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Nassiriya ed Istanbul...

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2004 00:28
17/11/2003 13:03
 
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"Non mi pare che l'opinione pubblica italiana - forse perché intenta al doloroso commiato dai "suoi" morti di Nassiriya - abbia colto l'enormità del significato degli attentati alle sinagoghe di Istanbul.

Vuol dire che i normalissimi, millenari luoghi di preghiera di ogni sabato mattina, sarebbero diventati per ciò stesso luoghi a rischio. Vuol dire che prima di andarci, a partire da sbato prossimo, o soprattutto prima di portarci i tuoi figli, in molti ci penseranno due volte. Un abominio del genere non era più all'ordine del giorno da sessant'anni, e per la verità in molti ci avevano convinto che non sarebbe capitato mai più.

Per questo mi domando se non sarebbe civile che tante persone dalla memoria non obnubilata, tanti di coloro che si sono nutriti a pane e antifascismo, esprimessero il loro sdegno sabato prossimo con un gesto semplice di condivisione: una visita alla sinagoga della città in cui abitano, per dire che si deve e si può continuare a frequentarla liberamente senza soggiacere al ricatto dei terroristi".
Gad Lerner




Mi trovo completamente d'accordo con quanto scrive Gad Lerner, acuto come sempre.
Sono davvero terribilmente dispiaciuto per quanto è successo a Narririya, mi sento ferito nel mio orgoglio di italiano... ma do ragione a Lerner quando fa notare che gli attentati di Istanbul sono passati abbastanza in sordina.
Ora vorrei fare una considerazione mia: ho sentito un sacco di gente dire "ci vendicheremo", "combatteremo il terrorismo" e piangere le vittime dell'attentato.
Giustissimo, più che giusto.
Ma mi fa riflettere il fatto che ho sentito nelle bocche degli italiani le stesse identiche frasi che dicono gli israeliani dopo ogni attentato. Però gli italiani criticano Israele.
Mi direte che Israele è in guerra, Israele ha invaso i Territori. Certo, vero, però il terrorismo è iniziato dagli arabi e Israele sta cercando di combatterlo.
Ora, anziché darci addosso gli uni con gli altri, perché non ci uniamo per combattere un nemico comune (comune a noi, agli israeliani e agli arabi, ai quali di certo non giova questa nomea)?

Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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17/11/2003 13:29
 
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Bof... se devo essere cinicamente sincero mi dispiace si' per le vittime dell'attentato italiano, ma non provo quel sentimento (specie patriottico) che tanto si ostenta questi giorni attraverso i mass media.
Mi dispiace che siano morti, ma nessuno li aveva obbligati a tale missione: essendo una spedizione di supporto ad una missione di occupazione non era possibile mandare nessuno contro la sua volonta'. Si parla tanto di "missione di pace"... quando questa in realta' e' una di guerra, a prescindere dal pacifico modo di porsi dei militari italiani rispetto alla situazione irachena.
Mi dispiace che siano morti, ma se la sono in parte cercata non apportandosi di misure di difesa adeguate. Avete visto cosa avevano? Dei bidoni e delle gomme sulla strada, per obbligare i veicoli a percorre una S e due guardie! Sono queste le misure adatte contro i rischi che andavamo incontro, rischi piu' volte evidenziati e spiegati? Non credo proprio...
Mi dispiace che siano morti, ma mi sembra quasi che molti siano contenti di avere una specie di proprio 11 settembre tutto italiano, mentre il popolo offeso e indignato si stringe attorno al tricolore.
Mi dispiace che delle persone sono morte, ma ne muoiono tantissime tutti i giorni e a loro, vuoi perche' non sono italiani, non dedichiamo che qualche parola. Questi per giunta erano militari e sapevano a cosa andavano incontro.

Si', effettivamente mi dispiace molto di piu' per gli attentati alle sinagoghe, dove sono morte persone il cui unico errore e' stato di seguire il proprio sentimento religioso e di essere associati ad uno stato che, seppur certo non si muova secondo i principi della sua religione, e' considerata la rappresentazione di un popolo... Tutti accumunati sotto una bandiera con una stella a sei punte sporca di sangue, che altri vogliono lavare con ancora sangue...

Ma l'umanita' oramai la conosciamo tutti, sappiamo che da soli non finiremo mai di farci guerra.


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In Veritate Libertas
17/11/2003 14:29
 
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I morti sono sempre morti... però non posso non avvertire un'enorme
differenza tra chi è morto perchè era soldato, quindi "uomo di guerra",
e chi è morto perchè stava pregando...
Ovviamente c'è differenza anche tra chi uccide un soldato e chi
uccide un uomo in preghiera, nel senso che chi va a pregare non
mette in conto che potrebbe morirne...

E' quest'ultima cosa che mi fa più orrore.


