00 10/10/2003 10:37
Questo campo di studi è in sostanza parte integrante delle mie esperienze di studi, pur frequentando la facoltà di filosofia, mi sono specializzato in filosofia della scienza e più precisamente in filosofia della mente, questo campo di studi molto settoriale unito ad una buona dose di faccia tosta mi ha permesso di collaborare anche a ricerche oggi piuttosto apprezzate come l'individuazione dei neuroni specchio. Credo quindi di parlare con cognizione di causa dicendo che l'ostinazione della stampa scientifica divulgativa di associare una scoperta neurofisologica ad una spiegazione di processi mentali è, dal punto di vista strettamente scientifico una vera e propria cantonata. I più grandi autori e ricercatori (Dennet, Hoastfader, Putnam, Chamler ecc.) propongono in modo evidente la differenza fra mente e cervello, due "parti" correlate ma differenti. Cadere nell'errore di associare un processo biochimico all'emozione è semplicemente quel che si dice "empirismo ingenuo" o "materialismo fideista". Questa posizione non solo non giustifica il nesso fra processo biochimico e percezione dello stesso ma ignora i fondamenti stessi della ricerca del settore che si basano sull'assunto base dell'isomorfismo funzionale. Quindi, senza entrar ulteriormente nel dettaglio, è ben possibile che i processi emotivi della corteccia vengasno influenzati e in un qualche modo diretti da stimoli biochimici provenienti dall'amigdala (che a sua volta reagisce agl'ormoni ipofisei, alle stimolazioni sinaptiche dell'area ipotalamica ecc. -quindi a ben vedere non esiste mai una "origine unica" ma una correlazione di intercause-)ma dire che tali stimoli "siano" l'amore sarebbe come dire che il martello che colpisce il nostro dito sia "il dolore". Spero di essermi spiegato con sufficiente chiarezza. ....purtroppo la divulgazione scientifica a livello popolare risente di articolisti più neo-positivisti che altro.

Benedizioni