00 04/08/2004 11:35
Apro gli occhi nel buio della stanza.
L’aspetto.
L’angoscia mi divora lo stomaco. Sale, non mi fa respirare.
E arriva.
Freddo e spietato s’approfitta di me. Della mia ingenuità.
Fragile, mi spezza.
Lo sento strisciare, prepotente, sulla pelle, nella mia semplicità.
Non voglio fermarlo in questa sua abile usanza.
Incompleta.
Consumo il suo corpo e lo incido di me.


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lo non odo i miei passi nel viale
muto per ove il Sogno mi conduce
E l'ora del silenzio e de la luce.

[L'uomo a cui è dato soffrire più degli altri, è degno di soffrire più degli altri.]

Gabriele D'Annunzio