la conoscenza degli iniziati.

Pagine: [1], 2, 3
hiram-abif
00sabato 2 agosto 2003 19:46
Gli uomini e le donne iniziati all'esoterismo maturano una coscienza aperta ed un amore di grande vastità.
Secondo voi è il risultato dell'"appartenenza" o della "cosapevolezza"?

Un T:.F:.A:.Hiram
MAGUS ALTAIR
00sabato 2 agosto 2003 21:40
Se per appartenenza intendi il solo fatto di far parte della
fratellanza, di certo direi che essa da sola non basta, e che
dunque dipende dalla consapevolezza.
Gnomos
00sabato 2 agosto 2003 23:21
...

Consapevolezza dell'Appartenenza?



Momo-
00sabato 2 agosto 2003 23:25
Per quanto poco ne so...
Credo dalla consapevolezza, fosse "solo" per la fratellanza, sarebbe un po' una forzatura, anche perchè l'amore di cui parli dovrebbe essere universale non solo fra iniziati...[SM=g27829]
arielbianca
00domenica 3 agosto 2003 06:30
Essere consapevoli di appartenere tutti ad un unico disegno divino non puo' che aprire i nostri cuori verso tutti gli esseri viventi.Questo sopratutto pensando a chi vive l'angoscia della ricerca affannandosi in strade che lo portano a danneggiare gli altri e se stesso.



hiram-abif
00domenica 3 agosto 2003 11:04
Ariel....
La consapevolezza dell'appartenenza ad un unico fine, partendo da un unica origine...Tornare a casa ed amare la propria umana famiglia ed il resto del creato...Niente di più vero!
Entrambe le cose quindi ma compenetrate una nell'altra.
L'armonia della Sapienza genera la coscienza dell'umana famiglia.
Se voi , non siete persone speciali!....


Un inevitabile forte abbraccio...Hiram
arielbianca
00domenica 3 agosto 2003 11:48
Questo pensiero e' sempre di conforto quando attraverso momenti critici.Perche' la visione piu' ampia,fuori dal mio piccolo,mi fa capire che io non sono affatto piu' importante di altre persone che apparentemente potrebbero apparirmi.
Perche' anche se mi appaiono in forma negativa...quella non e' la loro reale sostanza. Sapendo che dentro ad ognuno c'e' una scintilla uguale che permettera' una ri-Unione, riesco ad andare oltre e tendere una mano o un sorriso,anche a chi non si aspetta niente...e non sempre viene ignorato.
A volte sono piccoli lampi di Luce.
Molte,molte altre imparo a essere piu' umile.

"Nell’affresco sono una delle tre figure dello sfondo…"

[Modificato da arielbianca 03/08/2003 11.52]

hiram-abif
00lunedì 4 agosto 2003 01:05
giusto e utile.
Credo tu abbia manifestato una grandezza che devo tenere sempre presente, L'umiltà.

Talvolta spicco voli per nascondermi al mondo,
ma una piccola luce mi indica
la strada del ritorno verso la serenità.
Quella Luce è l'altrui saggezza
ed il richiamo di chi ama e dice: "Torna!"

Hiram


MAGUS ALTAIR
00mercoledì 6 agosto 2003 07:44
L'umiltà spesso è impegnativa, se si ritiene di possedere una
conoscenza iniziatica, non pensate?
arielbianca
00sabato 9 agosto 2003 19:24
Il contrario dell'umilta' e' l'innalzamento dell'orgoglio. Difficile da gestire questo senso del Se.
Sembra sempre in agguato per ricordare che la strada e' ancora lunga.Ed e' terribilemente subdolo,perche' a volte non ci si accorge che l'umilta' che si pensa di possedere e mostrare e' solo apparente.
MAGUS ALTAIR
00domenica 10 agosto 2003 07:22
Infatti l'umiltà non è far vedere che si è umili, ma esserlo e basta.
.:avatar:.
00giovedì 14 agosto 2003 08:48
Ritengo che sia il risultato della consapevolezza, verso la quale una persona che segue un cammino iniziatico e' spinta.

