00 15/08/2003 09:20
Dove si trova la porta
Tratto dal sito del municipio di Roma:

"E' in un angolo di piazza Vittorio quanto resta della villa di proprietà del marchese Massimiliano Palombara, ricco cultore di discipline esoteriche nella Roma della seconda metà del Seicento. La villa aveva un giardino segreto, e in questo si trovava una dependance con una porta (tutt'oggi visibile) nota come "magica". Ma sarebbe più preciso chiamarla "porta alchemica", dato che su ogni sua parte, dall'architrave al gradino, sono visibili enigmatiche espressioni latine che, nella loro mescolanza di astrologia, mitologia e religione, costituirebbero una formula per la fabbricazione dell'oro. Il marchese Palombara, tipico esponente di quell'occultismo erudito così diffuso nell'Europa di allora, era amico e protettore di astrologi e alchimisti, che riuniva nella sua villa per discutere di "segrete essenze" e per ricercare l'oro alchemico. Si narra che un giorno si presentò al cenacolo del Palombara un giovane milanese, preceduto da fama di mago e taumaturgo: Giuseppe Francesco Borri, scacciato dal collegio dei Gesuiti dove studiava perché più interessato all'occulto che alla teologia. Borri chiese al marchese un grosso finanziamento e la possibilità di fare esperimenti nel suo laboratorio per trovare la pietra filosofale. Dopo lunghe ricerche in gran segreto, un giorno il giovane alchimista sparì, lasciando a testimonianza del lavoro compiuto un po' d'oro e alcune pergamene su cui erano tracciati incomprensibili segni e oscure formule latine. Il Palombara pensò trattarsi del metodo per ottenere l'oro alchemico. Furono interpellati i maggiori sapienti del tempo, ma nessuno riuscì a decifrare quei segni e quelle formule. Alla fine il nobiluomo rinunciò e fece incidere il tutto sulla porta, nella speranza che qualche esperto di passaggio riuscisse ad illuminarlo sul significato. Non lo trovò mai. Erano frasi senza senso quelle del Borri? Sembra di no, se nel 1963 Elémire Zolla, antropologo e studioso di storia del misticismo e dell'esoterismo, ha accertato che le incisioni della Porta Magica fanno parte di un documento iniziatico e filosofico di notevole valore. Non un ciarlatano, dunque, il Borri, ma un uomo di cultura del pieno Barocco.=


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel