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I luoghi "alti"

Ultimo Aggiornamento: 14/12/2003 22:27
20/09/2003 15:57
 
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E' questo il titolo di un libro di una ricercatrice svizzera,
Blache Merz, che si occupa di luoghi con caratteristiche energetiche
particolari, come ad esempio antichi templi, monoliti, cattedrali, ecc.
Questi luoghi di culto probabilmente sarebbero stati scelti proprio
per queste loro caratteristiche peculiari, che antichi esperti, che
oggi chiameremmo "sensitivi" o "radiestesisti", sapevano individuare.

I luoghi "alti" però possono essere anche posti comunque carichi di
"qualcosa" che molte persone sensibili avvertono. Capita infatti a
molte persone di provare sensazioni inspiegabilmente gradevoli o
sgradevoli nell'entrare in una casa o in una sua stanza.

E' capitato anche a voi di avere questo tipo di percezioni?

[Modificato da MAGUS ALTAIR 20/09/2003 15.58]



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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
21/09/2003 22:25
 
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Ci sono dei luoghi che effettivamente trasmettono delle sensazioni non idifferenti, solo che è abbastanza difficile stabilire se si tratta di suggestione personale, o della effettiva collocazione del posto in questione.
Ci sono certi luoghi che sono famosi per queste cose, come dicevi tu, templi, cattedrali monoliti "strani" ecc...si dice, appunto, che siano stati messi li apposta, ad esempio, la Gran Madre di Dio a Torino, si dice sia messa in un punto strategico energetico, ma su Torino "Città magica" ne dicono tante, si dice anche che in piazza Statuto ci sia il portale dell'inferno, dove punta il dito un angelo se non sbaglio..
Al di la di questi luoghi famosi o dei luoghi di culto in generale, a me è effettivamente capitato, come credo a molti di sentire un qualcosa in certi posti.
Ad esempio qua vicino, c'è una rocca mezzo distrutta, è sede di molti scavi archeologici, era su una collina che poi è franata nel fiume, adesso è a metà, e si vede chiaramente il "taglio" della frana, quel posto è stato adibito a svariate cose nel corso dei secoli, sulle sua mura rimanenti si vedono i buchi quasi circolari delle palle di cannone, alcune di queste sono state ritrovate con capelli e pezzi di pelle attaccati (scusate i particolari raccapricianti).
Secondo me è probabilissimo che in un luogo così ricco di storia e sopratutto di dolore si sia accumulata una grande energia, ma queste sono solo supposizioni, non è mai bello parlare così a vanvera di "energia", non me ne intendo, ripeto può essere suggestione.


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______________________

Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
22/09/2003 09:05
 
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Certamente la suggestione è sempre in agguato, ma può essere utile
confrontarsi: ciò che importa è affrontare il problema con mente
aperta senza dogmatismi, sia "affermativi" che "negativi".

La cosa notevole di queste sensazioni è che siamo noi stessi lo
strumento per rilevare tali presunte energie, che io preferisco
definire come "lo spessore sottile" di un luogo.
Da un lato dunque può mancare l'oggettività propria di uno strumento
tecnologico di misura, dall'altro però è un fenomeno che ci coinvolge
e che comunque non sarebbe saggio ignorare.
Se vogliamo conoscere noi stessi, dobbiamo cercare di conoscere
anche ciò che ci influenza.


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
23/09/2003 23:07
 
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Secondo voi e' vero che l'ambiente delle citta' tende ad avere un effetto contrario, ovvero che sia diciamo un "luogo basso"?

Per una serie di cause a mio avviso puo' essere possibile... ma non mi pare un'energia negativa cosi' imbattibile da singolo, considerando anche che in citta' si puo' comunque tenere un contatto con la natura


---

In Veritate Libertas
24/09/2003 09:20
 
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In un certo senso ho risposto a questa domanda nel mio ultimo post
sull'Arcano "La Ruota della Fortuna".
Qui aggiungerei che, se è vero che si può mantenere anche in città
il contatto con la natura, chiediamoci se questo è davvero sufficiente.


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
24/09/2003 23:30
 
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secondo me, è sicuramente un luogo "basso", e non solo per la mancanza di natura, anche per quello che rappresenta una grande città il giorno d'oggi.


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Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
25/09/2003 09:01
 
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Il ritmo interiore
Infatti, anche secondo me non è sufficiente la presenza della natura
per compensare il diverso "ritmo" di vita di una grande città.

Ognuno ha un suo "ritmo" interiore, che può ovviamente essere
diverso da persona a persona: segna la velocità con cui si fanno le
cose, con cui si parla, le pause che ci si prendono tra le cose,
il bisogno di stare soli piuttosto che di fare un bagno di folla,
la voglia di sentire profumi di natura, la dipendenza più o meno
accentuata dalla tecnologia, il piacere di muoversi a piedi o in
bicicletta piuttosto che in automobile, il bisogno di ampi spazi, ecc.
Ogni luogo ha invece un ritmo suo, imposto dalla maggioranza dei
suoi abitanti, anche se talvolta sembra quasi prendere il sopravvento
ed imporne uno suo proprio a chi vi si trova.
Se dunque il nostro ritmo interiore è simile a quello del luogo
allora ci troveremo bene, altrimenti ci sentiremo sacrificati,
depressi e scontenti.

