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Il Male

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2005 23:10
11/04/2005 10:42
 
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Come richiesto da silentman apro con piacere questo post. La mia concezione del Male. Il primo punto da chiarire è sicuramente il concetto di "egoismo", il nucleo di ogni dottrina malvagia. Questo non significa vivere in modo meschino o compiere atti disdicevoli cercando una facile giustificazione, è invece un modo per rovesciare le antiche credenze in favore di una nuova visione delle cose. Voglio citare un passo di Nietzsche: "Ogni volta che ho trovato un essere vivente, ho anche trovato volontà di potenza; e anche nella volontà di colui che serve ho trovato la volontà di essere padrone." Non è forse questo l'elogio dell'egoismo?
Per quale motivo si dovrebbe tarpare le ali ad una così travolgente forza creatrice?

Non ci conosciamo ed è meglio partire da considerazioni semplici ma fondamentali per stabilire punti di confronto, non potrei mai discutere del mio credo con chi ad esempio considererebbe invece "male" insultare chi non condivide le nostre idee.

Ma chi ha mai detto che questa dottrina sia per tutti? Ci vuole forza.

Saluti


---


"Noi non parliamo l'uno all'altro, perché sappiamo troppo: - noi rimaniamo fra noi in silenzio, ci sorridiamo reciprocamente
il nostro sapere."

(F.W.Nietzsche - Prima del sorgere del sole, Così parlò Zarathustra)

11/04/2005 11:21
 
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Grazie Agareth, sono contento del tuo dono.
Vedi non sei poi così egoista come affermi [SM=g27822]
Quindi l'egoismo "è invece un modo per rovesciare le antiche credenze in favore di una nuova visione delle cose"?
Il problema è che le antiche credenze sono sempre state rispettate da piccole minoranze e l'egoismo è sempre stato adottato dalla quasi totalità delle persone. Quindi non mi sembra una nuova visione delle cose, anzi...
Io provo sempre un grosso egoismo quando non do qualche spicciolo ad un mendicante perchè mi viene da mettermi dalla sua parte. Quando mi inchino davanti a lui per mettere i soldi, cosa succede?
Hai ragione ci vuole proprio forza (di volontà) per rompere gli schemi e le dottrine sono a disposizione di tutti, ma non sono per tutti.
11/04/2005 12:08
 
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Donare agli altri oppure no è in entrambi i casi manifestazione della nostra forza e nutrimento della volontà di potenza. Si fa un dono ad un amico oppure un torto ad un nemico, in entrambi i casi si dimostra quanto sia vantaggioso essere nostri alleati oppure pericoloso nostri oppositori.
E' facile capire che nel negare ci sia egoismo ma la nostra società ipocrita ha creato l'illusione perbenista dell'"uomo che dona perché è buono". Io credo invece che "lo faccia perché è egoista anche nel donare".

[Modificato da Agareth 11/04/2005 12.09]



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11/04/2005 12:19
 
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Anche io vedo molta ipocrisia nel mondo... Volevo sapere se le persone che si accostano alle dottrine "maligne" vedono come cosa positiva questo continuo degrado del mondo?
Ora che abbiamo un po' definito il concetto di "Male", cos'è per te il "Bene"?
12/04/2005 09:47
 
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Chi si accosta alle dottrine nere non vede questo degrado del mondo come qualcosa di positivo, a meno che non sia il protagonista di un film o di un racconto horror...


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14/04/2005 22:22
 
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Se ho capito bene dunque per te il Male è seguire la nostra congenita
e spesso ipocritamente dissimulata volontà di potenza?
Si tratta allora di seguire nel pensare e nell'agire un sano egoismo
che non ci privi delle nostre vere propensioni, oppure qualcosa di più?


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
18/04/2005 18:05
 
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Re:

Scritto da: Agareth 11/04/2005 10.42
Come richiesto da silentman apro con piacere questo post. La mia concezione del Male. Il primo punto da chiarire è sicuramente il concetto di "egoismo", il nucleo di ogni dottrina malvagia. Questo non significa vivere in modo meschino o compiere atti disdicevoli cercando una facile giustificazione, è invece un modo per rovesciare le antiche credenze in favore di una nuova visione delle cose. Voglio citare un passo di Nietzsche: "Ogni volta che ho trovato un essere vivente, ho anche trovato volontà di potenza; e anche nella volontà di colui che serve ho trovato la volontà di essere padrone." Non è forse questo l'elogio dell'egoismo?
Per quale motivo si dovrebbe tarpare le ali ad una così travolgente forza creatrice?

