no prob.
dunque, magari è stata una scoperta solo per me che ero e in parte sono ancora, legato ad una concezione manicheista degli opposti.
ma nella pratica del Tjq scopri a livello pratico (e conseguentemente in tutti gli altri livelli) l'equilibrio delle cose, l'alternarsi del pieno e del vuoto, e le tensioni che ci "sbatacchiano" fra cielo e terra (chiaramente nei loro significati simbolici.
compreso questo ho capito che l'equilibrio da raggiungere non lo si ottiene isolandosi da un elemento per esaltarne l'opposto (e qui parlo dell'ascetismo) ma acquietandoli entrambi e conoscendoli abbastanza da poterci vivere senza cadere nell'uno e nell'altro.
probabilmente sono stato poco chiaro...
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