leggerezza

jezabel
00giovedì 8 gennaio 2004 03:44
domanda apparentemente banale.

a qualcuno di voi capita di sentire un diperato bisogno di leggerezza?

vi capita di desiderare di essere un pò più stupidi in modo da non capire?in modo da non farvi domande?

vi capita di 'maledire' tutti i vostri studi e pensare che era meglio guardare la tv?

ogni tanto, a me, capita....[SM=g27825]
Azrael
00giovedì 8 gennaio 2004 05:33
Anche a me capita spesso... e non ci trovo niente di male ti dirò.

Credo sia fondamentale anzi, concedersi la leggerezza...
jezabel
00giovedì 8 gennaio 2004 06:11
e quando...
e quando non ci si riesce, e andare a bere qualcosa fuori con gli amici ti pare inutile e stupido?
ditemi che è un periodo...[SM=g27813]
arielbianca
00giovedì 8 gennaio 2004 07:48
Jez, ho osservato che molte persone piu' che necessitare di un periodo di "leggerezza" in realta'...non riescano a sopportarla.

Sembrano volerla e lo dicono continuamente mentre sono trafelate a fare o pensare tutto quello che devono ,a poi...al primo stacco dagli impegni...li rivogliono tutti quanti!

A volte e' piacevole mettersi sul divano avvolti in una coperta a guardare i vecchi film, no?

Jez, sara solo un periodo,che dici? [SM=x213434]
jezabel
00giovedì 8 gennaio 2004 17:12
difatti...
difatti come ho scritto nel 'pozzo' l'altra sera mi sono distratta uradndo un bellissmo film...[SM=x213434]
.:avatar:.
00venerdì 9 gennaio 2004 11:47
Nonostante anch'io come gli altri (e spero anche voi) trovi i miei momenti per ridere, scherzare e fare schiocchezze, rimango una persona fondamentalmente seria.
E' come se la parte piu' intima di me non volesse che scoprire la Verita' dietro a cio' che ci circonda: osservare, comprendere e poi agire secondo quel barlume di conoscenza (o consapevolezza) trovato. Non riesco a fare altrimenti, a malapena c'e' uno scorcio di leggerezza in stati di coscienza alterati.
Dopotutto per rilassarsi, distrarsi con sciochezze o semplicemente riposarsi e' necessario dimenticare le conseguenze delle nostre azioni?
Io la vedo cosi': se noi davvero sappiamo o vediamo qualcosa in piu' rispetto alla massa, credo anche che le nostre azioni dovrebbero adeguarsi di conseguenza. Ci e' stato dato di piu' e di piu' dobbiamo rendere.
Come la vedete voi? Non vorrei sembrarvi una persona poco-equilibrata... solo che credo che tutto (dalle azioni piu' serie a quelle piu' schiocche) debbano essere in linea con il nostro modo di vedere le cose (specialmente riguardo alle nozioni di giusto e di sbagliato). E' gia' difficile agire come vorremmo da seri... [SM=g27813]
jezabel
00venerdì 9 gennaio 2004 12:15
Re:

Scritto da: .:avatar:. 09/01/2004 11.47
Nonostante anch'io come gli altri (e spero anche voi) trovi i miei momenti per ridere, scherzare e fare schiocchezze, rimango una persona fondamentalmente seria.
E' come se la parte piu' intima di me non volesse che scoprire la Verita' dietro a cio' che ci circonda: osservare, comprendere e poi agire secondo quel barlume di conoscenza (o consapevolezza) trovato. Non riesco a fare altrimenti, a malapena c'e' uno scorcio di leggerezza in stati di coscienza alterati.
Dopotutto per rilassarsi, distrarsi con sciochezze o semplicemente riposarsi e' necessario dimenticare le conseguenze delle nostre azioni?
Io la vedo cosi': se noi davvero sappiamo o vediamo qualcosa in piu' rispetto alla massa, credo anche che le nostre azioni dovrebbero adeguarsi di conseguenza. Ci e' stato dato di piu' e di piu' dobbiamo rendere.
Come la vedete voi? Non vorrei sembrarvi una persona poco-equilibrata... solo che credo che tutto (dalle azioni piu' serie a quelle piu' schiocche) debbano essere in linea con il nostro modo di vedere le cose (specialmente riguardo alle nozioni di giusto e di sbagliato). E' gia' difficile agire come vorremmo da seri... [SM=g27813]



hai capito perfettamente quello che voglio dire.
tanto tempo fa un mio amico mi gurdò, e così, dal nulla, disse che avevo il viso severo dele statue greche.