Non ci conosciamo ed è meglio partire da considerazioni semplici ma fondamentali per stabilire punti di confronto, non potrei mai discutere del mio credo con chi ad esempio considererebbe invece "male" insultare chi non condivide le nostre idee.

Ma chi ha mai detto che questa dottrina sia per tutti? Ci vuole forza.

Saluti



Trovo sensato parlare di sano egoismo e anche avere un approccio diciamo "diverso" al concetto di Male. Penso ci sia un che di errato quando affermiamo che sia sbagliato non seguire la nostra natura se facendolo possiamo far del male all'altro. Chi puo' davvero affermare che una azione presente produrrà davvero il Male ad un'altra persona? (Cosi' come il Bene...)

Mi sono soffermata pero' sull'ultima frase del primo post di Agareth riguardante l'insulto giustificato a chi ha parere diverso dal nostro. Mi pare davvero poco rilevante in merito ad un concetto cosi' interessante come e' quello del Male.
Associare una cosa cosi' banale come l'insulto all'atto di compiere del Male mi sembra riduttivo...L'insulto e' solo l'espressione del proprio ego che non vuole sentire ragioni e sopratutto non vuole ascoltare l'altro, ben diverso dall'atto egoistico che spinge a scegliere una via piuttosto di un'altra per il nostro benessere (o Bene?) [SM=g27822]

Agareth, se ho mal interpretato dimmi pure!


---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


19/04/2005 10:02
 
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Penso che per quanto un uomo cerchi di formarsi in maniera autonoma sarà sempre influenzato da elementi che sono propri del contesto in cui agisce, la società ad esempio. Cercare di spezzare questi vincoli culturali, anteporre il proprio Io naturale a quello che invece viene proposto è l'esempio di azione malvagia. Ovviamente come nessuno può imporci dei limiti allo stesso modo noi non possiamo imporli agli altri e questo dovrebbe far cadere le credenze sulle fantomatiche atrocità tasmesse dai mass-media.
La Fratellanza per me si estende a chi rispetta queste regole, chi non lo fa non è chi dice di essere. Stiamo parlando di un Male filosofico ma è la base per poi discutere delle sue altre forme nei diversi campi del sapere.
Spesso questi punti di vista entrano in contrasto con la visione del mondo della morale comune, generata anche da quello che la chiesa ha professato per secoli e che ormai si è consolidato nelle convinzioni delle persone. Ma se siete qui molti di voi sono affini a culture ben diverse da questa, come quella pagana, e non dovreste percepire questa contrapposizione "malvagia" come qualcosa di folle.
Non a caso concordo pienamente con quanto scritto da Arielbianca.

Saluti


---


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19/04/2005 13:51
 
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Scusatemi, ma non riesco a capire il messaggio...

Per voi il "Male" assoluto non esiste e ciò che è male per te può essere bene per qualcun'altro. Seguire gli istinti, senza anteporre la morale e la ragione.
E' questo il senso che ho capito dalle vostre frasi o sbaglio?
19/04/2005 21:55
 
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Re: Re:

Scritto da: arielbianca 18/04/2005 18.05
Penso ci sia un che di errato quando affermiamo che sia sbagliato non seguire la nostra natura se facendolo possiamo far del male all'altro. Chi puo' davvero affermare che una azione presente produrrà davvero il Male ad un'altra persona? (Cosi' come il Bene...)



Cara Ariel, rispondi a questa domanda: a prescindere dal fatto che
un certo comportamento sia effettivamente bene o male per una persona,
ha importanza o no come tale comportamento viene percepito dalla
persona che lo subisce?
Capisci perchè la tua domanda non risolve la questione? Perchè
scavalca e ignora la sensibilità dell'altro. Questo secondo te è
giusto o sbagliato?



---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
20/04/2005 10:01
 
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Re:

Scritto da: silentman13 19/04/2005 13.51
Scusatemi, ma non riesco a capire il messaggio...

Per voi il "Male" assoluto non esiste e ciò che è male per te può essere bene per qualcun'altro. Seguire gli istinti, senza anteporre la morale e la ragione.
E' questo il senso che ho capito dalle vostre frasi o sbaglio?



La natura dell'animo umano è il male assoluto, non sempre però seguire l'istinto rende liberi. Spesso è invece la ragione a farlo anche attraverso una nuova morale.
"Libertà è obbedienza ad una legge autodeterminata."


