Si intitola così l'ottavo capitolo del "Rituale dell'alta magia" di Eliphas Levi, ed inizia:
-Come altre volte si è detto, le operazioni della scienza non sono senza pericoli; possono portare alla follia coloro che non sono assai forti sulla base di una ragione suprema, assoluta e infallibile; possono sovraeccitare il sistema nervoso e procurare tremende e incurabili malattie; possono, quando l'immaginazione rimanga colpita o spaventata, produrre uno svenimento e magari la morte per congestione cerebrale. Non sapremmo dunque a sufficienza allontanare le persone nervose, naturalmente esaltate, le donne, i giovani, e tutti coloro che non si dominano perfettamente e che non sanno essere padroni dei propri terrori.-
Anche nel "Dogma" Levi, parla di eventi terribili, se si compiono errori durante questo cammino, parla di morte di pazzia, afferma anche, che una volta imboccata questa strada, non la si deve più abbandonare, pena qualche altra tragedia.
Come interpretate voi queste cose? dei rischi reali, e allora portati da cosa precisamente, solo dal rischio di "spaventarsi", come si legge nell'ultima riga, oppure sono solo teatralità proprie della sua epoca, che servono magari ad allontanare chi non si interesserebbe sul serio alla cosa, una sorta di selezione?
Ad esempio in "introduzione alla magia" a cura del gruppo di UR, questi avvertimenti non ci sono ma è stato scritto attorno agli anni venti o trenta, quindi forse dipende molto dall'"epoca" in cui sono stati scritti questi libri..
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Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.
Vittorio Alfieri, Il Misogallo