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Monasteri

Ultimo Aggiornamento: 03/01/2004 10:22
19/12/2003 08:44
 
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Hai detto bene Jez!
Li' dentro, non ci sono solo aspetti negativi di noi, che comunque sono quelli che risaltano maggiormente perche' solitamente non si vorrebbero conoscere ne tantomeno avere...

Ci sono altre parti di noi, sensibilita' sconosciute ed energie incredibili che non possiamo toccare e cercare di conoscere quando vogliamo noi,con coscenza, in quanto forze incontrolate. Ma in certe situazioni della vita c'e' davvero la possibilita' di andare a fondo e scoprirle. Come dice Magus, senza paura.

A volte mi sono chiesta perche' mai dobbiamo affrontare certe vicissitudini,certi dolori, quale sia il disegno entro cui viviamo e lottiamo, altre volte ancora mi chiedo come fare per poter toccare il nostro demone, per affrontarlo ed infine unire tutte le noste parti.

Che l'una sia la risposta all'altra domanda?[SM=g27822]



---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


19/12/2003 16:28
 
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Occupazione: combinaguai
infatti
spesso il demonietto salta fuori quando stai male.
altre volte se lo cerchi.

se lo cerchi forse fai più fatica.
se è lui che ti cerca, emregendo in qualche modo...è ancora più facile...


---

Chiudi il tuo tempo dentro un fiore,
ferma i secondi, i minuti, le ore,
chiudi il tuo tempo dentro un fiore,
vivi la tua vita, dimentica il potere.


20/12/2003 08:10
 
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Proprio stamattina ho seguito in una trasmissione la spiegazione della necessita' di affrontare con coscenza uno degli avvenimenti della nostra vita che normalmente detestiamo e fuggiamo. Il fallimento. Siamo abituati a pensare che sia il successo il fine della nostra attivita'...mentre e' questa la via attraverso cui possiamo conoscere parti di noi difficilmente raggiungibili. [SM=g27822]

Perche' abbiamo cosi' paura di vedere i nostri limiti?



---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


20/12/2003 20:40
 
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Vedere i propri limiti dovrebbe essere un'occasione per giungere ad una più profonda conoscenza di noi stessi e per capire in quale direzione procedere, spesso invece questo non avviene e proviamo soltanto delusione e frustrazione.
Penso che la causa sia principalmente il condizionamento sociale che tutti subiamo, chi più e chi meno. Crediamo di essere liberi in realtà siamo schiavi di modelli comportamentali preconfezionati ai quali ci conformiamo senza accorgercene. E' proprio questa la cosa grave, secondo me e cioé proprio la mancanza di consapevolezza.
20/12/2003 21:50
 
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Come quando parlavamo del Diavolo, anche qui si vede una specie di ossessione
dell'Uomo di distinguere sempre due aspetti di se stesso: uno buono,
positivo, chiaro, consapevole, ed uno cattivo, negativo, oscuro, inconscio.
Si pensa così di dover imparare solo da una parte di sè (quella "buona"), quando invece
è dalla totalità di tutto ciò che siamo che possiamo davvero ricavare
una sana lezione di vita.
Ecco perchè secondo me un fallimento può essere "Bene" così come un
successo, anche (e soprattutto) se deriva da un proprio limite.

[Modificato da MAGUS ALTAIR 20/12/2003 21.51]



---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
21/12/2003 19:57
 
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fallimenti...
giustissimo.
proprio i fallimenti mi stanno portando a guardarmi dentro.
e settedinove ha un immensità di ragione nel dire che siamo comunque condizionati dalla società, da quello che gli altri si aspettano da noi.
che può non coincidere asslutamente con quello che noi siamo.

e alora si soffre, perchè il giudzio degli altri ferisce comunque.

e si soffre ancora di più se si tenta di non essere se stessi, parti 'oscure' comprese.

è un problema.
grosso...
una parte ti tira verso l'essere 'buono' e socialmente accettabile come persona, ed altra parte, forse proprio il daimones, ti spinge ad essere, o meglio a divenire, quello che sei.

tale processo di individuazione è un cammino che a volte occorre fare da soi.
noncuranti degli altri.

voi che ne dite?




[SM=g27833]


---

Chiudi il tuo tempo dentro un fiore,
ferma i secondi, i minuti, le ore,
chiudi il tuo tempo dentro un fiore,
vivi la tua vita, dimentica il potere.


27/12/2003 13:05
 
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Sono d'accordo con te Jez, per questo aspetto dobbiamo lavorare su noi stessi noncuranti delle influenze esterne, soprattutto dalle opinioni e dal giudizio altrui. Solo in questo modo, secondo me, possiamo ascoltarci pienamente e scoprire quella parte nascosta che vuole manifestarsi e che rappresenta il nostro vero essere [SM=g27822]
27/12/2003 17:35
 
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Secondo voi, perche' siamo,chi piu' chi meno, tanto interessati ai giudizi degli altri?
Il desiderio di sentirci accettati e amati,io credo...
E' possibile,ammesso sia questa la causa, riuscire a farne a meno?


---

"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


30/12/2003 10:06
 
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Ma allora siamo sani o malati?
E' proprio per la mancanza degli "altri", che è difficile isolarsi!
Sembra una banalità, ma è il centro del discorso: noi non ne siamo
capaci e dunque il problema è:
riteniamo normale questo stato di cose, tanto da lasciare tutto così
(nel qual caso sicuramente sarebbe una "fuga" inutile la ricerca
della solitudine anche temporanea)
oppure crediamo di essere in qualche modo "malati" e dunque bisognosi
di una qualche "cura" (nel qual caso invece la fuga sarebbe la terapia
oltre che giusta anche necessaria)?

[Modificato da MAGUS ALTAIR 30/12/2003 10.07]



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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
03/01/2004 07:40
 
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Anche qui ci vuole equilibrio o meglio...si capisce se siamo equilibrati nel nostro rapporto con noi stessi!
Se e' cosi', allora siamo in grado sia di stare con gli altri e godere del contatto, sia di stare da soli, in grado di prenderci i nostri spazi senza soffrire ma anzi con il piacere di andare sempre piu' alla scoperta di noi stessi.

Se siamo in difficolta' in uno dei due casi, se sentiamo l'esigenza di esternare sempre oppure sentiamo un costante bisogno di chiusura, credo che dovremmo fermarci ed iniziare a riflettere su cio' che significa tutto cio'.(da soli o con qualcuno che ci aiuta? [SM=g27822] )


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


03/01/2004 10:22
 
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Questo desiderio di sentirsi amati ed accettati credo sia una necessità per ognuno di noi. Il dipendere dall'opinione altrui é un fatto naturale, basta accorgersi però, quando si sta subendo un condizionamento in questo senso. Voglio dire che sarebbe utile riuscire a distingure la propria volontà (quella "vera") da quella guidata dalle influenze esterne. Il problema é trovare il metodo giusto. [SM=g27822]
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