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Obiettivi personali e benessere.

Ultimo Aggiornamento: 06/07/2004 23:24
23/06/2004 00:41
 
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Parlando del raggiungimento degli obiettivi personali in relazione al benessere dell'Io Fromm scrive:

"Da un punto di vista affettivo, è necessario raggiungere la piena maturità per superare l'atteggiamento narcisistico di onniscienza e onnipotenza, ammesso che questo stadio mai si raggiunga. Tale atteggiamento narcisistico è chiaramente osservabile nel comportamento del bambino e del nevrotico, con la differenza che nel primo è solitamente conscio e nel secondo inconscio. Il bambino non accetta la realtà così com'è: vive nei propri desideri e vede la realtà come vorrebbe che fosse. Se i suoi desideri non vengono corrisposti, si infuria, per costringere il mondo (con la mediazione del padre e della madre) ad adeguarsi ad essi. Nello sviluppo normale del bambino, tale comportamento si modifica lentamente, sino alla maturazione della consapevolezza e dell'accettazione della realtà, delle sue leggi e delle sue necessità. Nel caso del nevrotico, ci troviamo invariabilmente innanzi a un soggetto che non è pervenuto a questo stadio e che non ha abbandonato l'interpretazione narcisistica della realtà. Egli insiste nel pretendere che la realtà debba conformarsi alle sue idee e, quando si accorge che così non è, reagisce o con l'impulso a forzare la realtà a corrispondere ai suoi desideri (cosa ovviamente impossibile) o con un sentimento di impotenza causato dall'impossibilità di fare, appunto, l'impossibile.
La nozione di libertà di questa persona, che essa ne sia consapevole o no, è la nozione di onnipotenza narcisistica, mentre la nozione di libertà della persona completamente sviluppata è il riconoscimento della realtà e delle sue leggi, l'agire conformemente alle leggi della necessità, rapportandosi al mondo in maniera proficua riuscendo a coglierlo con la propria capacità intellettuale e affettiva.
Questi differenti obiettivi e i modi di conseguirli non sono soltanto espressione di sistemi diversi di pensiero. Sono modi d'essere differenti, risposte diverse date dall'uomo totale agli interrogativi che la vita gli pone. Sono le medesime risposte fornite dalle varie dottrine religiose; dal cannibalismo primitivo al buddhismo zen, la razza umana ha dato soltanto poche risposte al problema dell'esistenza, e ogni uomo nella sua vita ne dà una, anche se di solito non è consapevole di quale essa sia. Nella cultura occidentale, quasi tutti pensano di fornire la risposta delle religioni cristiana o giudaica, o quella di un ateismo illuminato, eppure se potessimo passare la mente di ciascuno ai raggi X, scopriremmo una quantità di cannibali, una quantità di adoratori di totem, una quantità di veneratori di idoli di vario tipo, e solo pochi cristiani, ebrei, buddhisti, taoisti."


(E.Fromm - Psicoanalisi e buddhismo zen)

Ora, tolto che da un punto di vista personale questo brano mi risulta come un ottimo spunto per una buona autocritica [SM=g27828] , ritengo che il discorso non faccia una grinza...
Commenti?


---

"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

(E. Montale)
23/06/2004 19:25
 
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E' proprio il problema legato alla difficolta' di reggere la frustrazione data dall'impotenza di non poter avere tutto cio' che si vuole, da parte di alcune persone, che determina quegli eterni frustrati, che vivono male e nell'attesa di una rivincita che sentono sia loro dovuta indipendentemente dalle doti in possesso e dai meriti acquisiti.
Appena sono in grado, se arrivano a posizioni di "potere" si trasformano in veri "squali" pronti a squartare chi intralcia loro il cammino (avete presente la nuova razza di "manager rampanti" che vogliono "tutto e subito" e che senza alcuno scrupolo maltratta impiegati che considera esseri inferiori?).

