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IL MISTERO DI RENNES LE CHATEAU

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    gollum2003
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    00 30/04/2004 11:20
    Eccomi qui allora per soddisfare sia la mia che la vostra curiosità:
    il tutto nasce qualche sera fa quanto in TV vedo una trasmissione che parla di strani fatti accaduti in un paese della Francia, Rennes le Chateau.
    Tali fatti riguardano la chiesa cattolica o quanto meno qualcosa collegato alla chiesa, io sinceramente non ne avevo mai sentito parlare e tanto meno ero a conoscenza di determinate cose che comunque sono confermate dalla storia; per esempio che Maria Maddalena è morta e sepolta in Francia. Ne sapevo chi erano i Catari, ne sapevo chi erano i Merovingi e i Carolingi, ne sapevo che cos’era il “Priorato di Sion”.
    La cosa mi ha interessato moltissimo e in questi ultimi giorni ho cercato di leggere più cose possibili su questa storia, ho provato a confrontarmi con amici e anche in famiglia ma nessuno sapeva cosa stavo dicendo, ho provato ad accennarlo anche al mio parroco ma la sua risposta è stata “……….lascia stare cose che non ti competono e di difficile comprensione per tutti, sono tutte fantasticherie della gente ignorante”.
    La storia mi lascia molto perplesso, nel mio annuncio sul forum ho parlato di varie morti strane di persone legate a questa storia, gli ultimi 3 nel 1967 pochi giorni dopo che fu pubblicato un librettino firmato da loro, i tre morirono a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, all’epoca i casi vennero chiusi definendoli come suicidi…….tutti e tre furono trovati impiccati!!!!!!! Ma è dal 1200 che questa storia provoca delle morti strane, almeno quelle conosciute.
    Dopo questa mia breve introduzione vorrei riportarvi quanto ho trovato, tutti gli scritti che inserirò non sono miei ovviamente, ma sono testi tra i più importanti che ho trovato, ci sarà molto da leggere per cercare di capire qualcosa, io ho iniziato dal librettino non capendo assolutamente nulla, poi leggendo altre cose e rileggendo lo stesso librettino qualcosa di più ho capito……ma comunque la storia anche per gli esperti rimane ancora oggi un mistero.
    Non inserirò tutto in una volta sola per non stancarvi, ma aggiungerò pezzo per pezzo:


    LE SERPENT ROUGE, NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS scritto in lingua francese nell’ottobre del 1966 e pubblicato il 17 gennaio del 1967 da tre autori: Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston de Koker, tutti e tre morti subito dopo la pubblicazione.

    L E S E R P E N T R O U G E

    di Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent, Gaston De Koker

    (Le "x" che si vedono nel testo sono cancellature.)

    PONTOISE - 17 GENNAIO 1967

    Acquario
    Come sono strani i manoscritti di questo Amico,
    grande viaggiatore dell'incognito,
    essi mi sono apparsi separatamente, tuttavia formano un tutto per colui che sa
    che i colori dell'arcobaleno uniti danno
    l'elemento bianco, o per l'artista che
    sotto il suo pennello, fa dalle sei tinte
    della sua tavolozza magica, sorgere il nero.

    Pesci
    Questo Amico, come posso presentarvelo? Il suo nome resterà un mistero,
    ma il suo numero è quello di un sigillo celebre. Come descrivervelo?
    Forse come il navigatore dell'arca
    imperitura, impassibile come una colonna
    sulla sua roccia bianca, che guarda verso il
    mezzogiorno, al di là della roccia nera.

    Ariete
    Durante il mio sofferto pellegrinaggio, ho
    tentato di aprirmi con la spada
    una strada attraverso la vegetazione
    inestricabile dei boschi. Avrei voluto
    arrivare alla dimora della Bella
    Addormentata in cui certi poeti vedono la Regina
    di un regno scomparso. Alla disperazione di ritrovare il cammino,
    le pergamene di questo Amico furono per me il Filo di Arianna.

    Toro
    Grazie a lui, ornai a passo moderato e con sguardo su (rivolto verso l'alto),
    io posso scoprire le sessantaquattro pietre disperse del cubo perfetto che
    i Fratelli della Bella del bosco nero,
    sfuggendo all'inseguimento degli usurpatori,
    avevano seminato sulla strada quando fuggirono dal Forte bianco.

    Gemelli
    Riunire le pietre sparse, lavorare con la squadra ed il compasso per
    rimetterle nell'ordine regolare, cercare la
    linea del meridiano che va da Oriente
    a Occidente, poi guardando dal Sud al Nord,
    infine in tutti i sensi per ottenere
    la soluzione cercata, facendo sosta davanti alle quattordici pietre
    marcate con una croce. Il cerchio era l'anello e corona, ed esso
    (era) il diadema di questa Regina del castello.

    Cancro
    Le lastre del pavimento a mosaico del luogo sacro potevano essere
    alternativamente bianche o nere, e Gesù, come Asmodeo,
    sorvegliava i loro allineamenti. Il mio sguardo sembrava incapace
    di vedere la cima dove dimorava nascosta la meravigliosa addormentata.
    Non era stato Ercole con la potenza magica,
    come decifrare i misteriosi simboli
    impressi dagli osservatori del passato. Nel santuario tuttavia l'acquasantiera,
    fontana d'amore dei credenti che ridà il ricordo di queste parole:
    CON QUESTO SEGNO TU lo VINCERAI.

    Leone
    Di colei che io desidero liberare, salgono verso di me gli effluvi del
    profumo che impregnano il sepolcro. Una volta alcuni l'avevano chiamata:
    ISIDE, regina delle sorgenti benefiche,
    VENITE A ME VOI TUTTI
    CHE SOFFRITE E CHE SIETE OPPRESSI E IO VI DARO' SOLLIEVO,
    ALTRI MADDALENA, dal CELEBRE vaso colmo di balsamo guaritore.
    Gli iniziati conoscono il suo vero nome: NOSTRA SIGNORA DES CROSS.

    Vergine
    Io ero come i pastori del celebre pittore
    Poussin, perplesso davanti l'enigma:
    "ET IN ARCADIA EGO!". La voce del sangue,
    vuole rendermi l'immagine di un passato ancestrale. Si, il lampo del genio attraversa il mio pensiero, rivedo, comprendo! Io conosco ora questo segreto favoloso. E meraviglia, al momento dei salti dei quattro cavalieri, gli zoccoli di un cavallo avevano lasciato quattro impronte sulla pietra, ecco il segno che
    DELACROIX aveva lasciato in uno dei tre dipinti della cappella degli Angeli. Ecco la settima sentenza che
    una mano aveva tracciato:
    ESTRAIMI DAL FANGO, PERCHE' IO NON VI RESTI AFFOSSATO.
    Due volte IS, imbalsamatrice e imbalsamata, vaso miracoloso dell'eterna Dama Bianca delle Leggende.

    Bilancia
    Cominciato nelle tenebre, il mio viaggio non poteva terminare che nella luce.
    Alla finestra della casa diroccata
    contemplavo attraverso gli alberi spogli
    dell'autunno la vetta della montagna. La croce di creta si distaccava sotto il sole del mezzogiorno, era la quattordicesima e la più grande di tutte con i suoi 35 centimetri.
    Eccomi dunque a mia volta cavaliere sul destriero divino che cavalcava l'abisso.

    Scorpione
    Visione celeste per colui che mi ricordano le quattro opere di Em.
    SIGNOL, intorno alla linea del Meridiano, nello stesso coro del santuario
    da dove irradia questa sorgente d'amore degli uni per gli altri.
    Io ruoto su me stesso passando con lo sguardo la rosa del P a quella dell'S,
    poi dall'S al P. E le spirali nel mio spirito diventano un polipo mostruoso che espelle il suo inchiostro. Le tenebre che assorbono la luce, ho un capogiro e porto la mia mano sulla mia bocca, mordendo istintivamente il palmo, forse come OLIER nel suo feretro.
    Maledizione,io comprendo la verità. E' il passaggio, ma egli stesso facendo il bene, come xxxxxxxx QUELLO della tomba fiorita. Ma quanto hanno saccheggiato la casa, non lasciando che cadaveri imbalsamati e numeri di metallo che non avevano potuto importare? Quale strano mistero cela il nuovo Tempio di SALOMONE edificato dai bambini di Saint VINCENT?

    Ofiuco o Serpentario
    Maledicendo i profanatori nelle loro ceneri e coloro che vivono sulle loro tracce, uscendo dall'abisso dove era stato tuffato, compiendo il gesto d'orrore:
    "Ecco la prova che del sigillo di SALOMONE io conosco il segreto, che xxxxxxxx di questa REGINA ho visitato le dimore nascoste". A questo, Amico Lettore, guardati di aggiungere o togliere uno iota ... Medita, medita ancora, il vile piombo del mio scritto contiene forse l'oro più puro.

    Sagittario
    Ritornando allora alla bianca collina, il cielo avendo aperte le sue cateratte,
    mi sembra di sentire vicino una presenza, i piedi nell'acqua come
    colui che riceve il segno del battesimo.Ruotando ad est, di fronte a me vidi
    srotolando senza fine i suoi anelli l'enorme
    SERPENTE ROSSO citato dalle pergamene, salato e amaro, l'enorme bestia aizzata (scatenata) davanti i piedi di questo monte bianco, rosso per la collera.

    Capricorno
    La mia emozione fu grande, "ESTRAIMI DAL FANGO", dicevo, e il mio risveglio fu immediato. Ho omesso di dirvi in effetti che questo era un sogno da me fatto questo 17 GENNAIO, festa di San SULPICIO.
    A seguito del mio turbamento persistente, ho voluto, dopo le riflessioni di rito, riferirvi un racconto di PERRAULT.
    Ecco dunque Amico Lettore, nelle pagine che seguono, il risultato di un sogno che mi aveva cullato nel mondo dallo strano all'ignoto.
    A Colui che è il passaggio per fare il bene [o: A colui che sembra di fare il bene, o ancora: A Colui che cessa di fare il bene(?)].



    I tre autori del piccolo opuscolo morirono subito dopo la pubblicazione in circostanze poco chiare anche se i tre casi di morte vennero archiviati come suicidi.
    Questa conclusione è però poco soddisfacente dato che è quasi inverosimile pensare che solo dopo tre mesi dall'uscita del loro libro tutti e tre gli autori avessero avuto problemi così gravi, o così gravi e profondi squilibri, da spingerli a mettere in atto quell'estremo gesto; non tutti e tre assieme comunque.
    Qualcosa doveva averli spinti alla morte.
    Qualcuno in effetti ipotizzò che forse furono uccisi, condannati a morte da qualche tribunale iniziatico perchè colpevoli di aver violato la regola del "Silentium".
    Ciò che avevano dato alle stampe forse non era tutta "farina del loro sacco", come si dice da noi, ma bensì ciò che avevano racchiuso in quelle pagine, altro non era che una trascrizione fedele di alcuni passi tratti da manoscritti segreti accessibili solo da alcuni iniziati.
    Tali scritti avrebbero dovuto restare nascosti alla massa ma con il loro lavoro (e proprio grazie ad esso) tutti ora potevano prendere visione di quell'antico segreto, scritto in modo oscuro, ma chiarissimo per chi sapeva leggere i simbolici significati.
    Mettere mano a certi documenti di proprietà di qualche setta segreta non è cero facile.
    O i tre scrittori vi erano entrati in possesso "casualmente" (ma nulla avviene per caso..) e fiutando il grosso affare letterario avevano trascritto e epubblicato tali documenti, oppure, Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, altri non erano che membri essi stessi di una setta.
    Comunque fosse, pubblicando "LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS", i tre avevano involontariamente firmato anche la loro condanna a morte.
    Naturalmente queste sono conclusioni di alcuni espresse per cercare di dare una risposta plausibile a quanto successe a loro dopo l'uscita del libro.
    L'opuscolo in questione è composto da n. 13 pagine; nelle prime 5 troviamo l' Avant-Propos, nelle altre vi sono le immagini della Chiesa di Saint-Germain de Prés, delle tombe di re merovingi scoperte nella stessa chiesa, della copertina di un opuscolo pubblicato nel 1861 "Gnomon Astronomique", la genealogia merovingia, la Gallia del 511, la Gallia del 632 circa, della Chiesa di S. Sulpice, la pianta della stessa Chiesa (ed il meridiano di Parigi) ed il quartiere Saint-Germain del 1615 (anche qui vi è indicato il meridiano).
    Seguono tredici strofe e ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco. La tredicesima strofa, terz'ultima in ordine di apparizione, ha il simbolo di Ofiuco o Serpentario.
    Leggendo poi la descrizione degli interni della chiesa di Rennes-Le-Château ci si accorge di quante analogie vi siano con il luogo descritto in questo testo e la chiesa stessa.

    Che cosa rivelerebbe di tanto grave "Il Serpente Rosso", a parte le chiare analogie con la chiesa di Rennes-Le-Château, come vedremo nella pagina che segue? Forse questo testo rappresenta la chiave di lettura per svelare i segreti di Rennes? O è una specie di mappa per arrivare al fantomatico tesoro che si ipotizza essere nascosto in quei luoghi? Considerando le varie e strane morti disseminate sulla strada che conduce alla chiesa di Rennes o attorno a questo libro, si può affermare che cercare di capirci qualcosa, o averci a vuto a che fare qualcosa, sia stato per tutti un grosso rischio. L'abate Gélis, amico e confidente di Saunière (personaggio principale delle vicende di Rennes-le-Château) verrà ucciso e trovato con il cranio fracassato. La sua tomba è orientata verso Rennes-le-Château e sulla stessa è impresso un simbolo dei Rosa-Croce. Gli autori del Il Serpente Rosso furono trovati impiccati, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker prima e Pierre Feugere il giorno dopo. La nipote di Marie Dénarnaud (amica e governante di Saunière) alla quale la Dénarnaud aveva regalato dei gioielli, verrà trovata assassinata. Questi gioielli provenivano da un'oreficeria visigota. L'assassino verrà scoperto e fù accertato che era membro di una setta segreta. Ma altri fatti strani, luttuosi e misteriosi si susseguono. Da molti anni si lavora sugli enigmi di Rennes-Le Château e anche se ancora non si è venuti a capo di nulla che sia veramente credibile e provato, c’è chi assicura che a Rennes sia nascosto il Graal, o sconvolgenti segreti sul cristianesimo e sul Cristo o, ancora, il favoloso tesoro dei Templari, o quello dei Visigoti, o quello dei Catari, o la vera storia delle società segrete, o il tesoro della corona francese.... Qualcuno sostiene che nella chiesa di Rennes l'Abate Saunière avesse veramente trovato il Graal o l'Arca dell'Alleanza; certi invece sostengono che avesse trovato un luogo di culto segreto, considerato anche che, nelle decorazioni della chiesa, vi sono molti simboli rosacrociani e alchemici che è difficile trovare in altre chiese. O forse il tesoro del Tempio di Salomone, trafugato dai romani il 70 d. C., e riconquistato dai barbari quando saccheggiarono Roma, passato ai Visigoti e successivamente ai Templari... Nessuno ancora oggi ha dato una risposta alle tante ipotesi, uno smentisce l'altro, ma nessuno è ancora riuscito a formulare un'ipotesi suffragata dalle prove e dalla realtà dei fatti.




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    gollum2003
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    00 30/04/2004 11:35
    inserisco altri testi trovati, fate attenzione che in alcuni casi delle spiegazioni si ripetono, ma servono per avere altri elementi di valutazione

    I tre autori del piccolo opuscolo morirono subito dopo la pubblicazione in circostanze poco chiare anche se i tre casi di morte vennero archiviati come suicidi.
    Questa conclusione è però poco soddisfacente dato che è quasi inverosimile pensare che solo dopo tre mesi dall'uscita del loro libro tutti e tre gli autori avessero avuto problemi così gravi, o così gravi e profondi squilibri, da spingerli a mettere in atto quell'estremo gesto; non tutti e tre assieme comunque.