Penso proprio che il ritmo delle grandi città sia incompatibile
con quello interiore di moltissime persone, eppure le cose non
cambiano, e il luogo rimane "basso".

Che cosa impedisce il cambiamento?
Io credo che sia soprattutto una questione di consapevolezza:
molta gente vive pensando che lo stress sia ineluttabile...

[Modificato da MAGUS ALTAIR 25/09/2003 9.01]



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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
25/09/2003 12:20
 
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si, certo
anche per quello, ma ci sono anche ostacoli "fisici"
La città (parlo sempre di città come Milano ad esempio)
è il luogo del lavoro, è il luogo dei soldi, della pubblicità, e questa cosa, è difficile che cambi, potrà, in futuro venire "camuffata", se si svilupperà una sensibilità in tal senso, ma cambiare, no.
Rimarrà sempre un "luogo basso", dal quale si dovrà evadere, e qui saltano fuori altri ostacoli concreti per farlo, i soldi e il tempo.


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Vittorio Alfieri, Il Misogallo
25/09/2003 13:54
 
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Pensa un po' che stranezza: molte persone stanno in una grande città
per le sue presunte comodità, per un lavoro migliore, i maggiori
divertimenti ecc., e poi si accorgono che stanno male e vogliono
andarsene, eppure non possono perchè stare in una città, con quel
tipo di ritmo di vita, costa e di soldi ne lascia pochi...
Quando e come la città avrebbe migliorato il tenore di vita di
queste persone?


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
25/09/2003 15:42
 
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Ti sei posto una domanda giustissima che riguarda il perchè del vivere in città, e tocca argomenti più complessi, un po' indietro nel tempo...il perchè dell'urbanizzazione.
Di perchè ce ne sono tanti, l'origine della cosa va ricercata nell'abbandono delle campagne dovuto anche dall'aumento demografico (più nascite e più speranza di vita= troppe persone nelle campagne) per questo è iniziata la migrazione verso le città, i primi centri industriali, alla ricerca di un lavoro diverso. Più avanti, troppi prodotti e quindi abbassamento dei prezzi, ossia poco guadagno e così via..la città ha sempre più importanza, fino ad arrivare ai giorni nostri, ed al vantaggio tipico della città di avere "tutto a portata di mano" i mercati, la facilità nei commerci (la chiamano "economia di agglomerazione"), questo fa si che sia diventata il centro nevralgico di ogni attività, sopratutto (ora come ora) amministrativa, se ci pensate il centro delle grandi città è poco abitato,è sopratutto sede di uffici.
E' questo che rappresenta la città, ed è per questo che esistono le città, e che per lungo tempo sono state una meta ambita, e lo sono ancora.
Lo spirito della città, è quello del lavoro e dei soldi.
Solo ultimemente c'è questa voglia di "evadere" dalle città, ma questo spesso, lo possono fare le persone più abbienti, a meno che non si parli della gitarella fuori porta di un giorno!
sempre se si trova qualche bel posto che non sia proprietà privata...e non è così semplice..


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Vittorio Alfieri, Il Misogallo
25/09/2003 16:08
 
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Nessuno di voi dice sciocchezze, anzi... Io ad ogni modo mi trovo bene in citta', diciamo che ho capito come funziona. Vivo a Milano e personalmente la cosa non mi crea alcun problema, anzi sono tutte opportunita' in piu' al fine dei miei interessi personali. Milano per me e' questo: una marea di potenziale da prendere quando necessario. Ha anche aspetti negativi, verissimo, ma se si conosce la via fra queste cose si puo' riuscire ad evitare gli effetti negativi maggiori... sara' che vivo da in questa citta' da quando sono nato. Inoltre conta l'atteggiamento con cui ci poniamo ai vari problemi, come ad esempio il traffico: quello giusto, unito a un po' di diplomazia, non ci stressa piu' di tanto. Cerchiamo di essere come acqua, non come pietre!
Diciamo pure che trovo in citta' le scorte e le persone per il mio monastero personale [SM=g27822] (e non sarebbe certo una casa isolata dove seguire i miei ritmi la risoluzione dei miei problemi)


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In Veritate Libertas
25/09/2003 16:23
 
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Mi fa piacere che tu ti trovi bene in città.
Ricordo però che conoscevo uno che diceva la stessa cosa, poi un
bel giorno se n'è andato in un agriturismo perso nel nulla e non
riusciva a dormire perchè... c'era troppo silenzio!
E credeva di essere una persona normale ed integrata...