anche io mi sento seria, dannatamente seria, e gli unici momenti di distrazione, detta come va detta, sono i momneti in cui sono in qualche modo alterata. nel senso di 'fuori'...

la gente altera il proprio stato di coscienza per vedere quello che noi vediamo normalmente,cosa che poi spesso non vedono comunque... io lo faccio per sentirmi più umana.
per comunicare con gli uomini.
è un bel casino.

ma il non essere sola, mi da forza, grazie...[SM=g27829]

[Modificato da jezabel 09/01/2004 12.16]

.:avatar:.
00venerdì 9 gennaio 2004 13:02
Io non ricorro all'uso di sostanze psicoalteranti. C'e' stato un tempo in cui ho sperimentato varie di queste per misurarne gli effetti in nome di miei ragionamenti sulla soggettivita' e sulla nostra percezione della realta'. Poi ho lasciato perdere, cosi' come ho lasciato perdere il modo di porsi di fronte ad alcune cose (come potrebbe essere il bere, il fumare): c'era il rischio una dipendenza legata al bisogno.
Io per essere quello che voglio non ho e non devo aver bisogno di sostanze... altrimenti mi sentirei come se avessi perso la mia battaglia personale.
Certo, aiutano molto, rendono piu' socievoli ed anche leggermente piu' spensierati... ma dobbiamo ricordarci che -cosa tanto fondamentale quanto spesso ignorata- noi rimaniamo noi stessi e tutto cio' che facciamo in tali stati viene da dentro di noi, non dalla sostanza in questione.
A parte i possibili effetti vari sull'organismo a causa di un uso prolungato di una qualsiasi di queste cose, pensiamo anche a quelli sulla psiche e -perche' no- sul proprio cammino Spirituale. La nostra mente sara' sempre piu' legata a queste cose, vedendole come l'unico mezzo di realizzazione personale in determinati momenti... avremo meno stima di noi stessi e saremo sempre piu' vincolati a qualcosa che invece non e' niente e non ha di per se alcun potere se non di distorcere in qualche modo il nostro punto di vista. Riguardo al cammino spirituale... se dobbiamo -in un modo o nell'altro- vincere la caoticita' e il richiamo cieco della materialita', questo bisogno non e' forse come un'ancora che ci impedisce di elevarci?

Posso capire l'uso, se casuale e fatto con moderazione e coscenza... ma non il bisogno. Mi spiace di non riuscire ad esserti di conforto...
settedinove
00venerdì 9 gennaio 2004 13:56
Mi trovo perfettamente in linea con quanto dice Avatar.
Però. vorrei capire meglio cosa intendi quando dici:" ci é stato dato di più e di più dobbiamo rendere" (scusa se cito la frase ma non ho ancora capito come cavolo fare per riprenderla nel post, Magus mi ammazza perché me l'avrà spiegato venti volte).
.:avatar:.
00venerdì 9 gennaio 2004 15:05
Quello che intendevo dire e' che conoscere anche solo un briciolo o un'intuizione della verita' delle cose comporta il dovere di agire di conseguenza. Una persona che, attraverso una determinata azione, fa male agli altri ma non lo sa ha colpe? No, perche' non sa cosa comportino le sue azioni. Ma se invece lo sapesse la questione sarebbe differente, perche' avrebbe consapevolezza dei suoi errori e su come perlomeno evitarli.
Proprio perche' sappiamo di piu' (o perlomeno ci poniamo la domanda) non possiamo agire con leggerezza. Ogni nostra azione ha una qualche conseguenza, bisogna avere soltanto l'occhio per vederle. E se vediamo non dobbiamo muoverci come i cechi, perche' altrimenti saremmo ancora piu' cechi di loro.
Il messaggio che vi sto proponendo, a dirla tutta, e' piuttosto frequente nel nuovo testamento.