Sull'umilta': e' giusto essere umili e capire che nonostante voliamo piu' in alto di altri uccelli, siamo ancora assai distanti dal sole. Ma secondo me e' altrettanto sbagliato far finta di non conoscere in nome di questa umilta'... Che senso avrebbe fare altrimenti? Anche il far sentire gli altri a proprio agio non sarebbe abbastanza e dopotutto non è valida nel caso della consapevolezza la frase "conoscere per servire"? Umili si, autonichilisti no.
hiram-abif
00domenica 5 ottobre 2003 17:17
L' umiltà
Essa è una condizione dettata dalla consapevolezza che vibviamo nell' eterno divenire e nella necessità continua di apprendere da qualunque fonte. Un uomo saggio è un ottimo allievo e vede maestra la vita stessa ed ogni evento.
Essere umili non significa annientare ciò che abbiamo compreso, ma ritenere l'appreso non ancora completante, quindi, avere le orecchie tese e gli occhi ben aperti al continuo imparare come il primo giorno.
L'uomo per sua condizione non è onniscente, l'uomo che veramente cresce ne è consapevole quindi umile.
Un saggio disse ad un suo allievo saccente: " Non posso insegnarti nulla! Sei come una tazza piena di thè! versare altro thè significherebbe far traboccare la tazza e versare il contenuto per terra. Tu sei pieno, o credi di esserlo e non hai più spazio per nient'altro!".
.:avatar:.
00lunedì 6 ottobre 2003 12:57
Questo e' assolutamente vero, non era mia intenzione metterlo in dubbio... Mi chiedevo invece quanto fosse giusto in nome di un "senso di umilta'" ignorare quel poco che noi siamo in determinati campi. E' vero che alla fine nessuno di noi puo' anche solo paragonarsi a cio' che tanto cerchiamo... ma sapere di non sapere non e' forse lo stesso un tipo di conoscenza? Piu' tentiamo di avvicinarci e piu' ci accorgiamo di essere lontani... Questa nostra consapevolezza non dovrebbe a mio avviso essere nascosta (ne tantomeno pero' ostentata): anche qui e' necessaria una sintesi fra quelli che appaiono quasi come due opposti, non trovate?
hiram-abif
00lunedì 6 ottobre 2003 17:34
osservazione intelligente.
E' molto vero ciò che affermi (non avevo letto bene i tuoi post, Scusami).
In effetti essere umile nei confronti dell'oggetto è giusto, ma non sminuirsi, come avviene per l'insicurezza, nei confronti di talune situazioni. Io sono un ottimo bassista, molto conosciuto in ambiente musicale ( anche da Jazzisti famosi che sono venuti ad ascoltarmi più volte, non sono professionista per scelta)sarebbe assurdo se sminuissi il mio valore (c'è molto ancora da imparare e sarà così per sempre), farlo mi avrebbe impedito di crescere e confrontarmi con i grandi musicisti e condividere con loro delle session stupende.
Anzi ritengo che il nostro ateggiamento corretto sia apprezzare ciò che siamo mantenendo un atteggiamento equilibrato e pronto a recepire tutti gli aspetti che si presentano proprio nel ramo a cui abbiamo saputo attingere di più.
La Sapienza è più grande di qualsiasi uomo , ma non per questo gli uomini devono tacere!
La musica è un continuo apprendere senza fine, ma non per questo nessuno può suonare.
Dio; più Lo conosci più Ne vedi la Vastità, ma non per questo devi nasconderti a Lui.
saman
00lunedì 24 novembre 2003 00:30
Re:

Scritto da: hiram-abif 02/08/2003 19.46
Gli uomini e le donne iniziati all'esoterismo maturano una coscienza aperta ed un amore di grande vastità.
Secondo voi è il risultato dell'"appartenenza" o della "cosapevolezza"?