[SM=g27834]




---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


24/06/2004 21:53
 
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Re:

Scritto da: saman 23/06/2004 0.41

Nella cultura occidentale, quasi tutti pensano di fornire la risposta delle religioni cristiana o giudaica, o quella di un ateismo illuminato, eppure se potessimo passare la mente di ciascuno ai raggi X, scopriremmo una quantità di cannibali, una quantità di adoratori di totem, una quantità di veneratori di idoli di vario tipo, e solo pochi cristiani, ebrei, buddhisti, taoisti."




Questa frase in particolare mi sta facendo molto riflettere.


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
24/06/2004 23:43
 
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Re: Re:

Scritto da: MAGUS ALTAIR 24/06/2004 21.53


Questa frase in particolare mi sta facendo molto riflettere.



Si, fa riflettere... Ma effettivamente la sento azzeccata...
Qualunque sia il nostro credo (cristiano, ebraico, bubbhista, islamico, pagano, animista o altro) si rimane invariabilmente legati ai propri idoli e totem personali...
Lavoro, soldi, successo personale... solo per fare esempi...
Soddisfazione dell'ego, per fare un altro esempio (che poco ha a che vedere col successo...)
Quanti che si dichiarano ufficialmente religiosi cadono poi in questi tranelli dell'Ego?

Dando per scontato che il rendersene conto è il primo passo da fare, portando questi meccanismi dall'inconscio al conscio, è preferibile cercare di andare oltre (rischiando, per l'ennesima volta, di "castrarsi" riportando questi meccanismi a livello inconscio...) o seguire le proprie pulsioni (lasciando l' "oltre" a quando verrà spontaneo...) ?


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"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

(E. Montale)
25/06/2004 00:03
 
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Ma quali sarebbero questi nuovi idoli?
E i nuovi totem?

E soprattutto...di cosa si cibano i nuovi cannibali?


---

------------------***-----------------

...Erre vague bleu comme ca maison
Elle scrute
Les pupilles comme des piece de monnaie jettes au fond
en desir...
25/06/2004 01:09
 
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Re:

Scritto da: Aelia Laelia 25/06/2004 0.03

Ma quali sarebbero questi nuovi idoli?
E i nuovi totem?

E soprattutto...di cosa si cibano i nuovi cannibali?



Mah... idoli e totem... da pagano animista non posso fare a meno di assimilarli ad un unico significato...
Per l'Uomo comune presumo siano quelli detti prima...
Lavoro, soldi, successo, soddisfzione dell'ego...
I nuovi cannibali? Si cibano essenzialmente della soddisfazione dell'Ego... Di emozioni... Niente di più che meri Vampiri psichici... "Io ho potere, di conseguenza hai timore di me, più tu hai timore più io ho potere". In ogni campo... I recenti fatti di cronaca lo dimostrano...
Per questi basta non avere timore e si è quasi salvi...
Personalmente mi preoccupano di più gli altri...
Un abbraccio.


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ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

(E. Montale)
25/06/2004 15:40
 
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Giuste considerazioni.
Tutto quanto è nominato sotto l'egita dell'ego in effetti può essere considerato totem o feticcio. E' proprio quanto stà dentro di noi, oltre le forme, oltre gli abitudinali schemi, negl'inferi ( cosiddetti anche nelle simbologie iniziatiche) che troviamo la nostra vera natura, il nostro vero sapere e non credere.
L'ego è il nostro vero ostacolo, la sovrastruttura che si imbeve di forme di fideismo o Manualismo religioso o altrimenti detto in tono volgare "bigottismo".
Un vero Ebreo o un vero Cristiano o Buddhista non può esistere oltre le forme pensiero del'ego. In fondo a noi stessi, oltre l'atavicità, stà il nostro vero esistere la sapienza superna. Le Religioni sono la superficie adattata al paradigma sociale dei modi e dei costumi vigenti nel periodo della loro codificazione.
La vera spiritualità è una realizzazione interiore e noetica.


