L'Eco del Divino
Proprio perchè non aderisco a nessuna religione istituzionalizzata,
e proprio perchè non credo che su un fatto come questo l'Uomo possa
arrivare a dare delle definizioni, ho scelto questo termine per
intendere il mio sentire riguardo la Divinità.
Senz'altro io credo in questa dimensione più Alta, in questa Origine,
e credo anche che la tendenza verso questa Origine sia proprio la
vera differenza tra Uomini e Bestie, almeno fino a prova contraria.
Da sempre infatti, ed in ogni cultura, è stata presente la "religiosità",
che poi è sfociata in più "religioni", ossia in attualizzazioni di
tale religiosità.
E sono le religioni ad essere "diverse" tra loro: se vi troviamo
qualcosa di comune è perchè nascono tutte dalla religiosità.
A me piace pensare alla religiosità come ad un'eco del Divino
dentro di noi.
Ecco dunque che il termine Divino mi sembra più comprensivo del
termine Dio, perchè attiene alla religiosità, non ad una religione.
Ovviamente poi esistono alcune religioni, cosiddette "rivelate",
che affermano di essere sorte non per un avvicinamento dell'Uomo
verso Dio, ma per una comunicazione diretta e voluta da Dio
all'Uomo.
Io ho il massimo rispetto per questo approccio: per me il Divino
può anche manifestarsi come Dio Personale (se non fosse così lo
limiterei, e abbiamo detto che l'Uomo non ha davvero gli strumenti
per definire il Divino!) e credo possibile che una o più persone
nella storia dell'Uomo siano state in un contatto "privilegiato"
con il Divino: ovviamente ciò che non accetto è il dogmatismo
che fa dire che una religione è giusta e le altre no, e soprattutto
il fanatismo, che dal dogmatismo può derivare, di chi addirittura
vorrebbe convertire tutti alla propria religione e magari sterminare
chi rifiuta di piegarsi!
Esistono alcune tradizioni che hanno ben chiaro il concetto di
un Divino al di là della comprensione umana, ma comunque in grado
di essere vicino all'Uomo.
Per esempio, l'Advaita Vedanta della tradizione Induista, secondo
il quale esiste il Divino che, come essenza è inconoscibile ed
indefinibile (Brahman Nirguna), al di là di ogni differenziazione,
e il Divino che si manifesta come creatore (Brahman Saguna, detto
anche Isvara) che sa anche parlare all'Uomo, anche attraverso i
cosiddetti "dei", che non realizzano davvero un politeismo, ma
solamente una manifestazione multipla del Principio Unico, che
si realizza in una "polilatria" (adorazione religiosa del Divino
in più "forme").
Un'altra tradizione è la Qabbalah, con la sua differenziazione tra
L'Ain-Soph e il Dio personale, che è una sua manifestazione:
molti autori affermano infatti che il Dio personale "è" le prime
tre sephirot, emanazioni appunto del Principio Unico inconoscibile.
[Modificato da MAGUS ALTAIR 20/08/2003 9.58]