ps: mi rendo conto anch'io che bisognerebbe discutere sull'oggettivita' di questa verita' o coscienza... Ma credo che, a prescindere da cio' in cui crediamo, a prescindere dal percorso che seguiamo, ci sia abbastanza in comune da capire cosa sto dicendo.

pss: uff oggi sono proprio arrugginito... spero si capisca qualcosa dai miei msg
jezabel
00venerdì 9 gennaio 2004 18:38
Re:

Scritto da: .:avatar:. 09/01/2004 13.02
Avatar...?Io non ricorro all'uso di sostanze psicoalteranti. C'e' stato un tempo in cui ho sperimentato varie di queste per misurarne gli effetti in nome di miei ragionamenti sulla soggettivita' e sulla nostra percezione della realta'. Poi ho lasciato perdere, cosi' come ho lasciato perdere il modo di porsi di fronte ad alcune cose (come potrebbe essere il bere, il fumare): c'era il rischio una dipendenza legata al bisogno.?
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hem, non vorrei fare la figura di qiella che non sono.
se tali problemi si presentano ora, significa che gliel'ho data su con le sostanze psicotrope...ma se ne puo parlare, magus?

anche la mia fu una ricerca, e ora che ho trovato molto più di quello che credevo di trovare, mi manca la leggerezza di quel tempo.

in qualche modo è la mia materia, è quello che ho studiato...era anche il mio lavoro.
la ricerca sulle sostanze psicotrope, intendo..

avatar, mia hai iuatato eccome, se non erro ho aggiunto un grazie, non ricordo dove...[SM=g27829]

mia associo alla domanda di sette...in che senso dovrenmmo restituire più degli altri?
sono troppo impegnata a rinsaldare me stessa per dare più di tanto agli altri->chiamatelo egoismo, io la chiamo autodifesa...[SM=g27823]

[Modificato da jezabel 09/01/2004 18.40]

ShiningRain
00venerdì 9 gennaio 2004 20:25
Re: e quando...

Scritto da: jezabel 08/01/2004 6.11
e quando non ci si riesce, e andare a bere qualcosa fuori con gli amici ti pare inutile e stupido?
ditemi che è un periodo...[SM=g27813]



si si...è pure il mio periodo...[SM=g27813]
Momo-
00venerdì 9 gennaio 2004 20:34
x sette: [SM=g27825] sei in compagnia..nemmeno io ho capito ancora come si fa..[SM=g27825]
jezabel
00venerdì 9 gennaio 2004 21:00
uh...
vai sul messaggio da quotare, e clicchi il pulstnte quote....

poi volendo elimini uana parte di quanto quotato....
semplice...[SM=g27829]
Momo-
00venerdì 9 gennaio 2004 21:19
...
[SM=g27828] grazie jezzina
Momo-
00venerdì 9 gennaio 2004 21:20
Re: uh...

Scritto da: jezabel 09/01/2004 21.00
vai sul messaggio da quotare, e clicchi il pulstnte quote....



veeerooo...

ehm..scusate l'interruzione[SM=g27821]

[Modificato da Momo- 09/01/2004 21.20]

settedinove
00sabato 10 gennaio 2004 10:16
Re: uh...