    Qualcosa doveva averli spinti alla morte.
    Qualcuno in effetti ipotizzò che forse furono uccisi, condannati a morte da qualche tribunale iniziatico perchè colpevoli di aver violato la regola del "Silentium".
    Ciò che avevano dato alle stampe forse non era tutta "farina del loro sacco", come si dice da noi, ma bensì ciò che avevano racchiuso in quelle pagine, altro non era che una trascrizione fedele di alcuni passi tratti da manoscritti segreti accessibili solo da alcuni iniziati.
    Tali scritti avrebbero dovuto restare nascosti alla massa ma con il loro lavoro (e proprio grazie ad esso) tutti ora potevano prendere visione di quell'antico segreto, scritto in modo oscuro, ma chiarissimo per chi sapeva leggere i simbolici significati.
    Mettere mano a certi documenti di proprietà di qualche setta segreta non è certo facile.
    O i tre scrittori vi erano entrati in possesso "casualmente" (ma nulla avviene per caso..) e fiutando il grosso affare letterario avevano trascritto e epubblicato tali documenti, oppure, Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, altri non erano che membri essi stessi di una setta.
    Comunque fosse pubblicando "LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS", i tre avevano involontariamente firmato anche la loro condanna a morte.
    Naturalmente queste sono conclusioni di alcuni espresse per cercare di dare una risposta plausibile a quanto successe a loro dopo l'uscita del libro.

    L'opuscolo in questione è composto da n. 13 pagine; nelle prime 5 troviamo l' Avant-Propos, nelle altre vi sono le immagini della Chiesa di Saint-Germain de Prés, delle tombe di re merovingi scoperte nella stessa chiesa, della copertina di un opuscolo pubblicato nel 1861 "Gnomon Astronomique", la genealogia merovingia, la Gallia del 511, la Gallia del 632 circa, della Chiesa di S. Sulpice, la pianta della stessa Chiesa (ed il meridiano di Parigi) ed il quartiere Saint-Germain del 1615 (anche qui vi è indicato il meridiano).
    Seguono tredici strofe e ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco.
    La tredicesima strofa, terz'ultima in ordine di apparizione, porta il nome di Ofiuco o Serpentario.
    Leggendo poi la descrizione degli interni della chiesa di Rennes-Le-Château ci si accorge di quante analogie vi siano con il luogo descritto in questo testo e la chiesa stessa.

    Che cosa rivelerebbe di tanto grave "Il Serpente Rosso", a parte le chiare analogie con la chiesa di Rennes-Le-Château, come vedremo nella pagina che segue?
    Forse questo testo rappresenta la chiave di lettura per svelare i segreti di Rennes?
    O è una specie di mappa per arrivare al fantomatico tesoro che si ipotizza essere nascosto in quei luoghi? Ma se il mistero è legato ad un tesoro di che tesoro si tratta? Il mitico Santo Graal o il tesoro dei Catari o deo Templari?

    Considerando le varie e strane morti disseminate sulla strada che conduce alla chiesa di Rennes o attorno a questo libro, si può affermare che cercare di capirci qualcosa, o averci a vuto a che fare qualcosa, sia stato per tutti un grosso rischio.
    L'abate Gélis, amico e confidente di Saunière (personaggio principale delle vicende di Rennes-le-Château) verrà ucciso e trovato con il cranio fracassato.
    La sua tomba è orientata verso Rennes-le-Château e sulla stessa è impresso un simbolo dei Rosa-Croce.
    Gli autori del Il Serpente Rosso furono trovati impiccati.
    La nipote di Marie Dénarnaud (amica e governante di Saunière) alla quale la Dénarnaud aveva regalato dei gioielli, verrà trovata assassinata.
    Questi gioielli provenivano da un'oreficeria visigota.
    L'assassino verrà scoperto e fu accertato che era membro di una setta segreta.

    Ma altri fatti strani, luttuosi e misteriosi si susseguono.

    Da molti anni si lavora sugli enigmi di Rennes-Le Château e anche se ancora non si è venuti a capo di nulla che sia veramente credibile e provato, c’è chi assicura che a Rennes sia nascosto il Graal, oppure che vi si nascondino sconvolgenti segreti sul cristianesimo e sul Cristo stesso o, ancora, il favoloso tesoro dei Templari, o quello dei Visigoti, o quello dei Catari, o la vera storia delle società segrete, o il tesoro della corona francese....

    Qualcuno sostiene che nella chiesa di Rennes l'Abate Saunière avesse veramente trovato il Graal o l'Arca dell'Alleanza; certi invece sostengono che avesse trovato un luogo di culto segreto, considerato anche che, nelle decorazioni della chiesa, vi sono molti simboli rosacrociani e alchemici che è difficile trovare in altre chiese.
    O forse il tesoro del Tempio di Salomone, trafugato dai romani il 70 d. C., e riconquistato dai barbari quando saccheggiarono Roma, passato ai Visigoti e successivamente ai Templari ?...

    Nessuno ancora oggi ha dato una risposta alle tante ipotesi, uno smentisce l'altro, ma nessuno è ancora riuscito a formulare un'ipotesi suffragata dalle prove e dalla realtà dei fatti.

    Il segreto rimarrà per sempre sempolto in quelle terre francesi dove l'ultimo a scavare fu l'Abate Saunièr, dato che oggi non è permesso, nemmeno ai residenti, di fare delle buche per piantare degli alberi?

    Francamente ci auguriamo di no. Qualunque cosa si nasconda dietro questa storia che resiste al tempo con il suo fascino fomentato dal busines turistico, ci auguriamo che prima o poi venga risolto.

    A titolo di curiosità riportiamo qui a fianco il testo del Serpente Rosso lasciando a tutti voi la lettura e la formulazione di ipotesi personali.
    piccolo testo de:"LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS" è stato scritto in lingua francese nell'Ottobre del 1966 da tre autori: Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker e pubblicato poi il 17 di Gennaio del 1967.
    I tre autori del piccolo opuscolo morirono subito dopo la pubblicazione in circostanze poco chiare anche se i tre casi di morte vennero archiviati come suicidi.
    Questa conclusione è però poco soddisfacente dato che è quasi inverosimile pensare che solo dopo tre mesi dall'uscita del loro libro tutti e tre gli autori avessero avuto problemi così gravi, o così gravi e profondi squilibri, da spingerli a mettere in atto quell'estremo gesto; non tutti e tre assieme comunque.

    Qualcosa doveva averli spinti alla morte.
    Qualcuno in effetti ipotizzò che forse furono uccisi, condannati a morte da qualche tribunale iniziatico perchè colpevoli di aver violato la regola del "Silentium".
    Ciò che avevano dato alle stampe forse non era tutta "farina del loro sacco", come si dice da noi, ma bensì ciò che avevano racchiuso in quelle pagine, altro non era che una trascrizione fedele di alcuni passi tratti da manoscritti segreti accessibili solo da alcuni iniziati.
    Tali scritti avrebbero dovuto restare nascosti alla massa ma con il loro lavoro (e proprio grazie ad esso) tutti ora potevano prendere visione di quell'antico segreto, scritto in modo oscuro, ma chiarissimo per chi sapeva leggere i simbolici significati.
    Mettere mano a certi documenti di proprietà di qualche setta segreta non è certo facile.
    O i tre scrittori vi erano entrati in possesso "casualmente" (ma nulla avviene per caso..) e fiutando il grosso affare letterario avevano trascritto e epubblicato tali documenti, oppure, Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, altri non erano che membri essi stessi di una setta.
    Comunque fosse pubblicando "LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS", i tre avevano involontariamente firmato anche la loro condanna a morte.
    Naturalmente queste sono conclusioni di alcuni espresse per cercare di dare una risposta plausibile a quanto successe a loro dopo l'uscita del libro.

    L'opuscolo in questione è composto da n. 13 pagine; nelle prime 5 troviamo l' Avant-Propos, nelle altre vi sono le immagini della Chiesa di Saint-Germain de Prés, delle tombe di re merovingi scoperte nella stessa chiesa, della copertina di un opuscolo pubblicato nel 1861 "Gnomon Astronomique", la genealogia merovingia, la Gallia del 511, la Gallia del 632 circa, della Chiesa di S. Sulpice, la pianta della stessa Chiesa (ed il meridiano di Parigi) ed il quartiere Saint-Germain del 1615 (anche qui vi è indicato il meridiano).
    Seguono tredici strofe e ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco.
    La tredicesima strofa, terz'ultima in ordine di apparizione, porta il nome di Ofiuco o Serpentario.
    Leggendo poi la descrizione degli interni della chiesa di Rennes-Le-Château ci si accorge di quante analogie vi siano con il luogo descritto in questo testo e la chiesa stessa.

    Che cosa rivelerebbe di tanto grave "Il Serpente Rosso", a parte le chiare analogie con la chiesa di Rennes-Le-Château, come vedremo nella pagina che segue?
    Forse questo testo rappresenta la chiave di lettura per svelare i segreti di Rennes?
    O è una specie di mappa per arrivare al fantomatico tesoro che si ipotizza essere nascosto in quei luoghi? Ma se il mistero è legato ad un tesoro di che tesoro si tratta? Il mitico Santo Graal o il tesoro dei Catari o deo Templari?

    Considerando le varie e strane morti disseminate sulla strada che conduce alla chiesa di Rennes o attorno a questo libro, si può affermare che cercare di capirci qualcosa, o averci a vuto a che fare qualcosa, sia stato per tutti un grosso rischio.
    L'abate Gélis, amico e confidente di Saunière (personaggio principale delle vicende di Rennes-le-Château) verrà ucciso e trovato con il cranio fracassato.
    La sua tomba è orientata verso Rennes-le-Château e sulla stessa è impresso un simbolo dei Rosa-Croce.
    Gli autori del Il Serpente Rosso furono trovati impiccati.
    La nipote di Marie Dénarnaud (amica e governante di Saunière) alla quale la Dénarnaud aveva regalato dei gioielli, verrà trovata assassinata.
    Questi gioielli provenivano da un'oreficeria visigota.
    L'assassino verrà scoperto e fu accertato che era membro di una setta segreta.

    Ma altri fatti strani, luttuosi e misteriosi si susseguono.

    Da molti anni si lavora sugli enigmi di Rennes-Le Château e anche se ancora non si è venuti a capo di nulla che sia veramente credibile e provato, c’è chi assicura che a Rennes sia nascosto il Graal, oppure che vi si nascondino sconvolgenti segreti sul cristianesimo e sul Cristo stesso o, ancora, il favoloso tesoro dei Templari, o quello dei Visigoti, o quello dei Catari, o la vera storia delle società segrete, o il tesoro della corona francese....

    Qualcuno sostiene che nella chiesa di Rennes l'Abate Saunière avesse veramente trovato il Graal o l'Arca dell'Alleanza; certi invece sostengono che avesse trovato un luogo di culto segreto, considerato anche che, nelle decorazioni della chiesa, vi sono molti simboli rosacrociani e alchemici che è difficile trovare in altre chiese.
    O forse il tesoro del Tempio di Salomone, trafugato dai romani il 70 d. C., e riconquistato dai barbari quando saccheggiarono Roma, passato ai Visigoti e successivamente ai Templari ?...

    Nessuno ancora oggi ha dato una risposta alle tante ipotesi, uno smentisce l'altro, ma nessuno è ancora riuscito a formulare un'ipotesi suffragata dalle prove e dalla realtà dei fatti.

    Il segreto rimarrà per sempre sempolto in quelle terre francesi dove l'ultimo a scavare fu l'Abate Saunièr, dato che oggi non è permesso, nemmeno ai residenti, di fare delle buche per piantare degli alberi?

    Francamente ci auguriamo di no. Qualunque cosa si nasconda dietro questa storia che resiste al tempo con il suo fascino fomentato dal busines turistico, ci auguriamo che prima o poi venga risolto.

    A titolo di curiosità riportiamo qui a fianco il testo del Serpente Rosso lasciando a tutti voi la lettura e la formulazione di ipotesi personali.

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    00 30/04/2004 11:36
    ...
    A Settembre scorso sono stato una settimana a Rennes le Chateau con un amico esperto di storia medievale e profondamente affascinato dai misteri legatti al piccolo paesino e alla zona circastante.
    Vorrei chiederti una cosa, al di là della validità del Serpent Rouge e dei presunti misteri di Rennes, nel tuo precedente post hai scritto che :"La mia ri-venuta è dovuta al fatto che vorrei confrontarmi con voi su una storia che per me ha dell’incredibile e nello stesso tempo provoca una confusione sul mio credo (cattolico), una storia della quale ero totalmente all’oscuro, una storia che potrebbe minare in modo molto pericoloso le fondamenta del cristianesimo".
    Ora, le fondamenta della chiesa se non ero sono le parole di Cristo, non la sua presunta verginità e castità ne tantomeno la sua ascensione al cielo la cui assenza, non svaluterebbe in nessun modo la validità dei suoi insegnamenti.
    Se senti veramente scosse da questo le radici della tua fede è meglio se ti prendi un bel periodo di verifica per capire su cosa realmente si basa la tua religiosità.


