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Omeopatia e Paracelso

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2003 19:15
19/08/2003 15:43
 
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[SM=g27822] LA MEDICINA A MISURA D'UOMO DI PARACELSO
da: cosco-giuseppe.tripod.com/medicina/paracelso.htm

Scriveva il medico Luigi Oreste Speciani(L.O.Speciani padre della medicina psicosomatica in Italia,ha pubblicato L’uomo senza futuro – Luigi Oreste Speciani – Mursia 1972 )
: "le malattie che la medicina attuale non sa curare - cancro compreso - vengono... da un turbamento dell'Id (cioè dell'anima vegetativa, Nefesh ebraico, forma corporis tomasiana, aura di Kirljan, orgone di Reich, prahna) da non confondersi con l'anima sopravvivente, cioè il Ruak-sheol ebraico, la substantia spiritualis di San Tommaso, oggetto delle speculazioni metafisiche e teologiche".

Nell'individuo l'unità mente-corpo è inscindibile. La medicina sintomatica si affanna inutilmente a curare l'organo perdendo di vista l'insieme, la totalità dell'individuo, sintesi di anima e soma, che è la comprensione di tutto.

Cinque secoli prima Theophrastus Paracelsus (1493-1541) insegnava i principi di una medicina a misura d’uomo. Egli, nel corso della sua vita travagliata, si occupò anche di psicologia e di malattie mentali. Trattò e spiegò gli stati di mania, il ballo di San Vito, l’epilessia e le nevrosi nel De Morbis e nei Libri Philosophiae (I, De Lunaticis)....

Insego' ai suoi studenti che "...è la virtù che dovrà sostenere il medico fino alla morte" e cioé l’assenza di venalità e di presunzione. Non seguì affatto l’esempio dei suoi colleghi, sempre pronti ad inginocchiarsi davanti ai potenti dell’epoca, per supplicare qualche favore. Egli non si sottomise ad alcuno, coerente al suo motto: "Non sia di altri chi può esser di se stesso".

Ignoranti e invidiosi dei suoi successi in medicina gli resero, veramente, la vita impossibile; lo attaccarono senza ritegno accusandolo di essere solo un fanatico millantatore. Paracelso, esasperato, aggredì la classe medica del suo tempo con estrema durezza:

Fu accusato di tutto e perseguitato. Si disse che era un mago, uno stregone, lontano da Dio, che apparteneva alla chiesa riformata e quasi tutti i suoi biografi questo scrissero di lui; ma non è vero. Scrive Antonio Miotto che "negli ultimi anni della sua vita errabonda Paracelso si sia accostato alla chiesa di Roma. ...Paracelso volle essere sepolto nella chiesa di San Sebastiano e sappiamo che il suo desiderio fu esaudito. ...Sappiamo, inoltre, che fu proprio il Vescovo di Colonia che incaricò Giovanni Huser a curare la prima edizione delle opere di Paracelso.

(...) un altro documento... a proposito della fede religiosa di Paracelso - Miotto cita il Labirinto dei Medici erranti del 1538 e spiega - nel libro nono leggiamo testualmente: <>" (A. Miotto, Paracelso il medico stregone, Fratelli Melita Editori, Genova 1988). Questo fu il vero Paracelso.

Egli affermò che siamo "Angeli che dormono ancora il greve sonno della carne. Se continueremo a dormire, rimarremo sordi all’appello del Signore. L’uomo deve destarsi, aprire gli occhi alla verità se non vuole correre il rischio di attraversare la vita come un bruto incosciente. E - dice Antonio Miotto - questa era la missione di Paracelso negli anni del vagabondaggio nelle zone montane, quando egli affrontò la miseria e la fame" (Ibid.).


E Ancora:
"Vi è nell'uomo un duplice potere attivo: l'uno che agisce invisibilmente, o potere vitale, e l'altro che agisce visibilmente o forza meccanica. Il corpo visibile ha le sue forze naturali, e il corpo invisibile ha le sue forze naturali egualmente; i rimedi di tutte le malattie o lesioni che possono colpire la forma visibile sono contenuti nel corpo invisibile...".

"L'Anatomia del Microcosmo è duplice: 1) l'anatomia locale, che insegna la costituzione del corpo fisico, le ossa, i muscoli, i veicoli del sangue ecc.; 2) la più importante anatomia materiale, ossia l'anatomia dell'uomo interiore vivente. Quest'ultima è il più importante genere di anatomia che il medico deve conoscere... Se conosciamo l'anatomia dell'uomo interiore, conosciamo la prima materia, e possiamo vedere la natura delle sue malattie al pari dei rimedi. Ciò che vediamo con gli occhi esterni è l'ultima materia. Dividendo e sezionando il corpo esterno, non possiamo imparare nulla sull'uomo interno e distruggiamo semplicemente l'unità del tutto".

[SM=g27822] Da:L'Alchimia di Paracelso,di F.Cadrone
Ai tempi di Paracelso, la ricerca alchimistica, si snodava ancora, su tre principali filoni di ricerca:
ricerca della pietra filosofale, ovvero la sostanza capace di trasmutare i metalli in oro;

ricerca dell'alkahest, ovvero l'acido capace di sciogliere tutte le sostanze;

ricerca dell'elixir di lunga vita, ovvero la medicina per guarire tutti i mali;