Scritto da: jezabel 09/01/2004 21.00
vai sul messaggio da quotare, e clicchi il pulstnte quote....

poi volendo elimini uana parte di quanto quotato....
semplice...[SM=g27829]



grazie, Jez[SM=g27822]
settedinove
00sabato 10 gennaio 2004 10:38
Cosa intendiamo però per leggerezza? Mi piacerebbe sentire il parere di Avatar in particolare che sul punto mi sembra estremamente "serio".
E' necessario che ci intendiamo sul termine non trovate?
Talora Jez ha la sensazione che trascorrere del tempo con gli amici a dire stupidate sia una perdita di tempo (mi sembra di aver correttemente interpretato ciò che intendevi). Ma allora mi viene da pensare che la maggior parte del tempo vissuto venga sprecato...Penso alle persone che sono costretta a vedere per motivi di lavoro, ai familiari con i loro problemi, agli adempimenti quotidiani così ripetitivi.. Tutto questo mi fa riflettere..
Ma allora qual'é il tempo veramente fruttuoso? [SM=g27818]
Momo-
00sabato 10 gennaio 2004 15:14
hai ragione, è proprio il caso di definire cosa si intende con "leggerezza", perchè è una cosa un po' vaga, detta così..[SM=g27818]
jezabel
00sabato 10 gennaio 2004 15:17
difatti...
non è nemmeno facile spiegare cosa intendo per leggerezza.

già lavorare lo considero discretamente leggero, lavoro poco, non mi pesa e mi da modo di 'non pensare troppo'

i familiari, i loro problemi, più che altro la nonna che è vecchia...
loro, alfin mi innervosiscono ma sono momenti di leggerezza, penso alle cose concrete e non mi faccio pare assurse quando li vedo.

quello che mi ha stancato è dovermi spesso sentirmi in obbligo di 'studiare', come se ancora andassi ancora all'università, o a scuola, come se un 'maestro interno' mi bacchettasse se almeno una volta al giorno non leggo, non mi informo in rete...

e purtroppo codesto maestro interiore mi spinge verso studi bellissimi, quali la demonologia e la stregoneria,e ad approffondire studi di antropologia che sento ancora acerbi...
studi che talvolta si fanno pesanti...

così mi sento spesso in colpa se guardo un film stupido alla tv inece che metter su cultura.

in questi giorni va un pò meglio, ma troppo spesso quando non lavoro mi dico 'meglio una serata in casa a leggere che spendere soldi al pub...'

sarà anche il freddo...[SM=g27829]

inoltre sto diventando seria con gli amici, me ne rendo conto, metto loro davanti alla realtà, quando a ragione cercano di dimenticarla per un pò.[SM=g27832]

sarà un periodo...
Momo-
00sabato 10 gennaio 2004 15:22
ho capito perfettamente, perchè anche io sono un po' così, quando non so le cose, o non ho voglia di fare qualcosa di più serio, mi sento in colpa, può essere un periodo, ma secondo me è anche un fatto caratteriale, io lo vedo come un difetto comunque, nel senso, che è uno "squilibrio" personale che bisognerebbe correggere..non la vedo come una cosa da coltivare, come forse la vede Avatar.
arielbianca
00domenica 11 gennaio 2004 07:15
Se la leggerezza e' un bisogno...perche' mai dobbiamo reprimerlo?[SM=g27822]
Questo senso del dovere che in alcuni casi fa nascere il senso di colpa...da dove nasce secondo voi?


Per Avatar: secondo te essere seri e ridere e scherzare sono due aspetti che non possono convivere contemporaneamente in una persona? Me lo sono chiesta perche' benche io rida spesso e mi diverta continuamente, penso di essere seria nello stesso tempo. Seria e non triste,seria e non nervosa o stressata, capisci?
Se le mie azioni non fossero in linea con cio' che Voglio ottenere... devo forse forzarmi per fare cio' che Devo fare oppure agire seguendo i miei impulsi e osservare cosa succede?
Quanto ci fa bene controllare le nostre azioni e quanto invece imparare da esse?

[Modificato da arielbianca 11/01/2004 7.27]

settedinove
00domenica 11 gennaio 2004 13:27
Domanda complessa, Ariel
Non credo si debba ignorare l'impulso che ci spinge ad agire in un modo piuttosto che in un altro, significherebbe reprimersi e per me rinunciare forzatamente a qualcosa vuol dire che stiamo usando una sorta di "violenza" su noi stessi. Nel caso di specie, secondo me la scelta di escludere i cosiddetti comportamenti leggeri dovrebbe arrivare semmai spontaneamente senza alcuna pianificazione.
Mica facile, però! Anch'io come Jez mi sento in colpa, talora, se non mi dedico ad accumulare cultura. Forse però si tratta di un vero bisogno quindi vale la pena di osservarlo attentamente, no?[SM=g27829]
MAGUS ALTAIR
00domenica 11 gennaio 2004 20:39
Altra domanda
Quindi la questione sarebbe: ci sono dei comportamenti che sono
incompatibili con il nostro stato interiore, nel senso che non solo
ostacolano la propria evoluzione ma addirittura la possono far retrocedere?