    ---

    http://album.foto.virgilio.it/bonsai361
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    gollum2003
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    00 30/04/2004 11:39
    Questi fatti videro come protagonista principale don Berenger Saunière (1852-1917) e si svolsero nel piccolo paese di Rennes-le-Château, posto su una collina nel dipartimento dell’Aude, nella Linguadoca francese.
    Nel 1885 don Berenger diviene parroco del villaggio e si insedia nella chiesetta dedicata a Santa Maddalena. Egli è molto povero, e come dissero poi, con profondi interessi esoterici.
    Come prima cosa, appena insediato al villaggio, decide di fare una colletta tra i nobili del luogo e il comune per raggranellare un po di soldi per ritstrutturare la chiesa che aveva bisogno di urgenti lavori di restauro.
    Raggranellata una discreta somma, arruola pochi operai necessari e inizia i lavori.
    Per prima cosa vennero alzate le pistrelle del pavimento e sotto, con suo grande stupore, rinvenne un paiolo contenente degli oggetti che, come dissero gli operai impiegati nell'opera, dovevano essere molto preziosi e tra questi c'erano persino delle luccicanti monete d'oro.
    Saunière però li smentì dicendo che quelle monete erano semplicemente alcune medagliette raffiguranti la Madonna di Lourdes e che gli oggetti erano cianfrusaglie senza valore.
    Eppure nello stesso anno Saunière regalò all'abate Grassaud, curato d’Amélie les Bains, un calice in argento dorato, sul quale vi era inciso:"ECCE PANIS ANGELORUM FACTUS CIBUS VIATORUM".
    Alla base c'erano i simboli dei quattro Evangelisti e più sopra Gesù, S. Giuseppe ed un'altra immagine non ben indentificata femminile, forse una santa.
    I lavori all'interno della chiesa continuavano e con essi le sorprese.
    L'altare era costituito da una lastra di marmo posta tra due colonne e in una di queste colonne vennero rinvenuti dei manoscritti e dei documenti tra cui l'albero genealogico di Dagobert II dal 681 al 1244 e dal 1200 al 1644 con allegato il testamento redatto nel 1644 da François Pierre, barone d'Hautpoul, marchese di Blacheford e signore di Rennes-le-Château.
    Nel testamento si parlava di un segreto di Stato. Vennero ritrovati anche dei testi codificati dei Vangeli (il vangelo di San Giovanni dove è indicato che Gesù si reca a Betania da Lazzaro e Maria gli unge i piedi con l'unguento e glieli asciuga con i capelli (XII, 1-11) ed alcuni versetti, quelli dove Gesù rispose ai Farisei che gli avevano fatto presente che i suoi discepoli stavano cogliendo spighe di sabato perché avevano fame: "...il Figlio dell'uomo è signore del sabato" (Luca VI, 1-5; Matteo XII, 1-8 e Marco II, 23-28).
    Su questa colonna visigota, nella quale furono trovati tali documenti, Saunière fece incidere "PENITENCE-PENITENCE" e "MISSION 1891" ed ergere sopra ad essa una statua della Madonna di Lourdes.
    Il giorno dopo il rinvenimento dei manoscritti fu sollevata, davanti all'altare, una lastra di pietra e si capì subito che era stata posta al contrario, con la faccia rivolta verso il basso.
    Saunière la fece rivoltare e si accorse che la lastra era composta da due pannelli scolpiti, su uno vi era un personaggio a cavallo che suonava un corno, sull'altro invece vi era un cavallo condotto da due cavalieri.
    Forse un riferimento ai cavalieri Templari.
    Sotto la lapide una tomba o l'ingresso della tomba della famiglia d'Hautpoul.
    Solo Saunière ebbe modo di vedere cosa fosse celato sotto la lapide.
    Forse Saunière trovò in questa cripta la vera tomba della marchesa d'Hautpoul, Marie de Nègri d'Ablès, che in punto di morte aveva rilasciato all'allora curato di Rennes-Le-Château, Antoine Bigou, in confessione, un segreto di famiglia, che doveva essere tramandato.
    La marchesa era morta il 17 gennaio 1781 ed il curato Bigou aveva collocare sulla sua tomba, dieci anni dopo nel 1791, una lapide proveniente da un'altra tomba che si trovava ad Arques.
    Probabilmente fu questo che fece capire a Saunière che nella tomba della marchesa, che si trovava nel cimitero, non si trovavano in realtà i resti della marchesa stessa ma che molto probabilmente in quella fossa era stato sepolto qualcos'altro.
    Questa lastra era stata posata da Bigou nel 1791 e trovata poi da Saunière dopo il 1885 durante i lavori di ristrutturazione; però nel libro "Le pietre incise della Linguadoca" di Eugene Stublein, pubblicato nel 1884, quella pietra era già stata descritta.
    Nello stesso libro veniva indicata anche la lapide della Marchesa d'Hautpoul-Blanchefort.
    Come poteva Stublein, nel 1884, conoscere la lapide dei Cavalieri, se Bigou, nel 1781, l'aveva fatta collocare con le figure scolpite rivolte verso il pavimento e Saunière l'aveva rinvenuta solo dopo il 1885 durante i lavori di restauro della chiesa? E quale era la fonte da cui Stublein aveva tratto le informazioni per il suo libro?
    L'ipotesi mossa fu che si trattava di una fonte certamente antecedente al 1781 e che chi l'aveva riportata doveva di sicuro aver visto la lapide e quindi la tomba di Sigibert IV.
    (La pietra tombale di SIGIBERT IV si trovava nella chiesa Santa Maddalena di RENNES-LE-CHÂTEAU e oggi è al museo delle lapidi di CARCASSONNE).
    A questo punto Saunière sospese i lavori.
    Saunière incontra il curato Gélis, l'abate Carrière e l'abate Cros e riceve la visita di alcuni confratelli.
    Successivamente Saunière si recò da Mons. Felix Billard, vescovo di Carcassonne.
    Allo stesso riferì della scoperta. Glielo riferì non solo perchè era un suo superiore, ma soprattutto perchè Billard faceva parte di un famoso Ordine, che si perdeva nella notte dei tempi, e al quale entrambi appartenevano.
    Il vescovo lo autorizzò, allora, ad andare a Parigi per far decifrare i manoscritti dagli esperti ecclesiastici.
    Saunière rimase in quella città tre settimane, invece dei 5 giorni autorizzati.
    Egli si recò direttamente al S. Sulpice dove era direttore l'abate Biel.
    Qui conobbe il giovane Emile Hoffet che lo introdusse in circoli culturali ed artistici.
    Saunière, quando partì per Parigi, sapeva a chi rivolgersi; era stato indirizzato da persone fidate a cui poteva affidare le pergamene o copie delle stesse; non lo avrebbe mai fatto se non fosse stato sicuro dei suoi interlocutori visto il valore delle pergamene che aveva dissepolto dalla chiesa.
    Anche il giovane Emile Hoffet era una persona di fiducia, forse faceva parte dello stesso Ordine di Billard.
    I manoscritti vennero decifrati. Una copia degli stessi e dell'albero genealogico rimasero ad Hoffet.
    La biblioteca dell'abate Hoffet, alla sua morte, fu acquistata dalla "Lingue de la Librairie ancienne".
    E da quel momento il parroco iniziò ad arricchirsi oltre ogni immaginazione.
    Saunière a Parigi acquistò anche delle riproduzioni di quadri: la tentazione di S.Antonio di Teniers, i pastori d'Arcadia di Nicola Poussin (3 pastori ed una pastorella che osservano una tomba con su inciso: "ET IN ARCADIA EGO) tela realizzata intorno al 1640; il sarcofago esisteva veramente a poca distanza da Rennes-le-Chateau, e sebbene, in teoria, Poussin non si fosse mai recato da quelle parti, anche il paesaggio dello sfondo del quadro sembrava coincidere con quello reale ed un ritratto di Papa Celestino V.
    Saunière, prima di rientrare a Rennes, informò anche il suo vescovo della evoluzione delle cose e poi fece riprendere i lavori con grande spiegamento di mezzi, il denaro cominciò a scorrere a fiumi: il sacerdote sembrava possederne in quantità illimitata.
    Cominciò a compiere lunghe esplorazioni nei luoghi circostanti si incontrò con la famiglia di Marie Dénarnaud, che diventò la sua governante.
    Chiese ed ottenne dal comune di utilizzare un terreno di fronte la chiesa, dove fece realizzare una grotta nella quale costruì un calvario.
    Saunière vi fece incidere la seguente iscrizione: "Chistus A.O.M.P.S. Defendit".
    Su questa iscrizione sono state fatte tante ipotesi. Alcuni leggono: "CHRISTUS ANTIQUUS ORDO MYSTICUSQUE PRIORATUS SIONUS DEFENDIT" (Che Cristo difenda l'antico ordine mistico del Priorato di Sion).
    Altri invece sostengono che è una invocazione rivolta a Dio affinché protegga tutti gli uomini: "CRISTUS AB OMNI MALO POPULUM SUUM DEFENDIT" (che Cristo difenda il suo popolo da ogni male).
    Quell' invocazione era composta da sole lettere perchè nessuno doveva sapere, solo lui e pochi altri, quale fosse il suo vero significato.
    Saunière fece anche costruire davanti al cimitero una porta, sulla quale fece mettere un teschio con 22 denti ed ossa in metallo incrociate, simbolo templare, ed una struttura che gli abitanti chiamavano "biblioteca" che fu però distrutta da un incendio il 14.7.1895.
    Per qualche tempo Saunière abitò in questa struttura e di notte faceva scavi nel cimitero.
    A tal proposito, Marie Dénarnaud ebbe a dichiarare che erano stati sorpresi mentre stavano aprendo una tomba.
    Il Municipio protestò per quello che stava Saunière stava facendo.
    Nel cimitero Saunière trovò la tomba della contessa d'Hautpol-Blanchefort.
    Aveva letto quello che c'era sulla lapide e lo aveva cancellato.
    Non sapeva che quella iscrizione qualcuno l'aveva già copiata.
    Sulla lapide, figura l'anno di morte in lettere romane, ma al posto della seconda "C" viene incisa una "O" (MDC O LXXI invece di MDCCLXXI).
    Marie Dénarnaud dichiarò successivamente che avevano aperto una tomba senza però chiarirne lo scopo e senza rivelare che cosa facessero nel cimitero oltre a leggere le iscrizioni sulle tombe.
    Il 6 luglio del 1897 la chiesa, sulla cui facciata, Saunière aveva fatto incidere: "Questo è un luogo terribile", viene inaugurata e per due anni Saunière si assenterà spesso ed in modo sistematico da Rennes-Le-Château.
    Ricevette per due volte la visita di Jean-Stephane d'Hasbourg, che gli abitanti di Rennes conoscevano come signor Guillame.
    Jean-Stephane d'Hasbourg era il tramite di qualche misterioso personaggio che aveva molto interesse alle ricerche di Saunière.
    Insieme avevano aperto dei conti in una banca svizzera.
    E se Jean-Stephane d'Hasbourg conosceva l'esistenza dei documenti e di un "segreto", certamente anche lui faceva parte di quell'Ordine a cui apparteneva il vescovo Billard e lo stesso Saunière che nel 1900 acquistò 6 terreni e li intestò a Marie Dénarnaud.
    Costruì inoltre la Villa Betania, che, dopo la sua morte, sarebbe dovuta diventare casa di riposo per i preti della diocesi. All'interno fece costruire una cappella personale, per avere la possibilità di dire messa.
    All'ingresso principale troneggia una statua del Cristo, al di sopra la scritta "Villa Bethanie".
    Fu costruita una cisterna che alimentava una fontana a beneficio della popolazione.
    Fece costruire una strada di collegamento per Rennes ma, soprattutto, si dedicò all'edificazione della Torre Magdala.
    L'aveva ideata per ospitare il suo studio e la biblioteca, aveva curato i lavori nei minimi particolari e qui iniziò una a collezionare francobolli e cartoline.
    All'ingresso della torre era stata posta la scritta "Magdala", ma la "M" somiglia ad una "Omega" capovolta; nelle iscrizioni di Saunière si troveranno spesso lettere capovolte.
    I lavori alla torre durarono 8 anni. Molte personalità andarono a trovare Saunière; fra queste anche un massone, Henri Charles Etienne Dujardin-Beaumetz, della loggia "La Clémente Amitié".
    E' probabile che Saunière fosse stato iniziato in quella Loggia.
    Furono svolte delle indagini su di lui e sul suo operato per scoprire da dove arrivasse tanto denaro visto che Saunière, quando si era insediato al villaggio, era così povero da non avere nemmeno il denaro per andare avanti.
    Nel 1911 il vescovo, successore di Billard, non trovando altra motivazione, accusò Saunière di traffico di messe e lo sospese.
    Saunière fece appello a Roma e venne difeso dal canonico Huguet.
    Riabilitato, l'11 aprile 1915 viene definitivamente sospeso, in quanto continuava a rifiutarsi di dare spiegazioni persino a Roma.
    Gli fecero sapere che sarebbero stati clementi con lui, se avesse fatto ammenda e spiegato tutto, ma Saunière non lo fece mai.
    Il 5 gennaio 1917 decise di iniziare un'altra costruzione: una torre di 60 metri.
    Un preventivo è datato 12 gennaio 1917. Lo stesso giorno ebbe un malore mentre si trovava nella Torre Magdala.
    Ebbe paura. Il 17 gennaio 1917 fece chiamare l'abate Riviere per confessarsi.
    La confessione durò molto però non ricevette l'assoluzione. Saunière non aveva realmente avuto l'intenzione di confessarsi ma bensì voleva trasferire il suo segreto.
    Ma Riviere non capì o non volle capire.
    Saunière morirà, per una emorragia cerebrale, il 22.1.1917. Sulla sua tomba è riportata la scritta INRI (Gesù Nazzareno re dei Giudei); anche in questo caso vi è una lettera capovolta: la "N".
    Ma mentre la "M" di Madgala era stata fatta scrivere da Saunière, qualcun altro diede ordine di incidere la "N" in quel modo sulla sua tomba.
    Messaggio o errore?
    La "N" che vuol dire Nazareth, al rovescio è da interpretare come Hterazan, che in ebraico significa "HA TE RATZ AN" (dove è la misteriosa camera?).
    Quindi il Gesù Nazareno re dei Giudei diventerebbe: "Io so dove è la camera misteriosa del Re dei Giudei".

    Marie Denardaud era forse l'unica che fosse a conoscenza del segreto del parroco.
    In vecchiaia fù assistita da un certo Noel Corbu al quale ella promise che, prima di morire, gli avrebbe rivelato cose che lo avrebbero fatto diventare ricchissimo e molto potente.
    Nel 1953 Marie Denardaud ebbe un ictus che le fece perdere la parola e le paralizzò entrambe le braccia.
    Corbù, anche se aveva fatto in tempo ad ascoltare quel segreto, non ebbe modo di sfruttarlo poiché, poco dopo la morte della Denardaud, anche egli perì tragicamente in un terribile incidente d’auto.
    Un velo nero di morte si stese così sul "segreto".

    PUBBLICAZIONI E IPOTESI

    Henry Lincoln, Michael Baigent e Richard Leigh nel loro libro "The Holy Blood and The Holy Grall" (1982), tradotto nell’edizione italiana col titolo: "Il santo Graal", sostennero l’ipotesi che Gesù non era morto sulla croce ma, grazie all’aiuto dei suoi discepoli, riuscì a farsi credere morto e a scappare nel sud della Francia, dove si sposò con Maria Maddalena e visse fino all'età di 74 anni.
    Alla sua morte fu seppellito a Rennes-le-Château.

    Partendo dalle pergamene e dal quadro di Poussin, decrittando codici segreti dapprima elementari e poi sempre più complessi,Henry Lincoln avrebbe scoperto, tutto intorno a Rennes-le-Chateau, le coordinate di una vasta serie di luoghi sacri collegati tra loro da lunghi "leys".Egli dimostra come questi primi luoghi siano allineati ad altri, e questi ad altri ancora, fino a formare un pentacolo perfetto, un immensa stella a dieci punte perfettamente regolari con al centro il sito di Coustlaussa.
    Questo vasto territorio costituirebbe un immenso luogo sacro, un incredibile tempio alla Grande Madre elevato dagli stessi misteriosi costruttori del Neolitico che - in scala di gran lunga minore - avevano edificato Stonehenge, Avebury e altri siti megalitici d'Europa.

    Richard Andrews e Paul Schellenberger nel loro libro "The Tomb of God" (1996), tradotto in italiano col titolo: "Alla ricerca del sepolcro", si dicono certi di aver localizzato la tomba di Cristo.
    Essa si troverebbe vicino a Rennes, precisamente sul monte Cardou.
    Etimologicamente, Cardou dovrebbe essere, secondo Andrews e Schellenberger, la contrazione di "corps de Dieu" (corpo di Dio).

    Saunière forse si era arricchito ricattando la Chiesa di Roma, minacciando di rendere pubblica la scoperta che Gesù non era morto come la tradizione insegna, ma che era sopravvissuto alla crocifissione, si era sposato e aveva anche avuto dei figli dai quali sarebbe iniziata la dinastia francese dei Merovingi considerati i diretti eredi di Gesù.
    Il Graal, a questo punto, etimologicamente, verrebbe da "San Graal" errata copiatura di "Sang Real", il Sangue Reale di Cristo, designante la dinastia merovingia.

    La scoperta del parroco potrebbe riguardare dei segreti alchemici.
    Berenger Saunière era in contatto con riservatissimi circoli ermetici e molti simbolismi nella chiesa parrocchiale lo dimostrerebbero.
    Vi è poi la statua del diavolo Asmodeo che, secondo la tradizione, vigilava sul tesoro.
    Egli regge l’acquasantiera e sopra si possono osservare quattro angeli che si segnano con la croce.
    E’ il simbolo degli antichi quattro elementi (Terra, Acqua, Fuoco e Aria).
    Quelle pergamene da lui trovate svelavano l’Arcano degli Arcani?
    In caso affermativo, chi furono i redattori di quei segreti alchemici?

    Luoghi, questi di Rennes-le-Château e limitrofi, assai sinistri.
    Qualcuno li a descritti prlando anche di presenze infernali che impregnano l'area.
    In tutta la zona, da secoli, erano ampiamente diffusi riti e culti satanici e numerose vestigia restano a testimonianza delle apparizioni del maligno.