Egli scelse il terzo livello di ricerca, quello che gli sembrò più utile e meno utopistico e lo concepì come fondato su quattro discipline o colonne fondamentali: filosofia (ovvero la conoscenza della natura intima e non visibile di ogni cosa), astrologia (l'arte di determinare l'effetto degli astri sulla salute del corpo), alchimia ed etica (virtù ed onesta del medico). In un suo scritto, il Paragrano, così si esprimeva intorno all'arte di preparare i medicamenti: <>...
...L'opera di Paracelso si basa essenzialmente nell'aver applicato alchimia ed astrologia all'arte medica e di ciò testimonia, la costruzione di un'impianto teorico fondato sull'intuizione delle corrispondenze tra macrocosmo e microcosmo. Queste s'inquadravano nell'esistenza di un Universo costituito di una materia unica governata da tre principi alchimistici i quali, andavano inquadrati come una sorta d'ingredienti fondamentali, ovvero: Zolfo, Sale e Mercurio. Egli concepì anche l'Unità e la Trinità di Dio quale espressione dello stesso concetto mentre, i quattro elementi, Aria, Acqua, Terra e Fuoco rappresentavano concretamente i principi attivi che trovavano alimento in una forza generatrice universale che Paracelso chiamò <> che in lingua greca significa origine, principio. La conseguenza di questa visione filosofica era che l'uomo e l'universo, essendo costituiti della stessa sostanza, venivano governati dalla medesima dinamica ed armonia.



[SM=g27822] Ancora,da omeopatia.com

Paracelso, un geniale precursore:
Paracelso (1493/1541), medico svizzero, anticipò alcuni aspetti, poi sistematizzati coerentemente da Hahnemann nell'omeopatia.
Sostenne che occorreva curare il malato, non la malattia; e che si doveva applicare la legge di similitudine, prescrivendo quella sostanza la cui intossicazione assomigliasse ai sintomi della malattia.
In polemica con la polifarmacia palliativa del suo tempo, prescriveva un solo rimedio.
Sottolineava che la terapia di ogni malato deve essere individualizzata, poiché ogni uomo è diverso da un altro; e ha bisogno di un farmaco personalizzato, reagendo ogni malato a modo suo.
Anticipò la tecnica delle dosi minime in cui si concentra la "quintessenza" del farmaco, trasformato da materia grezza in stato fluidico; la "karena", pari alla ventiquattresima parte di una goccia, era la misura di base.

Chiamatemi Fenris [SM=g27828]



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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


19/08/2003 16:06
 
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Caspita, mi si è quasi rotta la rotella del mouse a forza di
scrollare il testo... [SM=g27828]

Scherzi a parte, davvero un bel discorso su un personaggio
che ha proprio segnato un'epoca! [SM=g27811]

A questo punto, che ne pensate del suo approccio alla malattia?

[Modificato da MAGUS ALTAIR 19/08/2003 16.07]



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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
19/08/2003 18:01
 
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Trovo che il suo approcio, considerando quanti secoli addietro e' vissuto, non sia poi cosi' male. Sicuramente l'errore piu' grave della medicina moderna e' quello di essere troppo settoriale nelle proprie cure: non e' un paziente che deve essere curato, ma un fegato. In questo modo andiamo ad agire sul sintomo e non sulla causa dello stesso, permettendo il suo ritorno o una sua manifestazione in maniera diversa. Secondo me "mens sana in corpore sano" andrebbe scritto al contrario, visto che e' la mente e' il motore del corpo e tutti i suoi problemi inevitabilmente si riflettono sul corpo. Non so se sia il caso di parlare addirittura di anima in questo caso... ci pensero' un po' su e vi sapro' dire. Ma resta il fatto che anche in quel caso non dipenderebbe soltanto dall'anima ma dalle condizioni esterne in cui si trova il corpo: non mi dite che se prendete l'influenza dopo essere stato a contatto con un'ammalato e' una conseguenza della nostra anima! Anche se credo fermamente nel principio di causa-effetto e in una affinita' del cosmo a quella che chiamiamo "morale" cio' mi lascia un po' perplesso.


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In Veritate Libertas
19/08/2003 18:17
 
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Spiegare i meccanismi per cui ci ammaliamo oppure no e' difficile anche per uno scienziato.
Ma credo che ci sia una correlazione tra corpo sottile e fisico.
Tieni presente,ed e' oramai accettato anche dalla medicina tradizionale, che il sistema immunitario e' piu' efficente se siamo contenti e su di morale piuttosto del contrario,ad un evento luttuoso,ad esempio,segue con facilita' una malattia.
Ed e' opinione di molti che se facciamo sport (e non solo all'aperto) siamo piu' contenti.
Non saranno solo le endorfine no?[SM=g27828]

Dimenticavo...ci sono anche i nostri chakras,che se non aperti in modo equilibrato,possono contribuire a creare disfunzioni organiche.Se l'energia non circola in modo adeguato,ne risentiamo a tutti i livelli.Non siamo a circuito chiuso,siamo un insieme complesso che non sezionato.

[Modificato da arielbianca 19/08/2003 18.19]



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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


19/08/2003 18:33
 
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Ma si', questo lo dicevo anch'io... il problema e' capire sino a che punto. Nella mia visione della cosa l'Io e il suo comportamento sono alla base di ogni malattia, ma non penso che una simile teoria sia esportabile ad altri... tutto li'


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In Veritate Libertas
19/08/2003 19:09
 
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devo ammettere che ariel ha parzialmente ragione, lo sport è importantissimo io ne faccio molto e mi fa star bene anche se è stancante.
per quanto riguarda malattie a seguito di cose brutte accadute direi che dipende molto dal soggetto, ci sono soggetti molto forti che sanno reagire, io sono uno di questi, e altri che purtroppo si demoralizzano.
per cui come in tutte le cose che ci possono capitare ognuno di noi reagisce in modo diverso.
19/08/2003 19:15
 
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E la reazione influenza moltissimo l'andamento di una malattia.
Un signore aveva un cancro maligno alle ossa, è stato bene, a parte qualche dolorino, sino a quando glie l'hanno detto, poi è morto nel giro di 2 mesi, nei quali è peggiorato di colpo.


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______________________

Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
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