Ciao a tutti,
interessante questa discussione sulla sessualità.
Anch'io per l'educazione ricevuta nei primi anni di vita stavo per diventare una vittima delle proibizioni e delle etichette della Chiesa. Per fortuna però un bel momento - e anche piuttosto presto devo dire - ho visto la trappola ed ho reagito.
Oggi sono libera.
Io non vedo la sessualità come una cosa sporca, né mi sento sporca se ne faccio uso. Non vorrei nemmeno accostare il termine "puttana" alla parola "donna" a tale riguardo, perché la puttana è una persona che pratica la sessualità per soldi, dunque lo fa per mestiere, e io no. E la donna libera nemmeno.
Dunque rifiuto questo termine a priori, perché esso può avere un suono interessante in un contesto poetico, ma in questa discussione implica un'accezione distorta dei fatti.
La donna non repressa, la donna che vive la sessualità in modo libero e solo in base alle proprie scelte personali, non è una prostituta, né si comporta come tale e mai lo sarà. E non vuole nemmeno esserlo poeticamente.
Inoltre ella desidera che il sesso femminile non venga più esplicato né sondato in base a quello maschile, perché già tale prospettiva implica una superiorità del sesso maschile, che la donna libera assolutamente nega.
Per secoli la donna ha subito una repressione patriarcale di caste sacerdotali maschili che hanno rimpiazzato l'antico culto della Madre Terra, cancellandone il più possibile le tracce.
Oggi, dopo anni di femminismo, dopo il risveglio della coscienza femminile di sé e della propria forza, la donna può dirsi finalmente libera e non accetta limiti o etichette di nessun tipo.
Dunque non è che per fruire della propria libertà sessuale debba comportarsi come un uomo, e tantomeno ella ha bisogno di studiare l'uomo per ritrovare la propria sessualità. Questo processo è già finito da molto tempo.
Ora è l'uomo, che, per capire a fondo l'essenza della nuova coscienza femminile e la forza della donna nuova di quest'epoca, si trova a dover studiare la parte femminile di sé.
BB
Clio