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la conoscenza degli iniziati.

Ultimo Aggiornamento: 31/05/2004 18:51
27/11/2003 12:25
 
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Quindi vi sarebbe di fatto una differenza a livello di sviluppo
spirituale, se così vogliamo chiamarlo...
E questo non si riverbera forse in tutta la persona, che quindi diventa
sostanzialmente diversa dalle altre?
E quindi tale presunta uguaglianza potenziale non si attualizzerebbe
mai, ne sarebbe possibile pretenderla o forzarla...


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
27/11/2003 13:49
 
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Perché molti preferiscono subire una "verità precotta"? Più che un discorso di comodo forse dipende dal fatto che non vogliono cercare la verità perché non ne hanno affatto bisogno.
28/11/2003 07:56
 
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Si potrebbe dire che in principio siamo stati tutti uguali e che alla fine potremmo divenirlo nuovamente ?

Ma la differenza che spicca nel tuo discorso,Saman, non riguarda solo la parte coscente dell'individuo? Che si interroga o non si interroga, che ha la capacita' o la necessita' di farlo.
Ma la parte nascosta, quella dove sono presenti aspetti di tutti che condividiamo seppure ne percepiamo appena qualche fioco bagliore...a quel livello non siamo forse Uguali?

Non so se sia proprio vero che alcuni non sentano la necessita' di porsi delle domande, forse non sanno quali domande farsi ne' quali percorsi intraprendere, quindi agiscono come possono...
Penso ad un contadino con dei semi di grano, li semina, aspetta che maturi, lo raccoglie, lo macina, ne fa del pane. Penso a chi non conosce quest'arte e mastica i semi di grano sperando di sentire un sapore che neanche conosce...


---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


29/11/2003 15:44
 
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Re:

Scritto da: arielbianca 28/11/2003 7.56
Ma la parte nascosta, quella dove sono presenti aspetti di tutti che condividiamo seppure ne percepiamo appena qualche fioco bagliore...a quel livello non siamo forse Uguali?



Ti va di approfondire?


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
29/11/2003 18:23
 
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Piu' che approfondire, accenno appena.Non sono la eprsona piu' adatta a spiegare qualcosa che intuisco appena.
Mi riferivo alla parte comune a tutti noi, lo Spirito.
Che assieme al nostro corpo e l'anima ci costituisce.
La parte che con messaggi che non passano attraverso la ragione (la mente) ci "spinge" e ci trasmette sensazioni. Che ci sopravvive...


---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


29/11/2003 19:22
 
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Ci si potrebbe anche riferire agli Archetipi dell'Inconscio Collettivo.
Che ne pensate?


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
30/11/2003 23:16
 
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Ho gia espresso quelcosa sugli archetipi:
Nella tradizione kabalica sono settantasette e si dividerebbero
la coscenza del mondo tenendo l'uomo in obilo di se stesso e
vita dopo vita, ne annientano, i ricordi facendoli loro.
E' un argomento complesso, ma lo si può intuire con facilità.
Alcuni artisti del medioevo usavano dipingerli come giganti che divorano la testa di un uomo, lasciando il corpo.
Ognuno di noi ne avrebbe tre uno che si nutre della nostra energia vitale, uno dell'animica e l'altro condizionerebbe la sfera spirituale, lasciandoci all'epilogo di ogni vita, svuotati della nostra esperienza. Al momento della nuova nascita dovremo di nuovo ricominciare tutto da capo, per l'eternità, finchè non riusciamo vita dopo vita a comprendere come togliersi queste catene.
Ecco la ragione che ha creato le scuole iniziatiche; il quale motto è " Nosce te ipsum" Conosci te stesso! Se l'uomo diviene " consapevole di se", si libera dal soggiogamento dell'Archetipo ( o Arconte nello gnosticismo, Monade Nelle scuole Grache Platoniche ), divenendo dominatore dei suoi ricordi e dei suoi poteri.
Re, dunque, del mondo ( regno )ed, a questo punto, il suo ricongiungimento al Divino diviene una strada certa.


---

Un T:.F:.A:. Hiram
30/11/2003 23:24
 
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Lo spirito..
L'addentrarsi nel nostro profondo, entrando in contatto con lo spirito, con la nostra essenza e divenendo consapevoli della sua esistenza iniziamo a far cadere il giogo che ci intrappola ed iniziamo la scalata verso la "luce".
pPer questo le scuole iniziatiche e le filosofie orientali iniziano dal Respiro, per indicare il primo livello di coscenza, quello del corpo, della via, per poi passare al corpo spirituale e giungere fino allo spirito, quindi "illuminarsi", divenire consci della propria essenza, "conoscere noi stessi".
(Scusate l'articolazione del discorsoe le varie ripetizioni, è tardi e sono un po stanco, ma ci tengo, nei limiti del possibile, ad essere il più chiaro possibile).


---

Un T:.F:.A:. Hiram
04/12/2003 23:09
 
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Re:

Scritto da: MAGUS ALTAIR 27/11/2003 12.25
Quindi vi sarebbe di fatto una differenza a livello di sviluppo
spirituale, se così vogliamo chiamarlo...
E questo non si riverbera forse in tutta la persona, che quindi diventa
sostanzialmente diversa dalle altre?
E quindi tale presunta uguaglianza potenziale non si attualizzerebbe
mai, ne sarebbe possibile pretenderla o forzarla...