Un T:.F:.A:.Hiram



Mmm... E' la consapevolezza che porta ad aprire mente e cuore o è l'avere di partenza mente e cuore "liberi" che porta alla consapevolezza?
Sto giusto rileggendo qualcosina di Nietzsche sulla generale incomprensione tra causa e risultato e mi è sorto il dubbio...[SM=g27818]
Un abbraccio.
hiram-abif
00lunedì 24 novembre 2003 10:37
....
E' l'innata predisposizione intellettuale che attraverso le domande intelligenti stimola le altrettanto intelligenti risposte?
Non è chiaramente identificabile quale dei due aspetti, tra consapevolezza e cuore/mente liberi, sia quello che agisce per primo; cuore mente e cosapevolezza sonon un unica cosa, in questo senso. La divisione ed i confini, sono stabiliti dall'uomo per meglio osservae i fenomeni.
Questo avviene in ogni cosa della vita.
Non tutti gli uomini hanno il "percorso" evolutivo identico anche se, in essenza, a mio avviso, "uguali"lo sono.Alcuni crescono prima nel "sentire" poi per esprimerlo usano l'intelletto, altri comprendono attraverso la noetica poi " sentono" col cuore.
Nel primo caso, gli stadi evolutivi e le personali esigenze che ne derivano, determinano l'apertura della mente che attraverso l'appreso mette il cuore in sintonia. Tale armonia è causa di relativa consapevolezza.
In modo contrario avviene per chi prima è coinvolto emotivamente, poi tale emozione viene razionalizzata dalla mante, il risultato a sua volta è armonizzato. Percorso diverso stessa meta. L'armonia è la chiave.
Questo salire sempre più in alto e sondare sempre più nel profondo manifesta l'ampiezza dello spirito.
MAGUS ALTAIR
00mercoledì 26 novembre 2003 09:53
Re: ....

Scritto da: hiram-abif 24/11/2003 10.37
Non tutti gli uomini hanno il "percorso" evolutivo identico anche se, in essenza, a mio avviso, "uguali"lo sono.



In che cosa consiste secondo voi questa uguaglianza? Lo chiedo a tutti,
perciò qualcuno potrebbe anche rispondere negandola...
saman
00giovedì 27 novembre 2003 00:49
Re: ....

Scritto da: hiram-abif 24/11/2003 10.37
E' l'innata predisposizione intellettuale che attraverso le domande intelligenti stimola le altrettanto intelligenti risposte?
Non è chiaramente identificabile quale dei due aspetti, tra consapevolezza e cuore/mente liberi, sia quello che agisce per primo; cuore mente e cosapevolezza sonon un unica cosa, in questo senso. La divisione ed i confini, sono stabiliti dall'uomo per meglio osservae i fenomeni.
Questo avviene in ogni cosa della vita.
Non tutti gli uomini hanno il "percorso" evolutivo identico anche se, in essenza, a mio avviso, "uguali"lo sono.Alcuni crescono prima nel "sentire" poi per esprimerlo usano l'intelletto, altri comprendono attraverso la noetica poi " sentono" col cuore.
Nel primo caso, gli stadi evolutivi e le personali esigenze che ne derivano, determinano l'apertura della mente che attraverso l'appreso mette il cuore in sintonia. Tale armonia è causa di relativa consapevolezza.
In modo contrario avviene per chi prima è coinvolto emotivamente, poi tale emozione viene razionalizzata dalla mante, il risultato a sua volta è armonizzato. Percorso diverso stessa meta. L'armonia è la chiave.
Questo salire sempre più in alto e sondare sempre più nel profondo manifesta l'ampiezza dello spirito.



Verissimo... Ma, date per vere queste correttissime osservazioni, non ti pare che la domanda iniziale perda un pò del suo senso?
Siamo (mi ci metto forse ingiustamente in mezzo...) così perchè questo è il nostro modo di essere...
Non potrebbe essere altrimenti... Sarebbe come chiedere a un melo di produrre delle albicocche... Il nostro unico modo di manifestarci è seguire la nostra natura, indipendentemente da dove o cosa abbia inizio e a cosa ci porti alla fine...
Un abbraccio.
saman
00giovedì 27 novembre 2003 01:04
Re: Re: ....