    Il sacerdote aveva risolto un complicato codice che coinvolgeva, oltre alle pergamene, il quadro di Poussin, giungendo così al nascondiglio di un tesoro maledetto (le ragioni del sinistro attributo non sono perfettamente chiare, ma giustificano la frase "Terribilis est locus iste") forse proveniente dal Tempio di Gerusalemme.

    Le misteriose carte rinvenute dal parroco Berenger Saunière nell'altare della chiesa di Rennes-Le-Chateau sarebbero state il punto di partenza per il ritrovamento di altri documenti i quali proverebbero che i Merovingi, eredi diretti di Cristo, non si sono estinti ma sono ancora presenti e protetti da un'antica società iniziatica denominata Il "Priorato di Sion", il cui scopo è ripristinare la monarchia.









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    gollum2003
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    00 30/04/2004 11:45
    la chiesa di rennes le chateau
    la chiesa era stata consacrata nel 1089 e dedicata a Maria Maddalena, ma la sua fama la deve all'abate Saunière. Prima di entrare, sulla sinistra, è visibile la Madonna di Lourdes posta sul pilastro visigoto, il pilastro all'interno del quale Saunière avrebbe trovato i manoscritti.
    All'ingresso troviamo scritto: " Domus Mea Domus orationis Vocabitur" (La mia casa sarà chiamata casa di Preghiera), "Terribilis est locus iste" (questo è un luogo terribile) e "Hic Domus Dei est et porta Coeli" (Qui è la casa di Dio e la porta del cielo).
    Bernardo di Chiaravalle nella "De Laude novae militiae " diceva che Dio definisce la sua casa una casa di Preghiera.
    "Terribilis est locus iste" (questo è un luogo terribile)
    Nella Genesi (XXVIII, 10-17) leggiamo che Giacobbe sognò una scala che poggiava sulla terra e raggiungeva il cielo. Gli Angeli salivano e scendevano su di essa. Gli apparve Dio che gli parlò. Al suo risveglio ebbe timore e disse: "Come è terribile questo luogo! E nientemeno è la casa di Dio e questa è la porta del cielo". Diede il nome di BETHEL a quel luogo che prima si chiamava LUZ.
    Lynn Picknett e Clive Prince nel "La rivelazione dei Templari - I custodi segreti della vera identità di Cristo" sostengono che BETHEL è il Centro in lotta con Gerusalemme e che con il termine BETHEL, in francese, si designa il Tempio di una "setta" dissidente.
    Ricordiamo questo passo non solo per la frase che si riferisce all’ingresso della chiesa, ma anche per la scala che parte dalla terra e raggiunge il cielo, perché la scala noi la troveremo in alcune stazioni della passione di Cristo che si trovano all’interno della stessa chiesa.
    Sul timpano si nota un triangolo equilatero e possiamo ammirare la statua della Maddalena, ai lati 4 vasi contenenti delle rose, 3 a vaso, per un totale di 12 sopra la scritta «IN HOC SIGNO VINCES» e sotto la statua la scritta «REGNUM MUNDI ET OMNEM ORNATUM SOECULI CONTEMPSI PROPTER AMOREM DOMINI MEI JESU CHRISTI QUEM VIDI QUEM AMAVI IN QUEM CREDIDI QUEM DILEXI».
    Sulla chiave di volta del portico lo stemma di papa Leone XIII.
    Ai lati dell'ingresso due colombe che ci ricordano i Catari. Sotto quella di sinistra vi è incisa la data 1891, sotto quella di destra la data 1892.
    E’ da ricordare che la colomba bianca è un simbolo alchemico che rappresenta il colore bianco (albedo) della materia prima che si trasforma in pietra filosofale. Per i cristiani la colomba è simbolo dello Spirito Santo, dell'Anima pura, ma diventa anche simbolo di armonia, delle azioni buone, della purezza animica; in Grecia simboleggiava la Grande Madre che era sacra ad Afrodite, Venere, ed il pianeta Venere era accostato alla Maddalena.
    Entrando si nota il diavolo Asmodeo (il diavolo che, secondo la leggenda, portava l'acqua mentre Salomone faceva costruire il Tempio di Gerusalemme e che era poi diventato guardiano del tesoro del Tempio) che sostiene l'acquasantiera, a forma di conchiglia, sulla quale sono incise le iniziali "B.S.", cioè Boudet-Saunière.
    sormontate da 4 angeli nell'atto di fare il segno della croce, i quali poggiano su uno zoccolo formato da due salamandre.
    La salamandra vive nell'elemento fuoco come la pietra filosofale. E' simbolo della Pietra incandescente, dello zolfo incombustibile, è accostata alla Fenice che risorge fra le fiamme. Per i Cristiani simboleggia l'uomo giusto.
    Sull’acquasantiera è anche inscritta la traduzione deformata: "PAR CE SIGNE TU LE VAINCRAS" (con questo segno tu LO vincerai) del motto, in latino, dell’imperatore Costantino: "IN HOC SIGNO VINCES".
    Il pavimento dove è collocato Asmodeo è composto da 64 lastre bianche e nere alternate, orientate verso i 4 punti cardinali.
    Sull'ala sinistra di Asmodeo ci sono dei segni che sembrano graffi.
    Di fronte, sull'altra parete, è posto il fonte battesimale con le statue di San Giovanni Battista e Gesù.
    Il Battista versa l'acqua con una conchiglia.
    La conchiglia è il simbolo del primo alito di vita. Il simbolismo cristiano considera il guscio della conchiglia come immagine della tomba che racchiude l’uomo dopo la morte, prima della resurrezione. E’ anche un emblema dei pellegrini, è l’attributo di alcuni santi, come S. Rocco, la cui statua si trova nella Chiesa.
    Gesù ed Asmodeo hanno lo sguardo rivolto verso il pavimento e guardano le 64 mattonelle bianche e nere poste come una scacchiera.
    All'interno della Chiesa si possono ammirare numerose statue che guardano anche esse il pavimento: San Germana de Pébrac, martire per aver difeso la sua verginità, San Rocco, Sant'Antonio l'Eremita, Sant'Antonio di Padova, con un libro aperto ed un giglio, l'Evangelista San Luca (medico, protettore delle arti figurative) e Maria Maddalena, rappresentata con una croce, un contenitore nelle mani che sembra un'anfora o un calice, un teschio ed un libro aperto.
    Sul pulpito si trova la statua dell'Evangelista Luca e una cupola con su scolpiti simboli rosa-croce e 8 grifoni.
    Il grifone, custode di tesori, è il simbolo della duplice natura (divina ed umana) di Gesù; per questo domina la Terra e l’Aria.
    Sulla volta, come decorazione, vi sono dei gigli. Sulla stessa cupola è scolpito il monogramma del Cristo formato dalle sue iniziali in greco . Un altro monogramma del Cristo, usato, era formato dalle lettere a e w , che in alcuni casi veniva scritto A e w . La A spesso veniva rappresentata nel modo seguente , che con il passare del tempo diventò una squadra e compasso.
    Henri Mertal, dell'Associazione di Rhedae, sostiene che le iniziali delle statue, così come erano state fatte collocare da Saunière danno il nome GRAAL; (Germana, Rocco, Antonio, Antonio, Luca), con esclusione di Maria Maddalena che era quella che lo possedeva.
    Féral diceva inoltre che le Statue erano state poste a forma di "M". Ed era per lui un riferimento alla Massoneria.
    Poteva anche essere un’allusione al misterioso libro M?
    Nel libro "Rennes-le-Château- capitale secrète de l'histoire de France" viene detto che nel pilastro visigoto è stato trovato un altro testamento, quello di Henri d'Hautpoul del 24.4.1695 con una invocazione in latino ai 5 santi di cui parliamo ed in più le lettere in gotico P.S.
    Questo sarebbe il motivo per cui Sauniére aveva scelto le statue di questi Santi?
    Santa Germana di Pébrac ci ricorda San Germano, vescovo di Parigi, fondatore del Monastero di S. Vincenzo, conosciuto oggi come "S.Germain des Pres" (nel serpente rosso troveremo citato sia Saint Germain des Pres, sia S. Vincenzo) ed è festeggiata il 17 gennaio, S. Rocco è un pellegrino, taumaturgo.
    La sua gamba ferita ci fa pensare al re perduto, al re pescatore dei romanzi arturiani; S. Antonio l'Eremita, abate, protettore degli animali, è il S. Antonio dipinto da Teniers (che deteneva il segreto), la cui riproduzione il curato aveva acquistata a Parigi; S. Antonio di Padova, protettore delle cose perse, l'Evangelista Luca che riporta il passo di quando la Maddalena unse con unguento i piedi di Gesù e li asciugò con i capelli.
    C' è da dire, in quest'ultimo caso, che lo stesso episodio viene riportato in modo differente dai 4 Evangelisti: secondo Matteo e Marco, Gesù si trovava nella casa di Simone il lebbroso ed una donna si avvicinò a lui con un vaso di unguento molto prezioso e glielo versò sul capo, secondo Giovanni, Gesù si trovava a Betania, in un posto dove c'era anche Lazzaro quale commensale, e mentre Marta cucinava, Maria unse i piedi di Gesù con unguento e glieli asciugò con i capelli; Giovanni (11 , 1-3) scriveva che Maria, la sorella di Lazzaro, era quella che aveva unto i piedi di Gesù e che glieli aveva asciugati con i capelli e lo scrisse prima ancora che il fatto accadesse.
    Secondo Luca, infine, il fatto è accaduto nella casa di Simone il Fariseo: una donna, peccatrice, piangente, si avvicinò a Gesù, gli bagnò i piedi con le lacrime, glieli asciugò con i capelli e li cosparse con l'unguento.
    E c'è ancora da dire che mentre i primi tre raccontano l'accaduto poco prima dell'ingresso in Gerusalemme, per Luca è successo molto prima.
    Ma la cosa più importante è che solo nel Vangelo di Luca viene riportato che Gesù disse a quella donna che le erano perdonati i peccati e che da quella donna "erano usciti sette demoni".
    Il pentimento ed il perdono sono molto sentiti da Sauniére; basta ricordare che aveva acquistato, a Parigi, il ritratto di papa Celestino V, che aveva stilato l'enciclica "La Perdonanza" e che durante una processione, dopo che aveva fatto sistemare una statua della Madonna di Lourdes sul pilastro visigoto, gridava e faceva dire: Penitenza, Penitenza.
    Questa parola, ripetuta due volte, la fece incidere sullo stesso pilastro.
    E’ da valutare anche che il passo riportato sulla pergamena è quello di Giovanni.
    Quindi Maria Maddalena è da identificare con Maria sorella di Lazzaro.
    Nel coro si possono ammirare le statue della Madonna e quella di Giuseppe; entrambi tengono in braccio Gesù, Maria con quello destro e Giuseppe col sinistro. Alcuni sostengono che Saunière abbia voluto far intendere che Gesù avesse avuto un fratello gemello.
    Sotto l'altare si può ammirare un bassorilievo che rappresenta Maria Maddalena, opera dello stesso Saunière e dell'abate Courtauly.
    Maria Maddalena contempla una croce grezza, da cui si alza un germoglio frondoso, al suo fianco vi è un libro aperto, un cranio e vi è anche un melo. Come sfondo il paesaggio di Rennes-le-Château.
    L’albero del melo rappresenta l’albero della conoscenza del paradiso.
    Adamo mangiò il frutto proibito e portò la morte nel mondo, ma per mezzo di un albero diverso venne riportata la salvezza. La mela nella religione celtica era simbolo del sapere tramandato. La croce con rami viene sempre paragonata all’albero genealogico.
    Vi era anche una scritta distrutta da un vandalo:

    JESU MEDELA VULNERUM SPES UNA POENITENTIUM PER MAGDALENAE LACRYMAS PECCATA NOSTRA DILUAS.

    "Gesù rimedio per i nostri peccati e speranza per noi pentiti. Tu cancellerai i nostri peccati grazie alle lacrime della Maddalena".

    Questa scritta è riportata, anche, su una delle pergamene.

    Sulla parete di sinistra, entrando nella Chiesa, si può ammirare un bassorilievo in cui è raffigurato Gesù su una collina fiorita attorno alla quale si trovano tre gruppi distinti di persone: tre donne, una delle quali ha in braccio un neonato, altre due, una delle quali si tocca il ventre come se fosse incinta, e due con i costumi del 1700.
    Ai piedi della collina un sacchetto chiuso: cosa doveva contenere?

    Si possono, ancora, ammirare le XIV stazioni della via Crucis.
    Alcune Stazioni sono "anomale".
    Nella prima si nota un bambino negro e tra le sue gambe i piedi a forma di grifone di un seggio in oro.
    Nella seconda stazione si nota una donna inginocchiata davanti un elmo d'oro. Gesù Cristo indossa un mantello rosso. Si nota anche una scala che va verso il cielo.
    Nella settima sullo sfondo si vede una porta aperta dalla quale si intravede la Torre Magdala.
    Nell'ottava una donna è coperta da un velo da vedova, un fanciullo ha un tessuto scozzese di colore azzurro.
    Molti hanno visto una allusione ai massoni. Non sono chiamati figli della vedova? In massoneria non vi è il rito scozzese? E non esiste il grado azzurro?
    Nell'undicesima un uomo dà sollievo a Gesù. Sullo sfondo una scala nella notte. Gesù ancora non è morto. Ma il Cristo non era morto prima che calasse la notte? Nei Vangeli viene detto che il Cristo era morto all'ora "sesta" (Luca e Marco), all'ora "nona" (Matteo), Giovanni non dice l'ora.
    Per quanto concerne la sepoltura, Marco, Matteo e Giovanni dicono che avviene di notte, Luca "quando stava per cominciare il sabato".
    Due sono le ipotesi che alcuni fanno osservando la XIV stazione. E' giorno. Gesù, quindi, è stato sepolto il giorno successivo o si trattava della rimozione del suo corpo dal sepolcro?

    La Via Crucis è opera di un massone, lo scultore Giscard.

    Per quanto concerne la scala dobbiamo ricordare che viene spesso usata in istituzioni iniziatiche tradizionali.
    La scala congiunge il Cielo e la Terra, che sono due punti distinti ; l’uomo per mezzo di essa, se sale o se scende, procede per gradi secondo il numero dei pioli di cui è composta.
    Ricordiamo la scala di 7 pioli dei misteri mitriaci e dei culti orfici, la "scala mistica" del rito scozzese composta da due gruppi di sette scalini.
    La scala consente all'uomo di giungere al regno dell'immortalità di cui è stato privato dopo il peccato di Adamo.
    "La scala è il mezzo per giungere al Paradiso terrestre, dove vi è l'Albero della Vita capace - dice Bizzarri in una sua tavola - di trasformare l'immortalità virtuale conseguita dall'iniziato pervenuto al compimento dei Misteri Maggiori in una condizione di conquista effettiva degli Stati Superiori dell'essere". La scala è una ascesi spirituale. I 7 pioli rappresentano i cieli, nel rito scozzese le 7 scienze, e Dante ci dice che le scienze si identificano con i cieli.

    Guardando il pulpito, ci accorgiamo che vi è scolpita la "Sophia", la Saggezza, che gli gnostici associavano a Maria Maddalena.
    Il pavimento della Chiesa è una scacchiera, composta da mattonelle bianche e nere.
    Sul soffitto si può ammirare la volta celeste.
    Le 14 stazioni della passione di Gesù sono poste da sinistra a destra, fanno un giro sinistrocentrico, e non destrocentrico per come era stato imposto da Roma.

