è il centro dell'universo, lo zero, il punto pitagorico dalla quale hanno inizio tutti i punti, da Ain, nulla, inconoscibile, primo velo di esistenza negativa, ed ad avvolgerlo come due cerchi sovrapposti abbiamo altri due veli di esistenza negativa. Ain soph può essere infinitamente grande come infinitamente piccolo, questo velo esplode emanando energia che ha dato vita al creato che rappresenta il nostro universo sconosciuto e infinito.Ain soph è l'universo nella sua vastità, questa energia, ain soph mantiene in equilibrio i corpi celesti.
Si parla spesso delle dieci sante emanazioni, tralasciando la sephirah nascosta che rappresenta l'emanazione più "ambigua" e difficile da comprendere. Nel Daath troviamo il segreto della rigenerazione e della generazione, rappresenta la conoscenza ma anche la falsa conoscenza, è facile smarrire la ragione in Daath e scivolare nella falsa illusione penetrando i Qliphot. Il principio della rigenerazione contenuto nel Daath è importante per il giudaismo, evidenzia il concetto della bilancia cosmica. Daath è situato nel punto in cui l'abisso biseca il pilastro mediano, nell'immagine sotto, il glifo disegnato su una cattedrale gotica il daath corrisponde al rasone principale, anche se com'è ben noto il punto centrale è Tipharet ma Daath è sovrapposto. Studiando i Qliphot notavo che sono dieci contrapposti alle dieci sante emanazioni, correttamente i dieci gusci rappresentano le sephiroth prima di essere equilibrati o totalmente formate. per chiarire il concetto riscrivo un l'esempio di Mathers, immaginiamo le sephiroth come dieci vasche, kether si riempie e straripa in chokmah e così via, le sephiroth avverse dovrebbero rappresentare le vasche non ancora riempite o l'eccesso della sua essenza senza la sephiroth equilibratrice. Daath non ha un sephiroth avverso perché in essa è contenuta la dualità dei poli contrapposti, conoscenza e falsa conoscenza, e la sua posizione a mio parere cambia in funzione se ci troviamo nella conoscenza, allora Daath è situato sopra l'abisso, se invece siamo caduti in errore, quindi nella falsa conoscenza Daath è situato sotto malkuth.
Ovviamente queste sono riflessioni personali.