Scritto da: MAGUS ALTAIR 26/11/2003 9.53


In che cosa consiste secondo voi questa uguaglianza? Lo chiedo a tutti,
perciò qualcuno potrebbe anche rispondere negandola...



Beh, penso che "uguali" lo si sia per forza...
A parte le (banali) considerazioni umanitarie sui diritti di ogni essere vivente siamo, innanzitutto uguali nelle potenzialità.
Almeno per quanto la specificità di questo discorso...
Chiunque, ricco o povero, di destra o di sinistra, cattolico o pagano (o di qualunque altra religione) potrebbe sedersi un attimo e riflettere su sè stesso e su ciò che lo circonda...
Non tutti lo fanno... e qui, a uguaglianza di potenzialità, esce la differenza di percorsi...
Non tutti sono disposti a mettere in perenne discussione sè stessi...
Non tutti sono disposti a "revisionare" convinzioni che portano dall'infanzia, radicate al punto dall'essere, anche se non "sentite", un'abitubine...
Mi pare, spesso, sia dovuto anche a un discorso di comodo...
Per molti è preferibile sorbire una verità precotta che dannarsi a cercare la propria Verità. Si fa meno fatica...
Ed è giusto così...
Ognuno ha il proprio percorso da seguire...
E non è detto che il nostro sia preferibile...
Un abbraccio.
MAGUS ALTAIR
00giovedì 27 novembre 2003 12:25
Quindi vi sarebbe di fatto una differenza a livello di sviluppo
spirituale, se così vogliamo chiamarlo...
E questo non si riverbera forse in tutta la persona, che quindi diventa
sostanzialmente diversa dalle altre?
E quindi tale presunta uguaglianza potenziale non si attualizzerebbe
mai, ne sarebbe possibile pretenderla o forzarla...
settedinove
00giovedì 27 novembre 2003 13:49
Perché molti preferiscono subire una "verità precotta"? Più che un discorso di comodo forse dipende dal fatto che non vogliono cercare la verità perché non ne hanno affatto bisogno.
arielbianca
00venerdì 28 novembre 2003 07:56
Si potrebbe dire che in principio siamo stati tutti uguali e che alla fine potremmo divenirlo nuovamente ?

Ma la differenza che spicca nel tuo discorso,Saman, non riguarda solo la parte coscente dell'individuo? Che si interroga o non si interroga, che ha la capacita' o la necessita' di farlo.
Ma la parte nascosta, quella dove sono presenti aspetti di tutti che condividiamo seppure ne percepiamo appena qualche fioco bagliore...a quel livello non siamo forse Uguali?

Non so se sia proprio vero che alcuni non sentano la necessita' di porsi delle domande, forse non sanno quali domande farsi ne' quali percorsi intraprendere, quindi agiscono come possono...
Penso ad un contadino con dei semi di grano, li semina, aspetta che maturi, lo raccoglie, lo macina, ne fa del pane. Penso a chi non conosce quest'arte e mastica i semi di grano sperando di sentire un sapore che neanche conosce...
MAGUS ALTAIR
00sabato 29 novembre 2003 15:44
Re:

Scritto da: arielbianca 28/11/2003 7.56
Ma la parte nascosta, quella dove sono presenti aspetti di tutti che condividiamo seppure ne percepiamo appena qualche fioco bagliore...a quel livello non siamo forse Uguali?