    Sull'ultimo arco in corrispondenza del Coro vi è un affresco raffigurante un'anfora, una Croce ed una M a forma di Omega capovolta, però chiusa alla base, intrecciata con una S. Cosa può significare?
    L'anfora è riferita alla Maddalena e la Croce a Gesù.
    Forse che dall'unione dell'anfora e della croce è sorto quello strano simbolo formato dalla M e dalla S? O più semplicemente significa Santa Maddalena? Eppure questo simbolo lo troveremo nel Serpente Rosso abbinato alla scritta Rosa-Croce.
    Vi è, naturalmente, la sacrestia, all'interno della quale è stato collocato un armadio.
    Dietro l'armadio è stata trovata una porta dalla quale si accede in una angusta stanza.
    Perchè Sauniére aveva fatto costruire questa piccola stanza?
    Viene naturale pensare che vi volesse nascondere qualcosa; o voleva distogliere l'attenzione da qualcos'altro, proprio facendola attrarre da quella stanza?
    A Rennes-le-Château si racconta che una volta si era perso un cane, che si sentiva abbaiare, in lontananza, al di sotto della Chiesa. Dopo alcuni giorni il cane era tornato dal suo padrone sano e salvo.
    C'è qualche camera sotto la Chiesa? E l'ingresso dove si troverebbe? Al di sotto dell'armadio è stato scoperto un vuoto, che va verso il sottosuolo, ma è troppo angusto per potervi entrare.
    All'interno di quella stanza vi è una vetrata raffigurante la Crocefissione. Sullo sfondo si nota il Tempio di Salomone.
    Da dietro la statua di Sant'Antonio l'Eremita si può accedere al campanile.
    Si ammirano, inoltre, anche delle vetrate: La resurrezione di Lazzaro; L'episodio del lavaggio dei piedi da parte di Maria Maddalena.

    Nella Chiesa in alcuni giorni dell'anno vengono osservati alcuni fenomeni:

    il 13 gennaio (giorno del Battesimo del Cristo) i primi raggi del sole colpiscono i piedi del Cristo e poi si spostano su verso la statua;
    il 17 gennaio (festa di S.Antonio) un raggio di sole batte sulla statua del Santo;
    il 4 aprile e per tutta la settimana, il sole, attraversando la vetrata dove è rappresentata la Resurrezione di Lazzaro, proietta l'immagine del Cristo sulla parete di fronte.
    In inverno, a mezzogiorno, il sole, attraversando la vetrata posta a sud, proietta l'immagine di un melo con tre mele blu.

    Andiamo ad esaminare la scritta "PAR CE SIGNE TU le VAINCRAS" che si trova sopra l'acquasantiera.
    La frase originale è "IN HOC SIGNO VINCES"; perchè Saunière l'ha fatta scrivere in francese? Per potervi aggiungere un "LE" e per dare alcune indicazioni che solo con l'alfabeto francese poteva dare.
    Le lettere diventano così 22 come 22 sono i denti del teschio posto sulla porta del cimitero, come 22 sono i gradini della Torre Magdala, 22 è la somma delle due rampe di scale di 11 gradini che portano sulla terrazza, 22 erano le province dei templari.
    Il 22 , nei tarocchi, è il matto; ed il folle è Perceval nel manoscritto del 1330 "La folie Perceval" conservato nella Biblioteca Nazionale Francese di Parigi.
    Nel testo viene descritto il Graal come il "libro del santo vasello".
    Giovanna d'Arco diceva: "il mio Signore ha un libro in cui nessun chierico ha mai letto, per quanto perfetto possa essere nel suo stato di chierico".
    Nella scritta originale Sauniére ha aggiunto "le" che sono poste tra la 13a e la 14a lettera: il 1314 è l'anno in cui fu giustiziato Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro dei Templari.
    La L nell'alfabeto è la 12a lettera, mentre la E è la 5a, e 12+5=17, il numero ricorrente nel Mistero di Rennes.
    Aggiungiamo, infine, e questo forse è un caso, che Sauniére è morto di 22.
    Le lettere dell'alfabeto ebraico, che sono 22 ed alle 22 correnti che ci riportano allo studio della Kabalak e della onomanzia.

    Nello Sepher Yetzirah troviamo scritto:...Queste sono le 22 segnature, con le quali fu fatto l'universo".






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    gollum2003
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    00 30/04/2004 12:06
    gnomos ciao,
    la mia religiosità si basa su un credo che non voglio assolutamente mettere in questione, ma reputo che delle perplessità possano essere ovvie, ma non solo per i fatti di Rennes le chateau. Noi stessi a volte ci mettiamo in dubbio pur conoscendoci a fondo.Io, pur essendo cristiano praticante, ritengo che la chiesa ci ha nascosto molto sulla verità, non tutti i vangeli vengono letti in chiesa, vengono letti solo alcuni vangeli, altri, in quanto discordanti con date, posti o altro sono stati archiviati.
    La storia di rennes le chateau mi ha portato a conoscere delle cose sulle quali ero totalmente all'oscuro, io penso che il voler cercare di capire sia una cosa presente in tutti noi.
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    gollum2003
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    00 30/04/2004 12:08
    i catari
    Il catarismo è considerato un movimento cristiano con certe particolarità che lo distinguono dal cattolicesimo.
    Vediamole in sintesi.
    Per i Catari esistono due Dii, uno malvagio (Satana), falso, crudele, l'altro Buono, Santo, Giusto.
    Il mondo materiale è opera del Dio malvagio, mentre il creatore di ciò che rimane in eterno, della Gerusalemme Celeste, è il Dio Buono.
    I Catari erano convinti che Satana avesse scritto, o avesse influenzato a scrivere il Vecchio Testamento; per loro Abramo, come tanti, non era altro che una figura diabolica. Tutte le cose materiali che si vedono sulla terra sono vane e vengono da Satana. La terra è un luogo malvagio e tornerà nel nulla da dove è venuta.
    La terra è l'inferno.
    Satana ha modellato tutto dalla materia preesistente, il Dio Buono crea dal nulla.
    L'uomo è fatto di corpo, anima e spirito; il corpo è stato modellato dal Dio malvagio, mentre l'anima e lo spirito sono create dal Dio Buono.
    L'anima si trova nel corpo, mentre lo spirito è al di fuori e sorveglia l'anima.
    Il corpo è una prigione che tiene prigioniero l'angelo messo lì da Satana.
    Gesù Cristo è la salvezza. Egli rivela la verità, libera gli spiriti imprigionati ed indica la via che porta al Dio Buono.
    E' sceso sulla terra attraversando 7 cieli inferiori, prendendo le sembianze degli angeli di ogni cielo, finché non è giunto sulla terra apparendo come uomo.


    Gesù ha istituito il battesimo. Per i Catari il battesimo non è quello d'acqua, ma è un battesimo spirituale, che gli uomini ricevono da adulti (consolament). Con il battesimo l'anima si riunisce con lo spirito.
    Solo chi ha ricevuto il consolament faceva parte della Chiesa di Dio. Questi erano chiamati Parfaits (Perfetti), mentre gli altri erano i Credenti.
    L'unione per eccellenza di anima e spirito è quella di Maria Maddalena con il Cristo.
    Per i Catari esisteva la reincarnazione. Le persone che non avevano ricevuto il battesimo spirituale si sarebbero reincarnate da una a 9 volte. Poi basta. Non avrebbe potuto fare più penitenza e sarebbero stati perduti per sempre. Esiste, però, un documento da cui si evince che tutte le anime si sarebbero salvate. Giacomo Antier e Guglielmo Balbaria dicevano:"Ogni creatura fatta dal Padre celeste, cioè gli spiriti e le anime, sarà salvata, e nessuno di loro perirà...Essi andranno di corpo in corpo, finché non giungano in un corpo nel quale pervengano allo stato di verità e di giustizia e vi diventino buoni cristiani".

    I Catari criticavano la Chiesa Cattolica. A questa contrapponevano la loro Chiesa, che è la Chiesa di Dio, una Chiesa interiore.
    Non ammettevano il battesimo d'acqua, l'eucaristia, non esisteva alcun edificio sacro; la loro Chiesa erano i fedeli in mezzo ai quali stava Gesù e vi sarebbe rimasto fino alla fine del mondo.
    Per i Catari la morte del Cristo era una manifestazione satanica; la Croce era semplicemente uno strumento di tortura, la Crocifissione non aveva nulla a che fare con il divino.

    Una loro preghiera recita:

    Padre santo, Dio legittimo degli spiriti buoni, che non hai mai ingannato né mentito né errato, né esitato per paura della morte a discendere nel mondo del Dio straniero - perché noi non siamo del mondo né il mondo è nostro - concedi a noi di conoscere ciò che tu conosci - e di amare ciò che tu ami.
    Farisei ingannatori, che state alla porta del regno e impedite di entrare a coloro che lo vorrebbero, mentre voi non volete!
    Per questo prego il Padre santo degli spiriti buoni, che ha il potere di salvare le anime, e fa germogliare e fiorire per gli spiriti buoni, e per causa dei buoni dà vita ai malvagi e lo farà finché essi vadano nel mondo dei buoni.
    E < lo farà > fino a quando non vi sarà più < nei > cieli inferiori, che appartengono ai sette regni, nessuno dei miei che sono caduti dal paradiso, da dove Lucifero li ha tratti con il falso pretesto che Dio non prometteva loro altro che il bene, mentre il diavolo nella sua grande falsità prometteva loro sia il male che il bene. E disse che avrebbe dato loro donne che avrebbero amato moltissimo e avrebbe dato signoria agli uni sugli altri, e che vi sarebbero stati fra loro re e conti e imperatori, e che con un uccello ne avrebbero catturato un altro e con una bestia un'altra.
    tutti coloro che si fossero sottomessi a lui sarebbero discesi e avrebbero avuto il potere di fare il male e il bene come Dio in alto, e che per loro sarebbe stato molto meglio essere in basso e fare il male e il bene che essere in alto dove Dio non dava loro che il bene.
    E così salirono su un cielo di vetro e, appena vi furono saliti, caddero e furono perduti.
    E Dio discese dal cielo con dodici Apostoli e si adombrò in santa Maria.
    Concezioni identiche già si erano riscontrate con i Paluciani e i Bogomili.

    I Catari, come detto all'inizio, erano cristiani; non sono da considerare eretici, tanto che San Bernardo diceva di loro:"Nessun sermone è più cristiano dei loro e la loro morale è pura".
    I Catari erano in possesso di qualcosa che poteva mettere in discussione il cattolicesimo; come poteva la Chiesa Cattolica rimanere insensibile? Anzi doveva fare di tutto per impossessarsene. Bisognava prendere una decisione, l'unica possibile era il loro sterminio. C'è da aggiungere che in quel periodo il movimento cataro era molto radicato nella Linguadoca ed era diventato ormai alternativo al cattolicesimo. Nel 1208 in Linguadoca venne assassinato uno dei legati pontifici. Papa Innocenzo III bandì allora una Crociata contro l'eresia.
    Nel 1244 cadde l'ultima fortezza, Montségur.
    Montségur si trova a 40 Km da Rennes-le-Château. I Catari si erano stabili nella fortezza nel 1208, dopo due anni che Raymond de Perelha, signore di Montségur, la aveva ristrutturata.
    L'architettura della Fortezza di Montségur ha una particolarità: durante il solstizio d'estate, i primi raggi del sole attraversano il loggione da parte a parte. Per alcuni è un caso, per altri è la prova di un culto solare. Forse altro non è che il desiderio di essere in armonia con la natura.
    Comandante della difesa era Pierre-Roger Mirepoix, ed il Conte di Tolosa Raymond VII li aiutava inviando loro viveri ed acqua. Nel mese di gennaio del 1244 due catari, Mattheus e Pierre Bonnet, lasciarono la fortezza per nascondere in una grotta il loro tesoro. Il 13 marzo dello stesso anno 3 "parfaits" Amiel Aicard, Hugo e Poiterin ed un "credente", lasciarono la fortezza, durante una tregua, mettendo in pericolo la vita di tutti gli altri, portando via qualcosa di molto prezioso per loro e legato alla "loro religione", un tesoro spirituale. Fernand Niel si chiede: ...manoscritti o il segreto di un nascondiglio di un tesoro più che materiale?
    Pierre-Roger Mirepoix dichiarerà agli Inquisitori che i tre "Parfaits" erano fuggiti affinchè la Chiesa degli eretici non perdesse il suo tesoro e non perdesse neanche il tesoro nascosto nella foresta, di cui i tre "parfaits" conoscevano il nascondiglio.
    Ricordo che i "Parfaits" erano quelli che avevano ricevuto il "consolament" e che appartenevano alla Chiesa di Dio. Essi si erano congiunti con il loro spirito celeste.
    Pierre-Roger Mirepoix era discendente di Mérovèee Levi, signore di Mirepoix, il quale,su ordine di Bera II, aveva salvato Sigebert IV portandolo a Rennes-le-Château, quando Pépin II fece assassinare Dagobert II.
    Pierre-Roger Mirepoix era molto legato alla sovranità merovingia.
    I Crociati dovevano recuperare qualcosa a Montségur, ma non la trovarono mai, perchè era stata portata via quel famoso 13 marzo 1244.
    Ma il loro segreto lo conoscevano anche i Templari.








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    00 30/04/2004 12:15
    il santo graal
    Il termine Graal deriva dal latino Gradalis, con cui si designa una tazza, un vaso, un calice, un catino.
    Questi umili oggetti rivestono nella mitologia un nobile ruolo: sono infatti i simboli del grembo fecondo della Grande Madre, la Terra, e, come l'inesauribile Cornucopia dei Greci e dei Romani, portano vita e abbondanza.
    Molti eroi celtici hanno avuto a che fare con magici calderoni; nel poema gaelico 'Preiddu Annwn' Re Artù andò a recuperarne uno addirittura negli Inferi.
    La tradizione cristiana annovera almeno due sacri contenitori: il Calice dell'Eucarestia e la Vergine Maria.
    Nella 'Litania di Loreto' essa è descritta come Vas spirituale, vas honorabile, vas insigne devotionis, ovvero "vaso spirituale, vaso dell'onore, vaso unico di devozione": nel grembo (vaso) della Madonna, infatti, la divinità era divenuta manifesta.

    La tradizione vuole che il Santo Graal sia stato retto da tre lastre .
    Il Charpentier individua queste lastre con tre possibili vie di mutazione dell'individuo: quella dell'intuizione, quella dell'intelligenza e quella della mistica.
    Sono le tre lastre che nella navata centrale della Cattedrale di Chartres si susseguono, dal portale di ingresso all'abside, da quella circolare a quella quadrata, a quella rettangolare. Esse rappresentano per il fedele la via verso la conoscenza del Santo Graal.


    Il Santo Graal è la coppa che servì all'ultima Cena, è il vassoio dove Gesù e i Discepoli mangiarono l'agnello il giorno di Pasqua, è il vaso in cui Giuseppe di Arimatea, dopo la crocifissione, raccolse il sangue del Cristo.
    Esso è dunque un contenitore che allo stesso tempo è anche pietra; sia esso il vaso di pietra o il vaso che contiene la pietra (GAR - AL), oppure la pietra di Dio (GAR - EL).
    E' opinione oggi che la sola interpretazione delle oscurità e delle apparenti contraddizioni della storia del Graal porta a un confuso ricordo di una forma di culto semi-Cristiano e semi-Pagano il cui oggetto centrale era l'iniziazione nelle sorgenti della vita fisica e fra la Cristianità e il culto di Atti spirituale. Questo ricordo soltanto si accorda per le diverse forme assunte dal Graal, simbolo di tale sorgente.

