Cito questo articolo del Corriere di oggi, come spunto per un
possibile discorso sui moderni costumi:
«Basta con i tanga in vista, vietiamoli a scuola»
L’ex ministro dell’Istruzione: sono indecenti. E c’è chi vuole reintrodurre i grembiuli
PARIGI - Maglietta troppo corta per coprire l’ombelico e pantaloni troppo a vita bassa per nascondere il tanga. Così si presentano a scuola quest’anno le ragazzine francesi, lasciando a bocca aperta, più dei coetanei, genitori e insegnanti, preoccupati non tanto per la scomparsa del buon gusto ma per la sicurezza delle sempre più svestite studentesse. In alcune scuole sono scattati i divieti, e quindi la ribellione delle studentesse, che si sono schierate come fecero le loro mamme trent’anni fa in difesa della libertà di indossare ciò che si vuole, anche se quella volta le donne lottavano per il diritto a portare i pantaloni, mentre oggi alzano la voce in difesa del più piccolo capo di biancheria intima. In un liceo parigino la protesta è finita in rissa. E a gridare allo scandalo è stata anche Segolene Royal, ex ministro dell’educazione del governo Jospin: «Credo sia giusto proibire il tanga almeno nelle scuole». La preside di un liceo di Ribeauvillé, nell’Alto Reno, ci ha provato: ha richiamato dieci allieve che volevano frequentare le lezioni in tenuta da lap dance. Risultato: scuola assediata da un centinaio di studentesse inferocite. Secondo il ministero a gestire la delicata questione devono essere i presidi. Prima dell’estate, però, nei libretti delle assenze era stato stampato un nuovo regolamento che richiede una tenuta che rispetti la «decenza» e la «sicurezza». «Non stupiamoci - ha aggiunto l’ex ministro Royal - se poi le nostre figlie sono vittime di molestie o di violenze sessuali». Adesso c’è chi suggerisce il ritorno ai grembiuli (come Renaud Donnedieu de Vabres, portavoce dell’Ump, il partito al governo del presidente Jacques Chirac), mentre le aziende produttrici fanno affari d’oro: vendite raddoppiate nel giro di un anno e una massiccia campagna pubblicitaria diretta alle giovanissime. Quast’anno va il tanga con bijou, quello decorato con stelle fosforescenti e poi lo «show-it» (mostralo). «Il tanga - secondo la direttrice della Dim, società leader del mercato - è diventato un accessorio come la borsetta o la cintura e mostrarlo è come lasciare intravedere la spallina del reggiseno».
Dopo aver conquistato donne e liceali, le aziende ora puntano sulle bambine di dieci anni. I modelli per loro vengono prodotti nelle taglie 34 e 36 e costano intorno ai 10 euro. E le bambine li vogliono, perché li portano anche le baby star come Alizée o Lorie, due lolite della pop transalpina. La marca Tammy, nel pieno boom del tanga, aveva osato lanciare qualche tempo fa un modello ad hoc. Fece subito scandalo e fu costretta a ritirarlo dal mercato, i tempi non erano ancora maturi.
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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.