in ufficio per errore...

In ufficio per errore..

Passo fra le scrivanie, l’occhio ancora assonnato, buongiorno capi, buongiorno,..
No..stamattina niente ‘come sta la signora’, ho le palle girate, ho dormito male…no , non si preoccupi capo, non sono malato, solo dormito male, niente malattie rare che le congelerebbero la forza lavoro…
Puzza ci caffè sputato da macchinette stralercie, fiera dello scambio del batterio e dello staffilococcus, buongiorno ragioniere, buongiorno.
Scarmigliato?no, non mi sono afftatto pettinato, questa mattina, cara la mia segretaria,con la gonna inguinale alla ricerca del benestre del capo e del desisedrio dei colleghi… non ho nemmeno visto la mia immagine riflessa in quello specchio deformante che sta appeso in bagno, passato dal letto alla strada, ora che ci penso forse indosso ancora il pigiama.


Mi siedo, ha, la mia comoda poltrona, uguale a tutte le altre, la mia scrivania da impiegato medio, he,si, si, si nota però, dottor Colantuoni, che siamo giornalisti veri, i monitor dei pc sintonizzati su tremila diffrenti siti… non so nemmeno se esistono o se è il figlio del ditrettore che sta nascosto nei cessi della ragazze a spiare culi e giocare alla play-station, forse è lui che muove le schermate con lo joi-stick, probabile, probabile muova anche gli indici di borsa dal suo sgabuzzino, tanto, tanto il paparino, ne ha fatta di strada, leccando sederi a destra e a manca e già di partenza stava seduto per nascita tre livelli sopra di me, come se esistesse un passaggio regale del testimone tra figlio di puttana senoir a figlio di puttana junior…

Arranco , anzi sto per scivolare agrappato alla mia scrivania, trin, trin, pronto, si, ah, ma che ca…sei tu…si cara, ci siamo salutati mezzora fa, si sto bene, si ho preso le pillole per l’asma, no, non so che ora faccio…cosa voglio per cena…questa mi chiede cosa voglio per cena quando io mi sento crocefisso a sto schifo di lavoro,,,no, cara non parlavo con te.
Senti, guarda, torno a casa, ho dormito poco, il cane dei vicini abbaiava anche alle ombre stanotte, e le notte sono soventi ingombre di ombre.
Torno a casa, mi rimetto a letto, ho ancora voglia di sognare..non cara, non sognerò di noi due e delle nostre inutili vite, sognerò qualcosa di grande, qualcosa che il vento non spazzi via, qualcosa che rimanga nel tempo, non petali che si staccano dal fiore che appassisce,non frutta che marcisce e legami che svaniscono… ho voglia di sognare bastioni di pietra su cui viene scritta la storia dell ‘uomo,di infinito,ecco ho bisogno di infinito…

Cara non piangere, sto bene, torno a casa, tu va pure a fare la spesa…e lei Colantuoni si tolga da qullo sgabello, è seduto sul mio capotto.
Dove devo andare? a lei che gliene frega, permesso, buongiorno, torno da dove sono venuto.

Riposa nel sonno jez!
Ed inizia a sognare dalle luce dell'alba....