La ricerca di se.

hiram-abif
00martedì 22 febbraio 2005 21:30
Da sempre l'uomo si tormenta nell'eterno dubbio sulla sua reale natura.
Cercare se stessi...perchè l'uomo sembra avere, in ogni cultura, in ogni tempo, una domanta intrinseca nella sua stessa esistenza, quella stessa domanda che, ognuno di noi, vede nascere spontaneamente dentro se stesso.
perchè andiamo, vagabondando nei dubbi, alla ricerca di noi stessi?
Perchè cerchiamo qualcuno, che sappiamo, è in noi?
Cosa spinge alla ricerca di se?
sapete di qualcuno, nella storia che abbia trovato se stesso?
sergio.T
00mercoledì 23 febbraio 2005 09:18
Ancora?ancora questo storico errore?La soluzione e' semplice,a portata di mano...
Non esiste nessun se':e' solo un'illusione,una rappresentazione di coscienza....
L'io e' una costruzione "logica".Illusoria.
silentman13
00mercoledì 23 febbraio 2005 09:47
Quando iniziamo a vivere con consapevolezza, iniziamo anche ad accorgerci che il nostro corportamento spesso varia in base alle situazioni e alle persone che abbiamo di fronte.
Ciò ci fa credere di indossare delle "maschere", che nascondono l'essenza (il sè di cui parla Hiram).
Può esistere veramente un "nòcciolo" dentro di noi fisso e immobile che non muta in nessuna condizione?
Mi sembra un po' limitativo...
Ora vi farò un esempio di come vedo la ricerca del sè.
Ognuno di noi, quando nasce, è come un bel blocco di marmo candido. Da subito iniziamo a scolpirlo, sia noi sia tutti quelli che ci circondano.
Ovviamente più siamo piccoli e più veniamo plasmati dagli altri.
Crescendo ci conquistiamo la nostra indipendenza e iniziamo (si spera) a farci plasmare molto meno dagli altri.
Qui inizia la ricerca del sè, che per me rappresenta la ricerca della forma per noi più giusta.
Quest'opera non si concluderà mai, ma vedo positivamente questa cosa perchè il migliorarci porta vantaggi sia a noi che agli altri.

In conclusione vedo il sè come una cosa in continua evoluzione e la sua ricerca come un tentativo di "ingabbiare" qualcosa di libero, come il cercare di interrompere il fluire di un fiume, come il cercare di fermare il tempo in una foto.
Vi invito ad ascoltare attentamente il testo della canzone "Imparare dal vento" dei Tiromancino, rappresenta molto ciò che voglio dire.

Carpe diem
sergio.T
00mercoledì 23 febbraio 2005 10:32
Se il se' e' in "movimento" allora e' solo forma e non essenza.
Essenza e' immutabile e indivisibile.
Parliamo dunque di un "per se'"...;e' piu' consono al discorso.
L'"in se'"e' altro.
MAGUS ALTAIR
00giovedì 24 febbraio 2005 21:48
Re:

Scritto da: sergio.T 23/02/2005 9.18
Ancora?ancora questo storico errore?La soluzione e' semplice,a portata di mano...
Non esiste nessun se':e' solo un'illusione,una rappresentazione di coscienza....
L'io e' una costruzione "logica".Illusoria.



Io e Sè per te sono sinonimi? ma non lo sono per tutti, come saprai.
Ma non inoltriamoci sulla strada dei nominalismi.
Piuttosto porrei la questione sull'esigenza che moltissimi hanno
di "muoversi dentro", perchè stanno "male" nella condizione che la cultura
e la società ha creato per loro. E quando si sta male si cerca una
cura: non ci sono ragioni e logiche, è un istinto!
La ricerca di Sè è dunque una necessità per molte persone e io non
credo affatto sia un'illusione. Quantomeno non bisogna bloccarla
con ragionamenti: con la ragione si può dimostrare tutto e il
contrario di tutto, ma di fronte al "dolore" non c'è ragione che
tenga e si vuole guarire.
Io chiamo questo sintomo "religiosità" in senso lato, ma non importa
soffermarsi sulle definizioni, come dicevo prima.
E allora seguiamo questa voce interiore e abbiamo il coraggio di
vedere dove ci porta!

[Modificato da MAGUS ALTAIR 24/02/2005 21.50]

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