Ti va di approfondire?
arielbianca
00sabato 29 novembre 2003 18:23
Piu' che approfondire, accenno appena.Non sono la eprsona piu' adatta a spiegare qualcosa che intuisco appena.
Mi riferivo alla parte comune a tutti noi, lo Spirito.
Che assieme al nostro corpo e l'anima ci costituisce.
La parte che con messaggi che non passano attraverso la ragione (la mente) ci "spinge" e ci trasmette sensazioni. Che ci sopravvive...
MAGUS ALTAIR
00sabato 29 novembre 2003 19:22
Ci si potrebbe anche riferire agli Archetipi dell'Inconscio Collettivo.
Che ne pensate?
hiram-abif
00domenica 30 novembre 2003 23:16
Ho gia espresso quelcosa sugli archetipi:
Nella tradizione kabalica sono settantasette e si dividerebbero
la coscenza del mondo tenendo l'uomo in obilo di se stesso e
vita dopo vita, ne annientano, i ricordi facendoli loro.
E' un argomento complesso, ma lo si può intuire con facilità.
Alcuni artisti del medioevo usavano dipingerli come giganti che divorano la testa di un uomo, lasciando il corpo.
Ognuno di noi ne avrebbe tre uno che si nutre della nostra energia vitale, uno dell'animica e l'altro condizionerebbe la sfera spirituale, lasciandoci all'epilogo di ogni vita, svuotati della nostra esperienza. Al momento della nuova nascita dovremo di nuovo ricominciare tutto da capo, per l'eternità, finchè non riusciamo vita dopo vita a comprendere come togliersi queste catene.
Ecco la ragione che ha creato le scuole iniziatiche; il quale motto è " Nosce te ipsum" Conosci te stesso! Se l'uomo diviene " consapevole di se", si libera dal soggiogamento dell'Archetipo ( o Arconte nello gnosticismo, Monade Nelle scuole Grache Platoniche ), divenendo dominatore dei suoi ricordi e dei suoi poteri.
Re, dunque, del mondo ( regno )ed, a questo punto, il suo ricongiungimento al Divino diviene una strada certa.
hiram-abif
00domenica 30 novembre 2003 23:24
Lo spirito..
L'addentrarsi nel nostro profondo, entrando in contatto con lo spirito, con la nostra essenza e divenendo consapevoli della sua esistenza iniziamo a far cadere il giogo che ci intrappola ed iniziamo la scalata verso la "luce".
pPer questo le scuole iniziatiche e le filosofie orientali iniziano dal Respiro, per indicare il primo livello di coscenza, quello del corpo, della via, per poi passare al corpo spirituale e giungere fino allo spirito, quindi "illuminarsi", divenire consci della propria essenza, "conoscere noi stessi".
(Scusate l'articolazione del discorsoe le varie ripetizioni, è tardi e sono un po stanco, ma ci tengo, nei limiti del possibile, ad essere il più chiaro possibile).
saman
00giovedì 4 dicembre 2003 23:09
Re:

Scritto da: MAGUS ALTAIR 27/11/2003 12.25
Quindi vi sarebbe di fatto una differenza a livello di sviluppo
spirituale, se così vogliamo chiamarlo...
E questo non si riverbera forse in tutta la persona, che quindi diventa
sostanzialmente diversa dalle altre?
E quindi tale presunta uguaglianza potenziale non si attualizzerebbe
mai, ne sarebbe possibile pretenderla o forzarla...



Si, certo, il tuo ragionamento regge benissimo...
Il problema (il mio problema...) è che non mi sento in grado di valutare a priori l'evoluzione spirituale di un'altra persona, a spiegarmi il perchè delle sue azioni, a giudicarne i motivi...
Ed è per questo che continuo a ritenete tutti uguali, uguali a me stesso e a chiunque altro...
Un abbraccio.
saman
00giovedì 4 dicembre 2003 23:15
Re:

Scritto da: settedinove 27/11/2003 13.49
Perché molti preferiscono subire una "verità precotta"? Più che un discorso di comodo forse dipende dal fatto che non vogliono cercare la verità perché non ne hanno affatto bisogno.



No, non credo... Tutti, più o meno, ci poniamo delle domande...
Mi è capitato di vedere persone, abituate a una vita tutt'altro che meditativa, porsi domande di incredibile profondità. Per un attimo sono stati toccati dal Dubbio. Un attimo soltanto, ma è successo. Poi? Poi si sono riadagiati nella loro vita... Il bisogno di Verità c'era, si è fatto sentire. Ma è molto più comodo trovare una risposta già pronta che andare a cercarla...
Un abbraccio.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:01.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com