---


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20/04/2005 10:09
 
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Re: Re: Re:

Scritto da: MAGUS ALTAIR 19/04/2005 21.55


Cara Ariel, rispondi a questa domanda: a prescindere dal fatto che
un certo comportamento sia effettivamente bene o male per una persona,
ha importanza o no come tale comportamento viene percepito dalla
persona che lo subisce?
Capisci perchè la tua domanda non risolve la questione? Perchè
scavalca e ignora la sensibilità dell'altro. Questo secondo te è
giusto o sbagliato?




Forse la domanda potrebbe essere posta così: "Quando l'altro ti si oppone ingiustificatamente che importanza ha la sua sensibilità?"
Questione complessa e di non facile soluzione che certamente tornerà in gioco se decideremo di parlare di ritualizzazioni, non trovi?


---


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21/04/2005 16:53
 
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Re:

Scritto da: silentman13 19/04/2005 13.51
Scusatemi, ma non riesco a capire il messaggio...

Per voi il "Male" assoluto non esiste e ciò che è male per te può essere bene per qualcun'altro. Seguire gli istinti, senza anteporre la morale e la ragione.
E' questo il senso che ho capito dalle vostre frasi o sbaglio?



Ho parlato in modo troppo generico, chiedo scusa. Non volevo giustificare chi agisce per il solo piacere di fare del Male.
Volevo dire cha accade che si agisca ferendo altre persone per perseguire il nostro benessere (il sano egoismo).
Se mi "costa" troppo fare il "Bene " di un'altra persona allora io non lo faccio!

Se un uomo con cui ho una relazione fosse ancora estremamente innamorato di me ma io non piu' di lui e anzi, se soffrissi proprio a rimanergli accanto, beh io agirei contro il suo Bene e lo lascerei, userei tutta la dolcezza di cui sono capace, ma vi assicuro che quando si ferisce una persona, l'atteggiamento conta molto meno del risultato...
Nell'esempio che ho fatto io compierei il male e con volonta' di farlo perche' poteri evitarlo rimanendogli accanto, no?

Se quest'uomo tempo dopo incontrasse un'altra donna con cui instaurasse una bellissima relazione, avesse una vita felice e prospera che con me non avrebbe mai immaginato di avere,io gli avrei procurato del Male o del Bene?
Ma sono davvero "io" ad avere tutto questo potere?

Questo non significa che io agisca con la pura volonta' di fare del male. Spero che questo sia chiaro!

Per Magus:
Si, ha importanza come il nostro comportamento viene percepito dall'altro, ma non sara' questo ad influire nelle nostre decisioni. Potremo essere dispiaciuti, ma se sentiremo di dover agire in un senso (per il nostro Bene) alla fin fine lo faremo. Sono cinica? Io credo di essere solo realistica e comunque e' solo la mia opinione, quella che ho attualmente. [SM=g27822]

La morale e l'amore per gli altri ci possono aiutare a comprendere davvero come agire, eppure sono fermamente convinta che infine scegliamo cercando di fare il minor male possibile ottenendo il miglior benessere possibile, per noi...

Credo che possiamo comprendere a che punto siamo nella nostra evoluzione spirituale esaminando quanto davvero siamo capaci di fare per gli altri senza trarne beneficio.
Personalmente ho ancora molta strada da fare... [SM=g27834]


---

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Ariel


22/04/2005 22:15
 
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Re: Re:

Scritto da: arielbianca 21/04/2005 16.53

La morale e l'amore per gli altri ci possono aiutare a comprendere davvero come agire, eppure sono fermamente convinta che infine scegliamo cercando di fare il minor male possibile ottenendo il miglior benessere possibile, per noi...




Non tutti purtroppo cercano il male minore. Questa è la differenza tra
il "sano egoismo" e l'egoismo puro e semplice!
E allora, data questa divisione, io il Male lo identifico con quest'ultimo.


Scritto da: Agareth

Forse la domanda potrebbe essere posta così: "Quando l'altro ti si oppone ingiustificatamente che importanza ha la sua sensibilità?"




Questo è un caso particolare, di "legittima difesa" direi, ma
quando l'altro non ci ha fatto niente, vale il discorso mio. [SM=g27822]

[Modificato da MAGUS ALTAIR 22/04/2005 22.17]



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06/05/2005 11:44
 
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Infliggere sofferenza per puro piacere io invece lo definisco cattiveria, non ho mai scritto che una persona malvagia debba essere anche cattiva... ma è certo che questa non sia una divisione scontata.
Quando l'altro non ci ha fatto nulla e non rappresenta una minaccia va rispettato, altrimenti diventiamo animali da baraccone che si scagliano contro tutto e contro tutti.


