Sorgeva da dietro a quei monti:
d' un tratto balzava sì deciso e sì ratto dasconvolger il panorama notturno che reganva incontrastato;
violava il profumo tipico del buio che culla li nostri sogni.
Di un' intensità rinvenente appariva:
come lo specchio abbagliato dalla divina lampada.
Poscia colui ch'l giorno guida
solo la triste monotonia.
Trascina, ancora, il mio arruginito vagone: forza motrice della mia anima.
O spirito guida,
tu che fosti il mio maestro, lo Duca mio, che seppe coniarmi unico e solo
cosa mai la tiepida Auorora potrà raccontare?
Di tanti visi stanchi e iracondi al suo arrivo
o di tante predizioni di catastrofi e cherubini.
Come la pioggia dalle gocce instancabili
i suoi raggi battean sempre più forti
sin' a che mi facea inchinare al suo cospetto.
Il rumuore del suo chiacchierare anche nell'ombra mi perseguitava ogni volta,
ma or ch'i son defunto sento la mancanza del padre tiranno
e mi cruccio pe' l'averlo disprezzato in vita.
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Se la morte dovrà essere la casa ove riposeremo in pace...sia benvenuta la lama che ci accompagnerà..