    Così il Graal può essere il Piatto con cui i fedeli partecipavano alla festa comune: può essere la Coppa in giustapposizione con la Lancia, simboli delle energie maschili e femminili sorgenti di vita fisica ben note: emblemi fallici. Può essere il Santo Graal sorgente di vita spirituale, la cui forma non è definita, "che non è lavorato in alcuna sostanza materiale". "Non era di legno, né di alcun genere di metallo, né tampoco di Pietra, o di Corno, o di Osso"; è un Oggetto Spirituale, da essere considerato spiritualmente, ma sempre, e in qualsiasi forma: Una Sorgente di Vita. Così la Pietra di Wolfram, la pura vista della quale preserva tutti gli abitanti del Castello del Graal non solo in vita, ma in Gioventù; non è che la popolare Pietra Filosofale, quella pietra che gli Alchimisti asserivano possedesse la fonte di tutta la vita.
    Quando il Graal fu elevato nel piano Cristiano puramente ortodosso, e diventò la sorgente non più di vita fisica, ma spirituale, una tale sostituzione fu possibile attraverso la Pietra Alchemica.

    Il possesso del Graal è da considerarsi intimamente connesso con la coscienza di quel "senso dell'eternità" che costituisce l'elemento base per il raggiungimento di uno stato reale di iniziazione.
    Il Santo Graal è quindi una coppa di resurrezione a nuova vita spirituale e non già recipiente materiale dove viene raccolto il sangue di Cristo.
    Prova ne è la grande considerazione in cui presso i Catari era tenuto il Vangelo di Nicodemo che altro non può essere se non un preciso simbolismo per il raggiungimento di un particolare stato di realizzazione dell'individuo.
    Infatti, non poteva esistere nella dottrina Catara alcuna possibilità di venerazione verso una reliquia che aveva contenuto il sangue di Cristo essendo, per essi, la morte stessa del Cristo una manifestazione satanica.
    Essi negavano la possibilità di una morte ignominiosa sulla croce del Dio incarnato e quindi, se i Catari hanno parlato del Santo Graal questo non può che avere avuto un significato simbolico e quindi non può essere stato una coppa, ricettacolo del sangue del Figlio di Dio, ma una coppa di resurrezione e di vita spirituale.
    E' proprio questo termine, "resurrezione", che è forse il più adatto a definirlo, sottolineando esso un preciso momento di rinascita spirituale e quindi di una morte della materialità dell'individuo. Se vogliamo dare credito alle molte leggende che vogliono vedere nel Santo Graal il tesoro che i "Perfetti" lasciarono in custodia ai Catari prima di essere arsi vivi sui roghi di Montségur, non possiamo assolutamente considerarlo come un qualche cosa di materiale.
    Esso deve perciò essere cercato e trovato nella propria anima; è un tesoro divino, una completa coscienza della propria spiritualità. E questa completa rinascita dello spirito che ha permesso ai perfetti di affrontare i roghi della crociata cattolica romana ed è essa stessa il vero tesoro lasciato ai Catari.

    Il GRAAL si identifica con il Paradiso Terrestre, dove l'individuo si estrania dalla temporalità e può contemplare tutte le cose in relazione all'eternità.

    Il duplice senso della parola Graal.

    Essa significa, al tempo stesso, vaso (grasale) e libro (gradale), e la pietra ed il libro si fondono in uno stesso simbolo.
    Il libro diventa una scrittura tracciata dal Cristo stesso sulla coppa, oppure le Tavole della Legge di Mosè, o l'enorme pietra preziosa con scolpite alcune figure rappresentanti i simboli del dualismo Cataro.
    Quest'ultimo, forse, è il Tesoro che i Perfetti lasciarono ai Catari.
    0 ancora, la Tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto che contiene il simbolismo della tradizione e dello stato e indica le tre vie per il suo raggiungimento.

    LEGGENDE SUL GRAAL

    Racconta la leggenda che quando Satana si ribellò a Dio, un enorme rubino che brillava sul suo elmo venne colpito dalla spada di San Michele, e cadde negli oceani della terra. Aggiunge la leggenda che esso fu ritrovato dal Saggio Re Salomone tramite la sua magia e fu trasformato dal Re stesso in una coppa per le libagioni.
    Detta coppa fu adoperata poi da Gesù nell'ultima cena.
    Trasformata in seguito in un vaso da unguento fu portata in Inghilterra da Giuseppe da Arimantea, e quindi scomparve.


    Il Graal è associato a un libro scritto da Gesù Cristo alla cui lettura può accedere solo chi è in grazia di Dio. Le verità di fede che esso contiene non potranno mai essere pronunciate da lingua mortale senza che i quattro elementi ne vengano sconvolti.
    Se ciò dovesse accadere, i cieli diluvierebbero, l'aria tremerebbe, la terra sprofonderebbe e l'acqua cambierebbe colore. Il libro-coppa possiede dunque un temibile potere.
    Il Graal è collegato sia a tradizioni ebraiche sia islamiche: è infatti in relazione con una terra chiamata "Sarraz", impossibile da situare storicamente o geograficamente (non è in Egitto, ma si vede da lontano il Grande Nilo"; il suo Re combatte contro un Tolomeo, mentre la dinastia tolomaica si estinse prima di Cristo), ma situata comunque in Medio Oriente.
    Da essa, infatti ebbero origine i Saraceni.

    Nel poema Parzival, il tedesco Wolfram Von Eschenbach si legge che non si tratta di una coppa ma bensì di " una pietra del genere più puro chiamata lapis exillis.
    Il termine lapis exillis è stato interpretato come "Lapis ex coelis", ovvero caduta dal cielo: e, difatti, Wolfram scrive che la pietra era uno smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero e portato a terra dagli angeli rimasti neutrali durante la ribellione.
    La tradizione esoterica delle pietre sacre, tramiti fisici tra l'uomo e Dio, è tipicamente orientale: la pietra nera conservata nella Ka' ba è l'oggetto più sacro della religione islamica; i seguaci della Qabbalah ebraica utilizzano il termine "Pietra dell'esilio" per designare lo Shekinah, ovvero la manifestazione di Dio nel mondo materiale; ancora più a Oriente, l'Urna incastonata nella fronte di Shiva della tradizione induista, simboleggia il "Terzo Occhio", organo metafisico che permette la visione interiore.

    Del Graal si parla anche nella tradizione lucchese del "Volto Santo".
    Nel VIII secolo un vescovo di nome Gualfredo si recò a Gerusalemme per visitare i luoghi sacri; là il pellegrino compì varie penitenze, digiuni ed elemosine. Fu allora che, per compensarlo della sua devozione, gli comparve un angelo, il quale lo invitò a cercare con diligente devozione nella casa presso la sua: là avrebbe scoperto "il volto del redentore", cui tributare degna venerazione.
    Così, nella dimora di un certo Seleuco, Gualfredo ritrovò il "Volto Santo", un antico crocifisso scolpito in cedro del Libano dall'apostolo Nicodemo, lo stesso che aveva aiutato Giuseppe d'Arimatea a togliere dalla croce il corpo di Gesù.
    In una cavità dietro la croce si trovava un'ampolla con il sangue di Cristo.
    Croce e ampolla vennero caricate su una nave di grandezza straordinaria, che, guidata dagli angeli e senz'altro equipaggio, attraversò il Mediterraneo in tempesta e approdò sulle coste della Lunigiana.
    Le reliquie furono disputate da Lucchesi e Lunesi, e si stabilì che il Volto Santo sarebbe stato portato a Lucca (dove è tuttora visibile nella cattedrale di San Martino), e l'ampolla sarebbe rimasta a Luni, dove se ne sono perse le tracce.

    La maggior parte degli studiosi concordano nel ritenere le Crociate l'avvenimento scatenante. A partire dal 1095, molti Cavalieri cristiani si erano recati in Terra Santa, ed erano entrati per forza di cose in contatto con le tradizioni mistiche ed esoteriche del luogo: sicuramente qualcuna di esse parlava del Graal, un sacro oggetto dagli straordinari poteri. Grazie ai Crociati, la leggenda raggiunse l'Europa e vi si diffuse. C'è anche chi ritiene che il Graal sia stato rintracciato dai Crociati e riportato nel Vecchio Continente. In tal caso vi si troverebbe ancora.

    I Cavalieri Templari avevano stretto rapporti con la Setta degli Assassini, un gruppo iniziatico ismailita che adorava una misteriosa divinità chiamata Bafometto . Per alcuni il Bafometto altro non era che il Graal; prima di essere sgominati, gli Assassini lo avevano affidato ai Templari, che lo avevano portato in Francia verso la metà del XII secolo; e del resto Wolfram aveva battezzato Templeisen i cavalieri che custodivano il Graal nel castello di Re Anfortas. Se le cose fossero davvero andate così, ora il Graal si troverebbe tra i leggendari tesori dei templari (mai rinvenuti) in qualche sotterraneo del castello di GISORS.

    Dopo che il culto di Zoroastro era stato disperso, alcune delle sue dottrine furono ereditate dai Manichei, e, di seguito, dai Catari o Albigesi; questi ultimi erano giunti in Europa dal Medio Oriente, passando per la Turchia e i Balcani, e si erano stabiliti in Francia nel XII secolo. Nel 1244, dopo una lunga persecuzione da parte del Papato e dei francesi, furono sterminati nella loro fortezza di Montsegur; se avessero portato con sé il Graal durante le loro peregrinazioni, ora esso potrebbe trovarsi insieme al resto del loro tesoro in qualche impenetrabile nascondiglio del castello. È di nuovo Wolfram a fornire un indizio in proposito: il "Castello del Graal" (quello simile a Takht-I-Sulaiman) si chiama infatti "Munsalvaesche", cioé "Monte Salvato" o " Monte Sicuro". Negli anni '30 il tedesco Otto Rahn, colonnello delle SS e autore di 'Crusade contre le Graale La Cour de Lucifer', intraprese alcuni scavi a Montsègur e in altre fortezze catare con l' appoggio del filosofo nazista Alfred Rosenberg, portavoce del Partito e amico personale di Hitler: l'episodio fornì al romanziere Pierre Benoit, lo spunto per il romanzo 'Monsalvat'.

    Importato forse dai pellegrini che si spostavano per l'Europa durante il medioevo o forse dai Savoia insieme alla Sacra Sindone, il Graal sarebbe giunto nel capoluogo piemontese; le statue del sagrato del tempio della Gran Madre di Dio, sulle rive del Po, indicano, a chi è in grado di comprenderne la complessa simbologia, il nascondiglio della Coppa.

    Nel 1087, un gruppo di mercanti portò a Bari dalla Turchia le spoglie di San Nicola, e in loro onore venne edificata una basilica. In realtà la translazione del Santo era solo la copertura di un ritrovamento ben più importante, quello del Graal.
    I mercanti erano in realtà cavalieri in missione segreta per conto di Papa Gregorio VII. Il Pontefice era al corrente del potere del Calice, ma non intendeva pubblicizzare la sua ricerca, né l'eventuale ritrovamento, in quanto esso era un oggetto pagano, o comunque il simbolo di una religione ancor più universale di quella cattolica.
    Gli premeva di recuperarlo da Sarraz in quanto temeva che la sua presenza sul suolo turco avrebbe aiutato i Saraceni (in questo caso i Turchi Selgiuchidi) nella loro espansione ai danni dell'Impero Bizantino, e avrebbe nociuto al programmato intervento di forze cristiane in Terra Santa a difesa dei pellegrini.
    Non è dato di sapere dove si trovava la coppa (che, forse, era passata per le mani di San Nicola nel VI secolo, e che gli avrebbe conferito la fama di dispensatore d'abbondanza ) e chi comandò la spedizione; sta di fatto che, in una chiesa sconsacrata di Myra, i cavalieri prelevarono anche alcune ossa, poi ufficialmente identificate come quelle del Santo.
    Il recupero delle spoglie giustificò la spedizione in Turchia e l'edificazione di una basilica a Bari; la scelta di custodire il Graal in quella città anzichè a Roma fu determinata da due motivi: da lì si sarebbero imbarcati i cavalieri per la Terra Santa (la prima crociata fu bandita sei anni dopo il ritrovamento) e il Graal avrebbe riversato su di loro i suoi benefici effetti; in più la sua presenza avrebbe protetto Roberto il Guiscardo, Re normanno di Puglie, principale alleato del Papa nella lotta contro Enrico IV.
    A ricordo dell'avvenimento, sul portale della cattedrale (edificata parecchi anni prima della divulgazione della "Materia di Bretagna") si trova l'immagine di Re Artù e un'indicazione stilizzata del nascondiglio; la tomba di San Nicola continua a emanare un liquido chiamato "manna" che, oltre a essere altamente nutritivo, come il Graal guarisce da ogni male.

    CONCLUSIONI

    Il Graal è un oggetto materiale e spirituale insieme. Non si conosce esattamente la sua natura: forse è una pietra, forse è un libro, forse un contenitore; è certo che permette di abbeverarsi (l'ultima cena), ma vi si può anche versare qualcosa (il sangue di Cristo crocefisso).
    Può guarire le ferite, dona una vita lunghissima, garantisce l'abbondanza, trasmette e garantisce la conoscenza, ma è anche dotato di poteri terribili e devastanti.
    In qualche modo ignoto Gesù ne è entrato in possesso.
    Le varie leggende a proposito del Graal concordano nel conferirgli un origine ultraterrena.
    Per la tradizione cristiana, il Graal rappresenta l evangelizzazione del mondo barbaro, operata dai missionari, Giuseppe d'Arimatea, stroncata dalle persecuzioni e ripresa da un gruppo di uomini di buona volontà guidati da un sacerdote, Merlino.
    Per gli esoteristi Renè Guenon e Julius Evola il Graal è il cuore di Cristo, potente simbolo della Religione Primordiale praticata ad Agharti, di cui Gesù sarebbe stato un esponente; per gli alchimisti rappresenta la conoscenza, e la sua ricerca equivale a quella della Pietra Filosofale o dell Elisir di lunga vita.












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    gollum2003
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    00 30/04/2004 12:18
    intervista di Giuseppe Cosco a Pietro Marino



    "LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS" è un misterioso testo redatto da Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, deceduti misteriosamente dopo la pubblicazione. Si disse che si erano suicidati. Maxent e De Koker furono trovati impiccati il 6 marzo e Feugere il giorno dopo, il 7 marzo del 1967.

    "LE SERPENT ROUGE" è in lingua francese. Fu scritto nell’Ottobre del 1966 e pubblicato il 17 di Gennaio del 1967. Si presenta composto da tredici strofe. Ogni strofa corrisponde ad un segno dello zodiaco. La tredicesima, la terz’ultima in ordine di apparizione, è simbolizzata da Ofiuco o Serpentario.

    Il linguaggio è oscuro, simbolico, ermetico. Il suo contenuto è un segreto di incredibile portata, che ci riconduce ai misteri di Rennes-Le Château. Sono ritornato da Pietro Marino, uno dei più grossi esperti italiani dei fatti di Rennes-Le Château, il piccolo paese del dipartimento dell’Aude, in Francia dove si verificarono fatti memorabili. L’intervista che segue ha dell’incredibile.





    COSCO: Marino, Lei ha detto di aver studiato a fondo il misterioso testo de Il Serpente Rosso, "LE SERPENT ROUGE. NOTES SUR SAINT GERMAIN DES PRES ET SAINT SULPICE DE PARIS" di Pierre Feugere, Louis Saint-Maxent e Gaston De Koker, che morirono subito dopo la pubblicazione, tutti e tre misteriosamente. Asserisce di averlo decifrato. Ci parli del terribile segreto da lei scoperto e mai svelato prima d’ora.