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08/05/2005 11:01
 
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profonde osservazioni..
E' un tema complesso, ma non mi preoccupo di comprendere il male che si fa ( quando questo è in buona fede) Mi interessa di più capire come si colloca un " malvagio" ( non un cattivo) quando il male lo subisce.
Si parla con estrema facilità e comprensione quando questa è rivolta verso il nostro fare, ma quando è l'agire degli altri a danneggiare noi e la nostra serenità come dovremmo trovare questa accettazione, la comprensione, la compassione, tutto può finire quando, ad esempio, qualcuno fa del "male" ai nostri figli o a chiunque si ama, oppure a noi stessi in modo drammatico ( vedi il nazismo, l'integralismo religioso) e questo avviene perchè chi opera in quel senso è convinto di essere nel giusto.

é una via che faccio fatica a comprendere.
Io credo che l'uomo, nella sua profonda essenza sia buono, ma che la sua superficie sia cattiva.
Comprendere la propria superficie e trascenderla significa vewnire a contatto con la nostra profonda coscienza, ed essa è buona.
L'egoismo è vivere secondo la nostra superficie. L'ego non è il nostro vero se, ma la superficiale identità e conoscenza che abbiamo di noi.


---

Un T:.F:.A:. Hiram
09/05/2005 10:02
 
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La corazza ci protegge... ma ci rallenta

Sono completamente d'accordo con Hiram.
Nasciamo tutti alla stessa maniera, tutti uguali e tutti come un foglio bianco.
Il problema è il contesto in cui nasciamo e cresciamo. Chi ha la fortuna di nascere in un ambiente asettico non necessita di sviluppare una superficie coriacea che lo difenda dai pericoli. Ma chi nasce tra i rifiuti?
L'uomo possiede un senso innato di sopravvivenza e vi rimando ad una lettura che avevo proposto qualche tempo fa, ma che non ha avuto grosso successo.

www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=20203&idd=636
05/06/2005 23:40
 
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Re: La corazza ci protegge... ma ci rallenta

Scritto da: silentman13 09/05/2005 10.02

Sono completamente d'accordo con Hiram.
Nasciamo tutti alla stessa maniera, tutti uguali e tutti come un foglio bianco.
Il problema è il contesto in cui nasciamo e cresciamo. Chi ha la fortuna di nascere in un ambiente asettico non necessita di sviluppare una superficie coriacea che lo difenda dai pericoli. Ma chi nasce tra i rifiuti?
L'uomo possiede un senso innato di sopravvivenza e vi rimando ad una lettura che avevo proposto qualche tempo fa, ma che non ha avuto grosso successo.

www.freeforumzone.com/viewmessaggi.aspx?f=20203&idd=636



Infatti! Costruire sopra la riemersa purezza solo con l'ausilio
della propria consapevolezza è il ri-nascere iniziatico.
Questo si prefigge il cammino di un iniziato, morire e rinascere
trovare il profondo se da cui riemerge la "conoscenza".


---

Un T:.F:.A:. Hiram
08/06/2005 12:13
 
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Malvagità e cattiveria.
Sondiamo meglio questa eventuale differenza?


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
16/06/2005 22:02
 
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malvagità e cattivaria.
Hanno un unica radice, la stupidità.
L'uomo è cattivo, perchè ignorante. di se e dell'altro.
Talvolta lo è in buona fede.
Il malvagio è un cattivo consapevole di esserlo.
E' chiaro che l'odio è più consono al secondo, sia nel riceverlo che nel depositarlo, nonchè portetore insano.
In un modo o nell'altro non possono sfuggire dalla legge di causa effetto e neanche dal senso della vita in quanto sono entrambi strumenti del Karma stesso.
Il male consapevole o inconsapevole è comunque un fatto che genera "dolore" ed il dolore è una via verso la coscenza superiore e verso la consapevolezza delle,proprie debolezze.

Il malvagio, crede di essere un vincente, un potente che soggioga gli eventi, godendo della distruzione. Esso è invece, uno strumento in mano alla costruzione ed alla ricostruzione.

Il cattivo è uno stupido che non sa di esserlo e nella sua ignoranza si crede nel giusto.

Entrambi, ripeto, sono comunque vittime e strumenti del gioco degli opposti e altro non sono che il rovescio di un unica cosa, la vita.
Questo non significa che non meritino i sentimenti negativi che suscitano, ma, ed ad ogni modo, la legge del karma farà il proprio dovere, inevitabilmente ed inesorabilmente. Vale tanto per la vittime come per il carnefice.


---

Un T:.F:.A:. Hiram
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