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La Qabbalah

Ultimo Aggiornamento: 07/04/2004 11:17
03/10/2003 09:11
 
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Se infatti comprendiamo qual è il limite intrinseco di un'analisi
meramente razionale del simbolo, che comunque non è del tutto inutile, allora
siamo sulla buona strada, perchè sappiamo fin dove ci possiamo spingere,
e qual è il passo successivo.
Per esempio in questo forum stiamo esaminando gli Arcani Maggiori:
ovviamente lo facciamo a parole, decodificando per quanto ci è
possibile gli elementi presenti in ogni carta, ed estrapolando anche
un indirizzo pratico, ma il cambiamento interiore non avviene certo
semplicemente conoscendo analiticamente il significato del simbolo.
Vedo dunque che siamo d'accordo, e possiamo allora continuare anche
a parlare di Qabbalah, alla luce di queste precisazioni.


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
05/10/2003 00:35
 
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e teniamo presente che ...
Le parole sono linguaggio simbolico...quindi l'individualità
interferisce inevitabilmente sull'esegesi, per questa ragione si definisce esoterico(segreto/ inesprimibile) il percorso dell'interpretazione simbolica del sacro.
Ognuno di noi ( anche in questo forum) condivide un dialogo con se stesso. Contemporaneamente le risposte o le domande emergono nel momento esatto in cui le scriviamo ed attraverso questo mezzo asettica diamo "essenza" alla parola, il cmprendersi è dato da una coscienza superiore perchè basato sull'intuire più che l'apprendere e la vera risposta ognuno se la da da solo utilizzando verbi e vocaboli a molti altri incomprensibili.
In questo forum da personalità molto diverse emergono essenzialità comuni che "aggregano" l'"Eggregore" è presente e non è un fatto comune ne tantomeno scontato; è bene riflettere su questo.
Possiamo così comprendere qual'è lo scopo del simbolo.


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Un T:.F:.A:. Hiram
30/10/2003 22:14
 
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Re: e teniamo presente che ...

Scritto da: hiram-abif 05/10/2003 0.35
In questo forum da personalità molto diverse emergono essenzialità comuni che "aggregano" l'"Eggregore" è presente e non è un fatto comune ne tantomeno scontato; è bene riflettere su questo.
Possiamo così comprendere qual'è lo scopo del simbolo.



Rileggevo queste parole di Hiram...
E gli chiedo di approfondire la funzione dell'Eggregore nella
comprensione del simbolo.


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
02/11/2003 10:27
 
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l'Eggregore.
Cercherò di sintetizzare il più possibile.
Quando in silenzio, all'interno di un contesto preciso più persone si trovano ad intuire contemporaneamente "qualcosa" che le accomuna in modo profondo ed avviene che si "fa di due uno", inteso proprio come venne indicato anche da Gesù, si verifica questo fenomeno chiamato "Eggregore"; quasi un entità che lega profondamente i presenti a tale evento in un sentire comune, condiviso di una profondità inesprimibile.
Tale evento non è di normale amministrazione, tutt'altro!
E' raro che si istaurino questi profondo legami tra i presenti ad un assemblea, ma quando questo avviene lo si definisce come se fosse un'entità, per comprendere meglio, chiamandolo appunto "eggregore" che poi ha il significato di aggregante che unisce spiritualmente in modo profondo e difficilmente esprimibile;anche se la coscenza in tale momento percepisce chiaramente questo stato alterato delle percezioni ed è pienamente consapevole della sua naturalità e verità. Nel partecipare a tale evento abbiamo la certezza di trovarsi in uno stato di comunione assolutamente reale ed unico e si percepisce il legame "Giusto e perfetto" con l'assemblea, fino a percepire il pensiero di tutti in uno!
Spero di essere stato chiaro non è semplice esprimere certi effetti del nostro profondo "se". Ma spero sia intuibile!


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Un T:.F:.A:. Hiram
02/11/2003 10:31
 
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questa è la funzione più importante del simbolo.
Il silenzio di un numero di persone davanti ad un simbolo si riempie di univocità!
Tutto il vuoto che si crea nelle coscenze davanti ad un simbolo, si riempie del simbolo e del suo significato.
Il simbolo ha il potere di cerare il silenzio e fare posto all'Eggregore. Le affinità del nostro profondo se fanno il resto.


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Un T:.F:.A:. Hiram
02/11/2003 10:38
 
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Sei stato tanto chiaro da permettermi di percepire "la mancanza" di questa sensazione.
Deve essere bellissimo.


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


25/12/2003 11:17
 
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Ho spostato i post relativi alla discussione sulle Sephirot, ed anche quelli relativi all'Odio e Amore, creando una nuova discussione nella cartella "Profana". [SM=g27822]





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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


07/04/2004 11:17
 
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Tzim Tzum
Il filosofo ebraico Yishaq Luria sviluppò una interpretazione apparentemente
in contrasto con la tradizione rabbinica, affermando che l'Essere non
emana dal Divino in senso classico, ma sarebbe il risultato di una
"volontaria" (o necessaria?) implosione di Dio, un suo ritrarsi,
una sua contrazione (questo il significato di "tzim tzum" appunto) per
lasciare spazio, in senso metafisico, alla manifestazione dell'Essere.
Per molti interpreti successivi questo discorso di Luria vorrebbe
sottolineare la distanza tra creatore e creatura, allontanandosi anche
da tentazioni panteiste.

Secondo me invece l'autolimitazione del Divino, considerata ovviamente
al di fuori di ogni immagine meramente "spaziale" di questo processo,
può ben prestarsi a rappresentare il passaggio dalla potenza
(in sè "indefinita" o meglio "definibile") all'atto (in sè
"definito", quindi "fissato") in quanto quest'ultimo è limitato
in quanto già realizzato.
Più che un' "eresia", considero il pensiero luriano un approfondimento...


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
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