    MARINO: Aspetti, prima devo fare un breve riepilogo di cosa vi è nella chiesa di Rennes. Sotto l'altare si può ammirare un bassorilievo che rappresenta Maria Maddalena, opera dello stesso Saunière e dell'abate Courtauly. Maria Maddalena contempla una croce grezza, da cui si alza un germoglio frondoso, al suo fianco vi è un libro aperto, un cranio e vi è anche un melo. Come sfondo il paesaggio di Rennes-le-Château. L’albero del melo rappresenta l’albero della conoscenza del paradiso. Adamo mangiò il frutto proibito e portò la morte nel mondo, ma per mezzo di un albero diverso venne riportata la salvezza. La mela nella religione celtica era simbolo del sapere tramandato. La croce con rami viene sempre paragonata all’albero genealogico. Vi era anche una scritta distrutta da un vandalo:



    JESUS MEDELA VULNERUM SPES UNA POENITENTIUM PER MAGDALENAE LACRYMAS PECCATA NOSTRA DILUAS.

    "Gesù rimedio per i nostri peccati e speranza per noi pentiti. Tu cancellerai i nostri peccati grazie alle lacrime della Maddalena".

    Questa scritta è riportata, anche, su una delle pergamene. Sull'ultimo arco in corrispondenza del Coro vi è un affresco raffigurante un'anfora, una Croce ed una M a forma di Omega capovolta, però chiusa alla base, intrecciata con una S. Cosa può significare? L'anfora è riferita alla Maddalena e la Croce a Gesù. Forse che dall'unione dell'anfora e della croce è sorto quello strano simbolo formato dalla M e dalla S? O più semplicemente significa Santa Maddalena? Eppure questo simbolo lo troveremo nel Serpente Rosso abbinato alla scritta Rosa-Croce.





    COSCO: Vuole essere più chiaro?



    MARINO: Nella prima strofa si parla dei manoscritti di un amico, che viene definito "viaggiatore dell'incognito". Sono più di uno e li vede separatamente ma noi dobbiamo considerarli come se fossero un tutt'uno, se vogliamo scoprire qualcosa. Noi dobbiamo essere come un artista che sa che dai colori dell'arcobaleno sorge il bianco e che è capace di far nascere il nero dall'unione dei 6 colori. Ma l'artista chi è: l'iniziato, lo gnostico, l'alchimista?. E qui abbiamo un primo riferimento al dualismo (bianco-nero). Si è già parlato della fortificazione templare sulla collina di Blanchefort, che ha preso il nome dall'omonima famiglia. Guardando le rocce della collina, salta subito all'occhio il loro colore bianco, che continuando verso la Roc Négre, cambiano colore e ne acquistano uno nerastro. Boudet sosteneva che la collina si chiamava Blancfort, proprio per il colore della roccia e che la parola derivava dal celtico (Blank= in fr. Blanc=bianco; forth=in fr. en avant= in avanti). Poi abbiamo il numero sei che viene ripreso nella seconda strofa quando gli autori ci dicono che non sveleranno mai il nome dell'amico ma che il suo numero è quello di un celebre sigillo, il sigillo di Salomone. Ed ecco che torna il concetto del bianco-nero (dualismo). Il nostro amico si trova ancora sulla collina di Blanchefort e sta guardando al di là della Roc Négre. Ma il suo sguardo dove arriva? A Blazel, Cap de l’Homme o Rennes-les-Bains, secondo come ci si posiziona. Se ci poniamo con le spalle alla I stazione della Via Crucis, avremo di fronte la XIV stazione, che rappresenta la sepoltura di Gesù. Da Blanchefort, dopo Roc Négre, vi è la collina di Blazel dove, dice Boudet nel suo libro, si trova una pietra che misura più di 8 metri di lunghezza, 2 di larghezza e 2 di altezza. Boudet dice: "Questo masso di circa 32 metri cubi è stato sollevato, inclinato in una direzione precisa, e bloccato ad una delle sue estremità, così che il suo peso enorme non lo facesse spostare verso il pendio ripido della montagna. Bisogna vedere con i propri occhi, questa opera gigantesca, che causa un vero stupore: nessuna descrizione può dare un'idea esatta di questo lavoro prodigioso".





    COSCO: Cosa può aver voluto dire Boudet? Forse ha cercato di nascondere qualcosa per sempre? E cosa?



    MARINO: Mi segua attentamente. Devo premettere che subito dopo Roc Nègre, guardando sempre da Blanchefort vi è Cap de l’Homme, dove è stata trovata incisa una croce di 35 cm.

    Però dopo Roc Négre vi è anche Rennes-les-Bains. Andiamo a vedere cosa può attrarre la nostra attenzione. Nella Chiesa di Rennes-les-Bains esiste un quadro, che è una riproduzione di una tela di Van Dick, che era di proprietà di Paul-Urbain de Fleury, nipote della Marchesa d’Hautpoul; rappresenta la Vergine che veglia Gesù in una grotta. Nell’originale ci sono le figure della Maddalena e di Giuseppe d'Arimatea. Nella copia no; al loro posto un dolmen. Di dolmen, di cromleck, si interessò Boudet. Con questo si vuol fare intendere che bisogna leggere "bene ed in un certo modo" il libro di Boudet. Nel cimitero vi è una tomba della madre e della sorella di Boudet; se tracciamo una linea dalla croce che vi è sopra la tomba, ai lati della quale vi è una freccia che ci indica la direzione, osserveremo che la linea passa dalla riproduzione del quadro di Van Dick, dal menhir decapitato di "Cap de l’Homme" e giunge alla Chiesa di Rennes-le-Château. Il nostro viaggiatore guarda, però, a mezzogiorno; questo vuol dire che sta guardando verso Bazel. Per proseguire, si afferma nel Serpente Rosso, bisogna districarsi tra molte difficoltà, come se ci si trovasse in un Labirinto. Si deve trovare la casa della Bella Addormentata.





    COSCO: Ma chi è la Bella Addormentata?



    MARINO: Ecco che stiamo per entrare nel punto cruciale dell’enigma ma prima di svelarglielo devo spiegare delle cose. Il poeta André Chenier, massone, era devoto alla Vergine nera di Nôtre Dame de Marceille a Limoux. Chi potrà dare la soluzione, continuano gli autori, sono le pergamene. Ed ecco che egli scopre le 64 pietre del cubo perfetto (sono 64 le mattonelle poste nella Chiesa di Rennes-le-Château ai piedi di Asmodeo, sono 128, il doppio di 64, le parole aggiunte al testo originale in latino della seconda pergamena). Ma chi possedeva le pergamene? I 4 Catari che erano fuggiti da Montségur durante la tregua; Montségur è il forte. Adesso occorre sistemare le 64 pietre e ciò si può solo fare con la squadra ed il compasso, tracciare una linea da Est ad Ovest, poi da Sud a Nord, tracciare una linea negli altri sensi e cercare le 14 pietre con impressa una croce. Ho pensato cosa potessero essere le 14 pietre impresse con la Croce e, dopo tante ipotesi, sono giunto alla conclusione che altro non sono che le 14 stazioni della Via Crucis della Chiesa di Rennes-le-Château. Ho pensato molto a come poter rimettere a posto le 64 pietre del cubo perfetto. Per quanto riguarda le 128 pietre (le lettere in più delle pergamene), ci avevano pensato altri, decifrandole. Però, secondo il mio giudizio, quando si parla di 64 pietre del cubo perfetto ci si riferisce alle 64 mattonelle sorvegliate da Gesù ed Asmodeo, all'interno della Chiesa. Ho pensato anche che mi poteva aiutare il testo trovato con la decodifica della seconda pergamena nella parte in cui si parla delle mele blu. Queste vengono proiettate dalla vetrata posta a sud sulla parete di fronte. Le statue poste a sud sotto le vetrate sono quella della Maddalena e quella di San Rocco. La prima operazione da fare era di disegnare il quadrato con le 64 mattonelle. Bisognava adesso tracciare la linea meridiana che va da Est ad Ovest, poi due linee perpendicolari a questa e tra loro parallele, che partivano dalle due statue anzidette sino alle due (S. Germana e S. Antonio l'Eremita) poste di fronte. Ci dicono che bisogna guardare, poi, in tutte le direzioni. Allora bisogna tracciare le linee oblique che uniscono le statue della Maddalena e di San Rocco rispettivamente con quelle di S. Antonio l'Eremita e di San Germana. Si trova, così, un punto di intersezione. Ma il serpente rosso ci suggerisce che dobbiamo tracciare un cerchio e che un punto di esso corrispondeva alla statua della Maddalena (essendo il cerchio l'anello e corona…). Tracciato il cerchio, mi sono accorto che si poteva costruire il sigillo di Salomone, il primo triangolo formato dalle statue di S. Antonio l'Eremita, Santa Maddalena ed il punto del quadrato con le 64 mattonelle rivolto ad est, il secondo dalle statue di Santa Germana, San Rocco e da un punto che, secondo me, sta ad indicare l'ingresso della cripta della famiglia Blacheford. Ecco trovata la dimora della Bella Addormentata ( vedi fig. 1).





    COSCO: La prego continui.



    MARINO: Era lì che Saunière ha trovato i resti della Marchesa ed era lì dove Saunière nascose i resti della Maddalena, dopo averli prelevati dalla falsa tomba della marchesa.





    COSCO: Lei sta parlando della tomba di Maria Maddalena?



    MARINO: Esattamente. E che sia il sepolcro di Maria Maddalena che si cerca ce lo dicono gli autori e ci confermano che lei ha avuto il "Graal" che conteneva il sangue di Cristo, che una volta era conosciuta come ISIDE che chiamava a raccolta tutti i sofferenti per dare loro sollievo. La stessa frase la troviamo nella Chiesa di Rennes-le-Château, e precisamente nell'affresco della collina fiorita; è Gesù che chiama a raccolta i sofferenti. Perchè la stessa frase è messa in bocca una volta alla Maddalena ed una volta a Gesù?





    COSCO: Ma la falsa tomba dove si trova o, meglio, dove si trovava?



    MARINO: Sappiamo che per scoprire il segreto bisogna disegnare anche una Croce (CON QUESTO SEGNO TU LO VINCERAI). Ma dove? Se Gesù ed Asmodeo guardano il pavimento con le 64 mattonelle, perché non tracciare una perpendicolare alla meridiana già disegnata e passante per il punto del quadrato posto ad Est? Dopo averlo fatto, è stato disegnato il prolungamento della retta che unisce la statua della Maddalena con quella di Santa Germana, che ha intersecato in un punto la suddetta perpendicolare lunga esattamente quanto la lunghezza della navata della chiesa. Si è formata, così, una croce con i due bracci uguali. Per verificare se il punto trovato rivestisse una certa importanza, è stato tracciato un cerchio fissando il compasso sul punto posto ad est del quadrato e puntandolo sulla statua della Maddalena. Con meraviglia mi sono accorto che il punto trovato era anche un punto del cerchio, come lo era il punto opposto della stessa perpendicolare ed ho notato che, anche in questo caso, si poteva disegnare il sigillo di Salomone (vedi fig.2) (si può ammirare anche una proiezione della chiesa. Il punto trovato sta ad indicare il luogo dove era collocata la falsa tomba della marchesa sotto il campanile, dove inizialmente Bigou aveva portato i resti della Maddalena).





    COSCO: E’ una storia avvincente. Qual è il prosecuzione degli avvenimenti?



    MARINO: Successivamente, nel Serpente Rosso, la Maddalena viene chiamata NOSTRA SIGNORA DES CROSS. Sappiamo che solo la Vergine Maria viene chiamata con l'appellativo di Nostra Signora… E allora perché è rivolta alla Maddalena? Bisogna scoprire cosa voglia dire CROSS, che non è una parola francese; però potrebbe essere una parola inglese che significa CROCI. Perchè al plurale? E se le croci fossero quelle che portavano sulle tuniche i Crociati? A Gerusalemme Goffredo di Buglione, come abbiamo visto, aveva fondato l'Ordine dei Cavalieri di Nostra Signora di Sion, dopo aver trovato l'Abbazia di Nostra Signora del Monte di Sion, conosciuta anche come Madre di tutte le Chiese. Se NOSTRA SIGNORA DES CROSS significa Nostra Signora delle Croci (dei Crociati), vuol dire che l'abbazia di Sion era dedicata a Maria Maddalena. C'è da dire, però, che esiste un Santuario a Counes dedicato a Nôtre Dame du Cros. Ha preso questo nome da una croce incisa su una pietra della montagna vicina; però vicino la croce vi è una statua della Vergine. A Sion Vaudemon, vicino la Cattedrale, vi è la scritta: "AUX AMIS DE NOTRE DAME DE SION" e sull'arco esterno della cappella all'aperto leggiamo NDS. La S è diversa dal carattere delle altre due ed è identica a quella che troviamo nella decorazione di Rennes-le-Château.





    COSCO: Possono aiutarci a capire meglio i pittori Poussin e Delacroix? In tutta questa incredibile storia qual è il ruolo di questi artisti famosi?



    MARINO: Gli autori de Il Serpente Rosso, a questo punto, fanno un riferimento al quadro di Poussin, copia del quale aveva acquistato l'abate Sauniére dove è dipinta una bara con la famosa scritta. E finalmente il curato capisce, comprende quale sia il segreto. Cosa significano i salti dei quattro cavalieri? E chi sono i quattro cavalieri? Il riferimento è sempre ai 4 Catari. Hanno lasciato un segno che ha impresso Delacroix in uno dei tre quadri: San Michele sconfigge il demonio, Lotta di Giacobbe con l'Angelo e Eliodoro scacciato da Tempio, che si trovano nella Cappella degli Angeli, già cappella del fonte battesimale, della Chiesa di San Sulpice a Parigi. E poi di nuovo un riferimento al Graal. Ma, cosa significa: due volte IS? IS+IS=ISIS=ISIDE, Dama bianca delle Leggende. Maria Maddalena, nazzarea laica, faceva parte dell'Ordine regionale di Dan, e aveva diritto di vestirsi di nero come i sacerdoti di Iside; anche le Madonne nere sono vestite di nero. La Madonna nera deriva da Iside: entrambe conoscevano il nome segreto di Dio, come la Maddalena, "la donna che conosceva il Tutto", custodiva un segreto di Dio. Ecco perché, quando si parla di Madonna nera, di Iside, di Dama Bianca, ci si riferisce alla Maddalena.





    COSCO: Tutto ciò è oltremodo interessante, ma la Maddalena non è, frequentemente, raffigurata anche con un manto rosso?



    MARINO: La Maddalena veniva rappresentata vestita di nero ed anche con un manto rosso, simbolo di alta carica ecclesiastica. Di nero è vestita in un dipinto del Guercino, che la rappresenta con due angeli, poggiata su una tomba. Rosso è il suo mantello nel bassorilievo in Rennes-le-Château, rosso è pure il mantello del "presunto" Giovanni, nell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci.





    COSCO: Cosa dice ancora Il Serpente Rosso? Qual è il proseguo?



    MARINO: Il viaggio è al termine. Ormai il nostro viaggiatore conosce il segreto. Ma qual è la casa diroccata a cui si fa riferimento? Forse la casa vicino al cimitero, che aveva utilizzato Sauniére e dalla cui finestra si vedeva la montagna? Cosa significa la Croce di Creta che si scioglie sotto il sole? Sembra veramente una Croce con i sui 35 centimetri. Mi fa ricordare la croce grezza che guarda Maria Maddalena nel bassorilievo sotto l'altare, ma potrebbe essere anche un riferimento alla 14a stazione. La croce si è sciolta al sole e nella 14a stazione non vi è, infatti, alcuna croce. Ma, forse, la montagna è quella di Cap de l'Homme, dove, secondo Boudet, esisteva una pietra con su scolpito il volto di Gesù, montagna dove è stata trovata una pietra con la testa tagliata, al posto della quale c'era il quadrato magico, conosciuto come quadrato SATOR, montagna dove si trovano delle croci scolpite nella roccia, una delle quali misura 35 cm. Nell'originale le 5 parole del quadrato sono in greco.





