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Il Matto

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2003 18:28
19/08/2003 16:19
 
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Non si tratta della carta dei tarocchi... ma del fatto che ogni
tanto ritorna alla ribalta la figura del "matto" che uccide la gente
per strada senza motivo apparente, oppure della persona fino al
giorno prima tranquilla e considerata "normale" che stermina la
famiglia e nessuno capisce perchè.
Ogni organismo ogni tanto sviluppa una cellula impazzita...
ma quando questo accade, si può dire che l'organismo sia "normale"?


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
19/08/2003 16:33
 
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...

è una domanda retorica?




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http://album.foto.virgilio.it/bonsai361
19/08/2003 16:45
 
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E' chiaro che per me, se un individuo arriva a questo non è
normale, ma non lo doveva essere neppure prima...
Ma mi è anche chiaro che ci deve essere qualcosa in questa società
che aiuta questi deliri.
Voi che ne dite? Io dico che non è un discorso tanto banale come
potrebbe sembrare, dato che spesso si sentono elogi al progresso...


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
19/08/2003 17:24
 
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Penso che la cosa sia un po' travisata dai media... da come la mettono sembra che una persona normalissima possa impazzire da un giorno all'altro ed uccidere all'impazzata.
Quelli di cui noi stiamo parlando sono RAPTUS, ovvero un bisogno incontenibile di svolgere una determinata azione. Ora questa "azione" di cui si parla nasce da qualcosa di represso o perlomeno non abbastanza sfogato: la rabbia in questo caso. E' come se questi individui, intrappolati in uno schema che non permette il giusto sfogo per questi impulsi (o che invece li aumenta di giorno in giorno) ad un certo punto non reggano piu', o perche' sono giunti al limite del proprio autocontrollo o perche' incombono fattori esterni (anche il caldo lo e'). Se a questo aggiungiamo altre disfunzioni mentali, state sicuri che "il matto che spara dalla finestra" e' assicurato. Cosa fare? Una soluzione parziale del problema sarebbe fare in modo che visite di tipo psicologico siano piu' frequenti... ma sarebbe una soluzione che combatte gli effetti e non le cause. Andrebbe meglio stare vicino a chi ha bisogno e non vivere in situazioni sociali che non riusciamo a sopportare... ma questa invece e' una soluzione utopica

[Modificato da .:avatar:. 19/08/2003 17.39]



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In Veritate Libertas
19/08/2003 17:35
 
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Credo siano persone con gravi problemi che passano la vita cercando di omologarsi ai modelli che li circondano...a volte per un evento imprevisto che non riescono a controllare si sgretola il loro mondo di carta ed esplodono con la voglia di distruzione.
La cosa tragica e'che sono persone che soffrono continuamente e in silenzio,non vengono ascoltate o accettate veramente,ma solo per quella maschera che si sono costruiti attorno.Per questo si sente la famosa frase"sembrava una persona normalissima..."
E poi,chi puo' ascoltarle o capirle?
Se anche chiedessero aiuto...crediamo che i servizi sanitari siano in grado di andare molto oltre la somministrazione di qualche pillola o di un ricovero coatto?
Ancora non sanno "curare" le malattie dell'animo.

Una parola rispetto alla cosiddetta INFORMAZIONE
Ho sempre un dubbio che mi assila.Durante le festivita' e le ferie estive si sente un maggior numero di epoisodi del genere,oltre che di suicidi.
Si dice tanto che siano momenti critici a causa dell'assenza dei familiari...il mio dubbio e' che invece si dia piu' spazio a queste tragedie,costanti durante tutto l'anno,solo per la carenza di news politiche/economiche causa feste!!


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


19/08/2003 17:49
 
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Avatar,scusa ho scritto e aspettato un po' troppo prima di postare,cosi' non ho visto il tuo intervento.

Rispetto a quello che dici,di persone evidentemente disturbate, bhe e' molto difficile stare loro vicine.
Per la loro voglia di non essere avvicinate o per una difficolta individuale a "toccare" la sofferenza dell'altro.
A volte possono essere quasi "soffocanti"...occorre essere preparati prima di tentare di aiutare qualcuno con seri problemi depressivi,ad esempio.Si rischia di rimanere imbrigliati in situazioni in cui e' difficile uscirne e sopratutto,e' difficile essere d' aiuto!! Se invece ti stavi riferendo ai familiari...bhe anche loro hanno una bella dose di sofferenza e faticano a farlo...


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


19/08/2003 18:10
 
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La pazzia fa paura perché ci mostra la parte di noi più oscura. Tutti l'abbiamo: per fortuna, per caso, perché abbiamo ricevuto cure adeguate (non solo fisiche, ma psicologiche), diventa una parte di noi che. In alcuni anche una parte creativa: la parte che sa affondare nell'inconscio e riemergere creando con la musica, l'arte, ma anche con la capacità d aiutare gli altri. La sentono ma non ne sono in balia. Ciò che il "matto" non può fare, perché in lui questa parte è a pezzi: diventano voci che ordinano, che complottano. Restano nel caos. Vengono morsi al calcagno dal cane e non hanno direzione, come nella figura, perché seguono i personali deliri ed esistono solo quelli.
Spesso non esistono più le emozioni: tutto viene incasellato in una logica che non è possibile negare. Spesso si sentono divinità cadute. In un certo senso lo sono.
Non è facile stare loro vicini per tantissime ragioni: perché nei momenti più brutti per loro non sei una persona. Se va bene sei il nulla: uno specchio che viene usato e nulla di più. Nei casi peggiori sei il persecutore e come tale vieni trattato. Non è facile perché, nel caos interiore più totale, hanno tuttavia la capacità di mostrarti le parti di te che non hai saputo accogliere. Perché è difficile convincerli che hanno bisogno di cure. Che sì, l'energia di cui parlano esiste, ma che così è distruttiva.
Ha ragione Avantar: nessuno impazzisce all'improvviso. E' un percorso che si fa. Ed è vero che ci dovrebbe essere una maggiore attenzione alla sfera psicologica (e via anche alla qualità di vita che peggiora sempre di più). Fatto sta che chi è vicino a queste persone non sempre ha voglia di vedere e non sempre chi cura ha interesse verso il paziente.
Chiedo scusa per la lunghezza del post, ma è un argomento che mi tocca da vicino (e la sintesi non è fra le mie qualità [SM=g27816] ).
P.S. (ehm, scusate) il caldo non aiuta e neppure la solitudine dell'estate... giuro che ho finito [SM=g27823]

[Modificato da megwin 19/08/2003 18.12]

19/08/2003 18:28
 
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Non scusarti Mag.
E' difficile.Ma nessuno lo sa quanto chi lo ha provato.

Ed e' anche per questo che non concordo che l'informazione rapace che specula su queste notizie che invece andrebbero sussurrate appena, nell'intimo della comunita' che ha condiviso la tragedia, per rispetto di chi ne abbia sofferto o teme,un domani di esserne il triste protagonista.

Ti abbraccio


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Ariel


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