Non parlo di te: intendevo però sottolineare il fatto che spesso
non ci si accorge dell'effetto deleterio di un'abitudine!


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
25/09/2003 16:29
 
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---Diciamo pure che trovo in citta' le scorte e le persone per il mio monastero personale---

Ecco, vedi tu godi del vantaggio principale della città, e fai benissimo, in fondo, è li per questo!

Poi, conta tantissimo l'abitudine, l'importante è, come ha detto Magus, non assuefarsi, ma mi sembra che tu abbia abbastanza spirito critico da non farlo![SM=g27824]


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Vittorio Alfieri, Il Misogallo
25/09/2003 16:41
 
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Il problema non è avere lo spirito critico per non assuefarsi,
ma riuscire ad accorgersi di non essere già assuefatti...


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25/09/2003 16:46
 
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MA SEI POLEMICO OGGII!!!!!!![SM=x213433]

CHE ROMPINOO!!!


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Vittorio Alfieri, Il Misogallo
25/09/2003 16:48
 
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Momo Momo... [SM=g27838]


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
25/09/2003 16:52
 
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hehe, terro' a mente la parabola... comunque l'importante di stare in citta' e' non viverci, cosa che certamente io non faccio se non quando me lo richieda la tenuta al suo infimo posto vita mondana [SM=g27827]

E poi a me piace tantissimo lo stesso nei posti isolati, da solo con la natura e me stesso [SM=g27828] (come? non ho capito nulla del messagio di prima? [SM=x213433] )


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In Veritate Libertas
25/09/2003 17:26
 
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[SM=g27838]


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Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
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Vittorio Alfieri, Il Misogallo
27/09/2003 07:22
 
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Il mio punto di vista.
Io vivo fuori dalla citta',in un piccolo comune. La mia scelta non e' stata affatto supportata da sostegni economici particolari, e comunque la citta' di provenienza non e' certo una colossale Milano! Certo ho dovuto spostarmi con il lavoro ( io non riesco peroprio ad abituarmi al tempo passato in auto per raggiungerlo).
Il ritmo di vita e' davvero diverso e cosi' il rispetto di quello degli altri.
Situazioni che in altri tempi mi avrebbero irritata,ora le osservo contenta...i vecchietti che girano in bicicletta un po' avventati,magari contromano[SM=g27825] i bambini che giocano a pallone vicino alla strada. Certo a parte i rischi che potrebbero comunque correre,sono perloppiu' situazioni accettate da tutti. Il ritmo della comunita' tiene conto anche dei piccoli bisogni individuali.E questo mi consola,pensando che un giorno anche io potrei avere bisogno di "tempi" diversi.

Per contro,se ho bisogno di libri,cinema,negozi o qualsiasi altra cosa...bhe devo necessariamente spostarmi!
La grandissima differenza dei giorni nostri,rispetto a quelli dell'avvio all'urbanizzazione,sono i mezzi di trasporto (mia nonna andava in citta' con il cavallo o la bicicletta!!)

In ogni modo...oramai non mi sento piu' cittadina e trovandomi nel traffico nervoso e anche un po'arrivista, mi sento proprio fuori posto.

Per i "luoghi alti" (scusate i modi,e' un po' difficile inserirsi dopo una lunga discussione), si...percepisco le energie dei luoghi,la solennita' di alcune costruzioni o borghini...ma a volte mi capita anche in ambienti aperti e per questo mi chiedevo cosa sia ad influenzarci veramente...


---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


27/09/2003 09:01
 
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Sesso: Maschile
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Re:

Scritto da: arielbianca 27/09/2003 7.22
Per i "luoghi alti" (scusate i modi,e' un po' difficile inserirsi dopo una lunga discussione), si...percepisco le energie dei luoghi,la solennita' di alcune costruzioni o borghini...ma a volte mi capita anche in ambienti aperti e per questo mi chiedevo cosa sia ad influenzarci veramente...



Anche a me capita in alcuni (rarissimi) luoghi aperti.
La tua domanda è legittima: che cosa ci sta realmente influenzando?
Ci ho pensato molto ed ho una risposta "provvisoria" che vi sottopongo
(e sottopongo alla carissima Ariel appena tornata!)

Il "tono" di un luogo è costituito dal residuo delle emozioni di chi
ci vive o ci ha vissuto, che in qualche modo rimane attaccato al luogo
stesso, come quando si entra in una stanza di un fumatore anche se
questo è assente, e si avverte chiaro il residuo dell'odore del fumo.
In una grande città il ritmo stressante ed arrivista permea i luoghi
di incontro e di lavoro, e dà loro un tono "negativo".
Quando ci rechiamo in spazi aperti, anche in luoghi naturali
come per esempio un bosco, avvertiamo lo sbalzo, la mancanza di tutte
quelle incrostazioni negative, anche se lì non ce n'è magari nessuna
di positiva. Insomma, godiamo per differenza.

[Modificato da MAGUS ALTAIR 27/09/2003 9.02]



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