Si, certo, il tuo ragionamento regge benissimo...
Il problema (il mio problema...) è che non mi sento in grado di valutare a priori l'evoluzione spirituale di un'altra persona, a spiegarmi il perchè delle sue azioni, a giudicarne i motivi...
Ed è per questo che continuo a ritenete tutti uguali, uguali a me stesso e a chiunque altro...
Un abbraccio.


---

"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

(E. Montale)
04/12/2003 23:15
 
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Re:

Scritto da: settedinove 27/11/2003 13.49
Perché molti preferiscono subire una "verità precotta"? Più che un discorso di comodo forse dipende dal fatto che non vogliono cercare la verità perché non ne hanno affatto bisogno.



No, non credo... Tutti, più o meno, ci poniamo delle domande...
Mi è capitato di vedere persone, abituate a una vita tutt'altro che meditativa, porsi domande di incredibile profondità. Per un attimo sono stati toccati dal Dubbio. Un attimo soltanto, ma è successo. Poi? Poi si sono riadagiati nella loro vita... Il bisogno di Verità c'era, si è fatto sentire. Ma è molto più comodo trovare una risposta già pronta che andare a cercarla...
Un abbraccio.


---

"Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Questo solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."

(E. Montale)
05/12/2003 21:50
 
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Re: Re:

Scritto da: saman 04/12/2003 23.09
Si, certo, il tuo ragionamento regge benissimo...
Il problema (il mio problema...) è che non mi sento in grado di valutare a priori l'evoluzione spirituale di un'altra persona, a spiegarmi il perchè delle sue azioni, a giudicarne i motivi...
Ed è per questo che continuo a ritenete tutti uguali, uguali a me stesso e a chiunque altro...
Un abbraccio.



Ed io invece, proprio perchè anch'io non mi sento in grado di valutare
a priori l'evoluzione di una persona, la sento diversa in quanto non
la conosco ed in quanto magari non comprendo il suo atteggiamento...
Il problema si pone nel momento in cui la diversità viene avversata,
e sappiamo che varie volte nella Storia fu fatto questo errore,
perchè invece la diversità (spirituale come di qualunque altro tipo)
è un valore, perchè fa essere ciascuno ciò che è, superando ogni
omologazione e globalizzazione.
Questo giustifica seriamente la struttura gerarchica delle
Organizzazioni Iniziatiche.

[Modificato da MAGUS ALTAIR 05/12/2003 21.52]



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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
22/01/2004 21:56
 
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ed inoltre..
la diversità è l'unica arma contro il nichilismo, uno stimolo a capire ciò che è fuori e ciò che è dentro di noi.


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Un T:.F:.A:. Hiram
24/01/2004 19:37
 
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Potremmo dire che le tradizioni iniziatiche si basano in un certo senso
sulla differenza?


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
24/01/2004 21:16
 
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Nella differenza si identifica e si apprende la "tolleranza"; pseudo-dogma delle scuole iniziatiche, ma nell'Uguaglianza vi è la sua "rivelazione"


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Un T:.F:.A:. Hiram
25/01/2004 12:07
 
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L'uguaglianza è nella meta (e forse nella partenza), ma è la differenza
che segna tutto il percorso, no?


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
25/01/2004 15:50
 
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Si!
Solo la condivisione delle differenze permette una crescita.
Ascoltare e capire quindi fare proprio il compreso ed armonizzarlo al nostro sentire è il percorso iniziatico "laico".
Occorre molto silenzio interiore per aprire il contenuto dell'opinione altrui.
Ernest Haminguay durante una degenza ospedaliera, in cui il suo prolungato silenzio incuriosì un infermiere, disse: "Occorrono due anni per imparare a parlare, ma almeno cinquanta per saper tacere ed a volte non basta una vita per imparare ad ascoltare".
La diversità è in ogni componente delll'universo, ma la sostanza che lo compone è identica in ogni cosa. Essa è simboleggiata dall'Uno o scientificamente accertata dall'atomo ed oltre, in quanto l'altomo stesso è formato da Quark, quindi non è ancora l'Uno. Comprendi quindi che l'essenza è uno e dall'adattamento di uno sono nate tutte le differenze ( vedi: tavola di Smeraldo di Ermete Trismegisto). Dunque, riasumendo l'uomo è uguale in essenza, ma ogni uomo è diverso dall'altro, la tolleranza è il segreto dell'armonia tra le diversità che scaturiscono dall'Uguaglianza essenziale.


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Un T:.F:.A:. Hiram
26/01/2004 16:37
 
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La validità di una tradizione iniziatica si percepisce anche, secondo
me, dalla capacità di "gestire" sapientemente questa differenza.
Le organizzazioni iniziatiche si chiamano "Ordini": e che cosa ordinerebbero
se non la differenza?


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
26/01/2004 18:04
 
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X Magus..
Sò che tu "sai"!
L'ordinare le differenze, non significa unificarle in un unica visione molto più ampia?


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Un T:.F:.A:. Hiram
27/01/2004 09:03
 
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Certo!
Ordinamento delle differenze unificandole oltre loro stesse!
E ciò che è stupendo è che questo superamento avviene non solo nel
pieno rispetto delle differenze stesse, ma le sublima!
In questo senso dico che le differenze sono... un "valore" nella
tradizione iniziatica.
Sei d'accordo Hiram?


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
29/01/2004 13:32
 
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Si sono d'accordo!
Ed è proprio nell'esserlo l'uno con l'altro che si evidenzia il concetto che esprimiamo...
Un "accordo" musicale è composto di note diverse...il resto si chiama "armonia", basta accostarle misuratamente e dare ad ognuna di esse la contemporaneità...
Così nascono le sinfonie...Giusto?


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Un T:.F:.A:. Hiram
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