La domanda non è priva di senso, tuttavia mi chiedo e vi chiedo:
per dire che un certo atteggiamento è incompatibile con "me" devo
ovviamente conoscermi bene, per essere certo che esso non corrisponda
invece ad una parte di me non del tutto consapevole o comunque negata
a causa della morale comune o di mie proprie convinzioni personali.
Il rischio cioè consiste nel raccontarsi una fiaba su come siamo
ed invece noi siamo diversi ed abbiamo BISOGNO d'altro, anche se
non ci pare possibile o accettabile (spesso è la seconda!).
Questo "altro" potrebbe essere proprio, in tutto o in parte, ciò che
la nostra parte consapevole chiama "leggerezza".

[Modificato da MAGUS ALTAIR 11/01/2004 20.40]

arielbianca
00lunedì 12 gennaio 2004 07:49
Potrebbe far paura accettare di seguire un impulso che crediamo possa farci arrestare nel cammino o addirittura retrocedere.

E non sarebbe proprio questa paura frenarci invece? Credo che in questo caso come in altri, o la affrontiamo e conosciamo o ci blocchiamo davvero nel cammino....
.:avatar:.
00lunedì 12 gennaio 2004 17:51
Credo che il problema sia la nozione di leggerezza che ciascuno di noi possiede...

Io non mi riferivo al ridere, scherzare, e sul divertirsi... bensi' sull'atteggiamento che ci poniamo in QUALUNQUE cosa. Certo, un atteggiamento leggero, inteso come incurantemente spensierato, si manifesta piu' facilmente nei comportamenti sopraelencati eppure non si limita in tal modo.
Non fare pause, vivere da seri ed imbronciati e' tanto dannoso quanto il fare soltanto l'opposto. Possiamo fare ogni cosa, purche' con Intelligenza.
Se ci ricordiamo di usare sempre "la testa", se ci ricordiamo che non siamo i soli a questo mondo, non esiste un qualcosa che non possiamo fare.
Momo-
00lunedì 12 gennaio 2004 20:33
[SM=g27811] in questo caso..sono d'accordo con te
settedinove
00lunedì 12 gennaio 2004 22:03
concordo [SM=x213431]
Avatar, quando scrivi una barzelletta sul forum?
Adesso io vado a scriverne una..[SM=g27823] [SM=g27823]
jezabel
00lunedì 12 gennaio 2004 22:38
Re:

Scritto da: settedinove 11/01/2004 13.27
Domanda complessa, Ariel
Non credo si debba ignorare l'impulso che ci spinge ad agire in un modo piuttosto che in un altro, significherebbe reprimersi e per me rinunciare forzatamente a qualcosa vuol dire che stiamo usando una sorta di "violenza" su noi stessi. Nel caso di specie, secondo me la scelta di escludere i cosiddetti comportamenti leggeri dovrebbe arrivare semmai spontaneamente senza alcuna pianificazione.
Mica facile, però! Anch'io come Jez mi sento in colpa, talora, se non mi dedico ad accumulare cultura. Forse però si tratta di un vero bisogno quindi vale la pena di osservarlo attentamente, no?[SM=g27829]



sono contenta che la mia domanda non fosse una sciocchezza...

settedinove ha compreso benissimo.
comunque sabato ,con tanto di febbre, sono uscita e mi sono divertita.

ho avuto la conferma che riesco ad essere 'leggera', ma ho anche molto bisogno di restare da sola, parte della giornata, almeno...

[SM=g27825]

e qui sta il problema...
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