00 11/10/2004 09:46
Re:

Scritto da: settedinove 10/10/2004 12.34
Non capisco se la negazione dell'episteme da parte di alcune correnti moderne, possa originare da un rifiuto di qualunque forma religiosa che afferma un sapere oggettivo, appunto delle verità assolute.



L'episteme era, per i filosofi greci, la verità raggiunta con la ragione.
Esiste per altro un diverso termine ("aletheia") che usava p.es. Platone
per intendere invece la verità insita dentro l'Uomo, che egli può
riscoprire, svelare (il termine "aletheia" richiama il "Lete", il fiume
dove le anime passano tra una trasmigrazione e l'altra, dimenticando
ma non del tutto, ciò che hanno sperimentato nel Mondo delle Idee).
Negare l'episteme non significa necessariamente negare l'esperienza
religiosa: secondo il teologo Karl Barth, ad esempio, Dio è l'Assolutamente
Altro, verso il quale occorre avere "Fede", ma nei confronti del
quale la Ragione non può nulla.
La Teologia cattolica invece ammette che Dio conceda alla Ragione
di confrontarsi con Lui, seppure la Rivelazione abbia dei contenuti
che la Ragione non potrebbe raggiungere.
In fondo lo stesso Cartesio risolse il suo dubbio prendendo Dio come
"garante" dell'attività conoscitiva dell'Uomo: se ci fidiamo della
"bontà" di Dio, ci fidiamo anche del fatto che Lui non ci inganni
quando guardiamo il mondo, avendoci creato con sensi inadeguati.
Se dunque la negazione dell'episteme e il rifiuto della religiosità
sono fenomeni non legati da un nesso di causa ed effetto, perchè
il pensiero moderno ha "paura" dell'episteme?
Ci sto pensando anch'io in questo periodo: forse non è stata del tutto
ininfluente l'esperienza dei grandi totalitarismi, che si fondavano
su filosofie che in effetti avevano grande fiducia nell'episteme.
Forse però che con l'acqua sporca è stato gettato anche il bambino?
Inoltre sicuramente lo sviluppo della Scienza ha favorito un tipo
di approccio più "relativo" e "relativistico", anche se rimangono
scienziati che ancora cercano una definitiva Teoria del Tutto.

[Modificato da MAGUS ALTAIR 11/10/2004 9.56]



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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.