---

Un T:.F:.A:. Hiram
25/06/2004 22:38
 
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Scritto da: saman 25/06/2004 1.09
Lavoro, soldi, successo, soddisfzione dell'ego...



E' vero che si tratta di trappole molto insidiose, ma perché allora troppo spesso non riusciamo a liberarci?
Fromm definisce nevrotico colui che non accetta la realtà così com'é non adeguandosi alle sue leggi e alle sue necessità...
E' curioso però osservare che malgrado gli sforzi nessuno, credo possa ritenersi perfettamente integrato in questa realtà, nessuno cioé (tranne forse qualche asceta disperso chissà dove...) può dire di aver abbandonato questa "interpretazione narcisistica della realtà". In questo senso non mi sembra scorretto ritenere che questa particolare "nevrosi" (che per me invece é normalità...) é propria di tutte le persone con un quoziente intellettivo medio.
Proprio ieri sera alla tivù per l'ennesima volta hanno dato Forrest Gump..il classico esempio di soggetto perfettamente integrato nella realtà, e non a caso, fuori dal normale, visto il suo quoziente intellettivo.
In tutti gli individui adulti é presente questa forma di rifiuto della realtà, e al contempo il desiderio personale di cambiarla, di adattarla appunto, alle proprie idee o inclinazioni.
Si può essere integrati nella realtà solo in apparenza, solo perché si è acquisita una buona capacità di adattamento, ma ciò non significa che a questa si accompagni una vera volontà,una consapevole accettazione della realtà.
Ognuno di noi custodisce una dimensione segreta, ideale, una realtà parallela, che per l'individuo però risulta essere quella autentica...


[Modificato da settedinove 25/06/2004 22.39]

06/07/2004 23:22
 
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Re:

Scritto da: settedinove 25/06/2004 22.38


E' vero che si tratta di trappole molto insidiose, ma perché allora troppo spesso non riusciamo a liberarci?
Fromm definisce nevrotico colui che non accetta la realtà così com'é non adeguandosi alle sue leggi e alle sue necessità...
E' curioso però osservare che malgrado gli sforzi nessuno, credo possa ritenersi perfettamente integrato in questa realtà, nessuno cioé (tranne forse qualche asceta disperso chissà dove...) può dire di aver abbandonato questa "interpretazione narcisistica della realtà". In questo senso non mi sembra scorretto ritenere che questa particolare "nevrosi" (che per me invece é normalità...) é propria di tutte le persone con un quoziente intellettivo medio.
Proprio ieri sera alla tivù per l'ennesima volta hanno dato Forrest Gump..il classico esempio di soggetto perfettamente integrato nella realtà, e non a caso, fuori dal normale, visto il suo quoziente intellettivo.
In tutti gli individui adulti é presente questa forma di rifiuto della realtà, e al contempo il desiderio personale di cambiarla, di adattarla appunto, alle proprie idee o inclinazioni.
Si può essere integrati nella realtà solo in apparenza, solo perché si è acquisita una buona capacità di adattamento, ma ciò non significa che a questa si accompagni una vera volontà,una consapevole accettazione della realtà.
Ognuno di noi custodisce una dimensione segreta, ideale, una realtà parallela, che per l'individuo però risulta essere quella autentica...


[Modificato da settedinove 25/06/2004 22.39]




Crowley sosteneva che soltanto chi desidera l'irrealizzabile vive e muore felice, seppure senza mai raggiungere i propri obiettivi (proprio perchè irrealizzabili...)
Presumo che una normale ricerca della perfezione (nei nostri personali termini di ciò) sia una spinta basilare per restare attivi nei confronti della vita... Chi non ha nulla da poter cambiare o migliorare smette di vivere, si appiattisce sulla realtà subita e inizia a vegetare.
Fromm non dice che si deve giungere alla mancanza di desiderio di cambiamento, ma che si deve saper accettare la realtà, pur continuando a desiderare un cambiamento...
Un abbraccio.

[Modificato da saman 06/07/2004 23.24]



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Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

(E. Montale)
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