    (Marino mi porge dei fogli con le lettere del quadrato magico e con delle sue note scritte a matita che riporto)



    S A T O R
    A R E P O

    T E N E T
    O P E R A
    R O T A S



    S A T O R
    A R E R O
    T E N E T
    O R E R A
    R O T A S



    Il quadrato magico, che è un simbolo dei cristiani gnostici, presenta questa particolarità: da qualsiasi lato si legga si trovano sempre le stesse parole. E' formato con le 8 lettere del PATER NOSTER prese due volte eccetto la N utilizzata una sola volta, con l'aggiunta di 2 "A" e 2 "O".



    A


    P
    A
    T
    E
    R
    A P A T E R N O S T E R O
    O
    S
    T
    E
    R

    O



    Alchimisti, astrologi, cabalisti, filosofi, umanisti hanno tentato di capirci qualcosa, senza risultati. Si è inoltre visto che, posizionato in altro modo, l'effetto è sempre lo stesso. Si leggono sempre le stesse parole.





    R O T A S
    A
    R
    E
    P
    O
    T E N E T
    O
    P
    E
    R
    A
    S A T O R
    O
    P
    E
    R
    A
    T E N E T
    A
    R
    E
    P
    O
    R O T A S



    …fine del secolo XIXesimo …Rivart scoprì una pietra enigmatica, che fu distrutta durante la guerra del 1914/1918. Anno 1890, trovata riproduzione, ora conservata in una sala del "Cercle Saint Dagobert II" de Stenay.



    Codice per decifrare il quadrato magico: SRNPR



    S A T O R
    A R E P O
    T E N E T
    O P E R A
    R O T A S





    COSCO: SRNPR. Cosa significa questa specie di anagramma?



    MARINO: In un autoritratto di Poussin, dipinto sul suo anello troviamo il simbolo della pietra trovata a Stenay. Egli era, quindi, un cristiano gnostico. Nello stesso dipinto notiamo sullo sfondo una immagine che ci conferma che era anche un iniziato (Sul copricapo vi è disegnato un terzo occhio).





    COSCO: Il pittore Poussin era, dunque, un iniziato, che riportava nelle sue tele i misteri di cui era a conoscenza. ..



    MARINO: Si. Dopo questa divagazione, ritorniamo al Serpente Rosso. Adesso c'è un richiamo alle opere di Signol sul Meridiano di Parigi. Signol ha dipinto una rappresentazione di Dagobert II e dei quadri simbolici del meridiano di Parigi, che si trovano nella Chiesa di San Sulpice a Parigi. Si parla della scritta PS, che noi troviamo sulla pietra tombale della Marchesa d'Hautpoul, sulla pietra di Coume-Sourde, sulla prima pergamena e del modo alquanto oscuro di come decifrare le lettere. L'autore capisce la verità. Ma, qual è la verità? Si fa riferimento a Jean-Jacques Olier (1608-1657), curato della chiesa di S. Sulpice, il cui maestro era stato Sain Vincent de Paul. Olier fondò nel 1641 la Compagnia dei Preti del Seminario di S. Sulpice; creò anche il seminario di Clermond Ferrand; era stato abate del Monastero di Pébrac. Pébrac è la cittadina di S. Germana, la cui statua si trova nella Chiesa di Rennes-le-Chateau.





    COSCO: Ma non sono troppi i riferimenti a San Sulpice per essere considerati casuali?



    MARINO: Certamente. La Chiesa fu costruita, per volontà di Olier, nel quartiere di Sain Germain des Pres, vicino all'omonima Chiesa, sulla stessa linea del meridiano di Parigi che passa dalle due Chiese e sul comune di Rennes-les-Bains. Nelle Chiese di Sain Germain des Pres, di Sain Denise e di Rennes-le-Château sono stati sepolti re merovingi. La Chiesa di San Sulpice è conosciuta come il nuovo Tempio di Salomone. Oltre quello che abbiamo detto, nella Chiesa possiamo ammirare la Via Crucis che, come a Rennes-le-Château, è posizionata da sinistra a destra, cioè sinistrocentrica. Dobbiamo ricordare che Saint Vincent de Paul e Jean-Jacques Olier erano molto vicini al Priorato di Sion. La Compagnia che creò Olier, l’abbiamo già visto, era il circolo esterno del Priorato. Saint Vincent de Paul è venerato, anche, nella basilica di Nôtre-Dame de Marceille, dove è venerata una Vergine Nera, a nord di Limoux, di cui abbiamo già detto. Il vescovo Billard, quello che nominò Saunière curato di Rennes-le-Château, acquistò tutte le quote della proprietà di detta basilica. Picknett e Prince ne "La Rivelazione dei Templari" ci dicono che sotto la basilica esisteva una cripta costituita da 2 camere di circa 6 metri di altezza. L’ingresso è costituito da un tunnel alto un metro. Queste stanze sono state utilizzate fino all’inizio del XX secolo.





    COSCO: Come venivano utilizzate queste stanze?



    MARINO: Prince ed il fratello, nel 1995, erano entrati nella prima stanza, calandosi da uno sfiatatoio, ma, per un incidente occorso al fratello, nello scendere, dovettero abbandonare la ricerca. Ritornarono nel 1996 e cercarono di entrare dal cunicolo; trovarono, però, la porta murata ed una inferriata arrugginita risalente a circa 100 anni prima. Considerato che le autorità locali non conoscevano l’esistenza della cripta, chi avrà murato quell’ingresso? Tutto fa pensare a Billard, il quale aveva fatto di tutto per divenire il proprietario della basilica. Il ricercatore olandese Joseph Fhijs aveva scritto che era riuscito a decifrare il libro di Boudet e che nella cripta vi era un reliquario contenente la testa di un "re sacro". Continuando a leggere il Serpente Rosso, nasce una domanda: chi è che è passato facendo del bene? Nella Chiesa di Rennes-le-Château esiste un affresco che raffigura Gesù su una collina fiorita. A Rennes-le-Bains vi sono due tombe della stessa persona, Paul-Urbain conte di Fleury, nipote della Marchesa d'Hautpoul. Su una tomba risulta morto il 7.8.1856 e nato il 3.5.1776, sull’altra invece risulta deceduto nel 1836 all’età di 60 anni; sarebbe nato, quindi, nel 1796. La data della morte giusta è quella del 1836. Non è morto a Rennes-les-Bains ma i suoi resti vi furono portati successivamente. Sulla tomba vi è scritto: "E’ passato facendo del bene". Fleury (Fleuri) in francese vuol dire fiorito.





    COSCO: In tutta questa storia ha una parte l’enigmatico Priorato di Sion? E Il Serpente Rosso, nome dato all’ermetico documento, ha qualche particolare significato?

    MARINO: Mi lasci proseguire con ordine. Il viaggiatore ci dice che ci sono stati dei profanatori, che non hanno potuto prendere tutto. Qualcosa è rimasto. Non tutto il tesoro è stato utilizzato. Infine un riferimento alla Costituzione dei Fanciulli di S. Vincenzo, cioè i Prodi, cioè il Circolo esterno del Priorato di Sion.

    Dopo la maledizione dei profanatori, gli autori chiariscono di aver scoperto il segreto del sigillo di Salomone e riferiscono di aver visitato il luogo dove era posta la tomba della Maddalena. Di questo ho già detto. Ci avvertono di stare attenti e di non cambiare quello che troviamo scritto, perché solo in questo scritto è la verità. E di nuovo la collina bianca. La collina bianca è la collina di Blanchefort. Ma, perchè si fa riferimento al battesimo del Cristo? Qualcuno è di guardia ed è rosso per la rabbia. E' il Serpente Rosso, di cui parlano le pergamene. Il Serpente Rosso è il demonio guardiano. Ed ecco che l'autore ci dice che si tratta solo di un sogno fatto il 17 gennaio (data costantemente presente nel mistero di Rennes).





    COSCO: Quanto, secondo Lei, è veritiero Il Serpente Rosso? Potrebbe trattarsi solo di un falso?



    MARINO: Gli autori erano ben documentati, perché conoscevano nei minimi particolari non solo Rennes-le-Chateau, ma anche i luoghi circostanti, la cultura egizia, celtica, la storia del meridiano di Parigi, di S. Sulpice, il Priorato di Sion, i Prodi, la storia di Olier, nonché le opere di Delacroix, Teniers, Poussin legate al Mistero di Rennes-le-Château. Cioè, a loro non era sfuggito nulla.





    COSCO: Lei a quali altre conclusioni è pervenuto?



    MARINO: Io ho motivo di ritenere che i versi non sono una invenzione. Gli autori sono morti, suicidi, dopo 2 mesi dalla pubblicazione del libretto. E' impensabile che tre persone, sane di mente, si uccidano senza motivo e quasi contemporaneamente. Ho pensato che, forse, sono stati costretti a compiere questo insano gesto, o perchè sono venuti meno ad un giuramento solenne (sarebbero, quindi, stati degli iniziati), o perchè si sono impossessati del libretto riservato a pochi, scritto da altri. Mi sono, infine, convinto che Sauniére trovò, anche all'interno della chiesa, la tomba di Sigebert IV, la cripta della famiglia Blanchefort dove era sepolta la Marchesa Marie d'Ables d'Hautpoul e, forse, come sostiene Plantard i successori di Sigebert IV, e cioè Sigebert V e Bera III. Se si dà credito a tutti gli indizi che abbiamo esaminato, sono, anche, convinto che i 4 Catari portarono fuori da Montsègur i manoscritti dei Vangeli, poi modificati da Bigou e i documenti di una parte della dinastia dei Merovingi. Però, esiste qualche altra cosa nascosta sulla collina di Blazel. Non ci sono prove per dire che si può trattare di una tomba più importante di quella della Maddalena...





    COSCO: Sauniére ricevette strani personaggi…



    MARINO: Sì, nel 1897 ricevette delle visite ed a queste persone restituì qualcosa di molto prezioso. I visitatori altri non erano che discendenti dei Catari, appartenenti al Priorato di Sion. Alcuni sostengono che quello che fu restituito è stato nascosto nella Cattedrale di Barcellona, costruita dall'Architetto Gaudì, su incarico dei Confratelli del Priorato. Se Sauniére ha restituito tutto quello che ha trovato, diede di sicuro le pergamene originali, i manoscritti contenenti la dinasta merovingia e i resti della Maddalena. Però era rimasto qualcosa ancora da scoprire; per questo Saunière continuò il lavoro nel cimitero e nelle colline circostanti.





    COSCO: Cosa scoprì ancora il parroco? E fu questa ulteriore scoperta confessata, in punto di morte, a fargli negare l’assoluzione?



    MARINO: Consideriamo la fine di Sauniére. Egli non ebbe l'assoluzione. Se avesse confessato, soltanto, di aver trovato un tesoro (sia esso visigoto, quello dei Templari o dei Catari) o le pergamene con la dinastia merovingia, che motivo c'era di non ricevere l'assoluzione e l'estrema unzione? Le pergamene non erano altro che passi del Vangelo e la dinastia merovingia sarebbe solo la prova che Sigebert IV non era morto e che la discendenza era continuata. Se avesse confessato soltanto di aver trovato la tomba della Maddalena, che motivo c'era di non essere assolto? Si diceva già che la Maddalena era giunta in Francia per predicare il Vangelo e si festeggia nella città di Baume, dove "erroneamente" si pensa fosse morta e dove "erroneamente" è conservato il sepolcro. Egli avrà confessato qualcosa di molto grave, contrario al credo della Chiesa cattolica. Chi aveva visto il confessore, dopo l'incontro con il nostro abate, sosteneva che era molto turbato e che non riusciva a profferire parola alcuna e che non fu più lo stesso. Io sono convinto, però, che Sauniére non voleva confessarsi, ma soltanto tramandare il segreto ad un altro curato come avveniva dai tempi di Bigou e come è richiesto dalle pergamene. Solo che prima il segreto era costituito dalla conoscenza del nascondiglio del tesoro e di qualcos'altro di cui non si conosceva l'esatta ubicazione. Boudet utilizzò il tesoro per dare la possibilità a Saunière di scoprire questo qualcosa.





    COSCO: Ma cosa?



    MARINO: Le pergamene servirono, quindi, a Sauniére soltanto per fargli trovare la tomba della Maddalena e per fargli conoscere il grande segreto che c'era dietro. I Templari, i Catari detenevano un segreto che metteva in serio pericolo il cattolicesimo. Per questo furono sterminati. La Chiesa ha commesso tanti errori; con il tempo si sta correggendo. Secondo le profezie di S. Malachia, vescovo irlandese ed amico di San Bernardo, il prossimo Papa sarà l'ultimo e sarà quello che dirà la verità. Ma l'uomo è pronto a ricevere le sue rivelazioni? Sarà capace di giudicare e decidere secondo il suo pensiero? Quale sarà la reazione della gente? Certe volte la tanto attesa verità è spesso la più difficile ad accettare. Poi, bisogna ammettere, che la verità è diversa per ognuno: per il Corano Gesù non era altro che un importante profeta, per i Romani i Cristiani erano eretici. Ma noi, uomini liberi e di buoni costumi, siamo pronti, perché da sempre ricerchiamo la verità.



    COSCO: Marino, qual è questo terribile segreto?



    MARINO: Sulla collina di Blazel vi è nascosto qualcosa di molto importante ed il guardiano non è altri che lo stesso serpente rosso - demonio guardiano (Asmodeo). Che vi sia solo il tesoro del Tempio di Salomone o vi è ancora dell’altro?












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    Momo-
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    Sesso: Femminile
    00 30/04/2004 13:27
    [SM=g27825] o.k.

    ...fra cinque o sei mesi finisco di leggere tutto...


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    Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
    Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
    Feroce indietro, a destra ed a mancina.
    Quai cavalli fien atti a seguitalli?
    E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
    Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

    Vittorio Alfieri, Il Misogallo
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    MAGUS ALTAIR
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    Città: VENEZIA
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    AMMINISTRATORE DEL FORUM
    00 30/04/2004 23:46
    La storia di Rennes è abbastanza conosciuta e ci sono molte ipotesi
    su quello che veramente l'abate avrebbe scoperto, fatto sta che finora
    non c'è alcuna prova certa.
    E' vero che alcuni studiosi con un georadar avrebbero trovato tracce di
    alcune stanze sotterranee, poste sotto la chiesa... tutto è possibile,
    ma finchè non si scaverà e si troverà davvero qualcosa si può pensare
    tutto e il contrario di tutto.

    Piuttosto è giusto chiedersi in che senso una scoperta come quella
    dovrebbe minare la fede di una persona. Potrebbe sicuramente far venir
    meno la fiducia nella Chiesa o in alcune persone che ne hanno fatto
    parte, ma la fede nel messaggio cristiano dovrebbe rimanere tale.
    A prescindere dai rapporti di Gesù con Maria Maddalena o dalla verginità
    di Maria sua madre o altri particolari, come dice Gnomos.

    Ipotizziamo comunque che davvero l'abate abbia scoperto un antico vangelo
    che dice cose diverse da quanto affermato dalla tradizione cattolica:
    ma il fatto che sia stato trovato un testo del genere non prova nulla!
    Questo testo potrebbe essere falso, come molti altri falsi sono stati
    redatti in passato, e l'abate potrebbe anche essersi ingannato in
    buona fede!
    Stessa cosa si può dire per altri eventuali oggetti trovati!

    [Modificato da MAGUS ALTAIR 30/04/2004 23.51]



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    Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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    Fenrir II
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    Età: 56
    Sesso: Maschile
    00 01/05/2004 00:26
    ...
    Non preoccupari gollum, è riprovato da tempo che sono tutte panzane! Che poi a livello speculativo ci si giochi ancora sopra, è solo per fini sensazionalisti che lasciano molto a desiderare!
    Dormi tranquillo!!! [SM=g27822]