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
17/11/2003 15:59
 
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La cosa preoccupante è la nuova ondata di antisemitismo.
Anche in Francia ci sono stati diversi episodi antiebraici e, per parlare della mia piccolissima esperienza, il mio palazzo e tutto il circondario è stato riempito di "volantini" (scritte fatte con ritagli di giornale, tipo il messaggio dell'assassino e poi fotocopiati in diverse copie) in cui si insultano gli ebrei (e chissà come mai quei volantini sono finiti dentro al palazzo dove vivo io).
E menomale che non facciamo altro che ripetere che non bisogna dimenticare gli orrori della Shoah per fare in modo che non torni.
Non dico che stiamo tornando a quei livelli, ma comunque queste manifestazioni di intolleranza sono davvero preoccupanti, a mio avviso.
Mi trovo d'accordo sul fatto che alcuni sembra quasi che provino una certa soddisfazione a dire "questo è il nostro 11 settembre".
E c'è di che vantarsi? A me non pare proprio. Sembriamo il fratellino minore e rompiscatole che quando il suo maggiore ha un incidente in moto e si rompe una gamba è contento di essere caduto dalla bicicletta (sulla quale correva e non stava attento a dove andava) ed essersi sbucciato un ginocchio... e va fiero della sua ferita perché lo rende più simile al suo fratellone.
Quanto allo stato di Israele e la "Stella lavata col sangue", beh, dipende dai punti di vista.
Per alcuni è così, per altri (e io sono tra quelli) la Stella è il simbolo di un popolo che s'è fatto nazione e che sta cercando di difendersi dalle aggressioni dei vicini. A volte in maniera sbagliata (ripeterò sempre che Israele deve abbandonare i Territori e lasciare che nasca la Palestina indipendente), ma si sta pur sempre difendendo dai terroristi che con alti e bassi vanno avanti nelle loro attività da sessant'anni.
Noi europei ed americani ce ne stiamo accorgendo solo ora, dall'11/09 in avanti. In Israele vivono da sessant'anni in un interminabile undici settembre.

Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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17/11/2003 20:32
 
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su quello che ci stanno propinando non dico nulla, ché poi rischio di usare termini poco urbani. C'è la schizofrenia completa: elenco dei morti, parenti distrutti, le solite domande idiote dei giornalisti... interruzione pubblicitaria: volti felici, nuovi desideri da soddisfare... IL tutto mischiato pericolosamente. Si sta facendo leva su istinti, non so fino a che punto in modo organizzato o no. Mettendo in secondo piano il resto. Non metto bocca su Israele, perché è un argomento decisamente complesso... certo è che, ogni volta che parlo dell'Olocausto, arriva qualche bel tomo che mi dice: "Sì, però gli israeliani...". Personalmente non ho ancora notato nulla contro gli ebrei (ma dove sto io non ci sono comunità). Ho notato invece il tentativo di alcuni integralisti cattolici di porsi come unico faro della religiosità e della spiritualità. Così la religiosità si pone non come faro per illuminare possibili strade, ma come unica fonte di verità. Ciò che non rientra diventa l'Altro, il Nemico.
Questo è pericoloso per tutti... del resto in situazioni come la nostra in cui in ogni momento tutti possono colpire tutti, ideologie e credenze "forti" sembrano l'unico rifugio per molti.
17/11/2003 21:42
 
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A me sembra naturale che colpisca di più una cosa così vicina al proprio paese, anzi, che lo riguarda...


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Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
18/11/2003 05:58
 
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Trovo sia tutto innaturale.

Intere trasmissioni dedicate a lutti privatissimi, lacrime pubbliche amplificate dalle vicende personali di quei militari messe in piazza, e le lacrime scorrono. L'ipocrisia non ha confini.

Mi dispiace comunque se muoiono delle persone, certo enormemente piu' se sono civili, che stiano pregando, che stiamo manifestando, che abbiano fame e sete...

Mi chiedo da sempre come si possa vivere nel terrore degli attentati, sapere che a pochi isolati di distanza sia avvenuta una strage, magari per puro caso non si era li'...o per puro caso si era li'.

L'antisemitismo...mi sembra un termine da libro di storia, incredibile esista ancora...


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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


18/11/2003 06:05
 
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Un particolare sull'ipocrisia.
Ma quante volte ci e' capitato di sentire durante un TG o poco dopo la sigla di un varieta' che purtroppo accadono queste tristi cose, ma che il dovere e' di andare avanti e fare il proprio lavoro e iniziare con il gingle seguente, le battute di spirito come niente fosse?
Allora.....che non vengano neppure nominate certe notizie dai varieta', che i TG facciano solo informazione e non gossip.

Oppure che si rispettino i lutti seriamente.

Oscurare davvero, niente sponsor che si fregano le mani. Niente dati auditel la mattina dopo.

Temo ci abitueremo a tutto, a piangere a comando, a ridere a comando.



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"Nell'affresco sono una delle tre figure dello sfondo&"

Ariel


18/11/2003 09:22
 
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Concordo sulla "schizofrenia" dei media...
Concordo sulla loro ipocrisia nel (mal)trattare gli argomenti...
Concordo sul fatto che essi (ab)usino degli istinti...

Io ho una parola per riassumere tutto questo, ed è VOLGARITA'.
I media sono volgari perchè non rispettano i contesti, se ne
appropriano, e li gestiscono a loro uso e consumo, e poi contano
chi ci è cascato, e nasce l'Auditel...

I problemi sollevati sono invece serissimi: l'integralismo, l'antisemitismo,
il dolore di chi vede occupato il proprio territorio...

Io non mi schiero nè dalla parte dei palestinesi nè dalla parte
degli ebrei, perchè comunque vorrei veder finire questa stupida
guerra che poi si espande a chi non c'entra nulla.
Credo che entrambe le parti debbano arretrare mentalmente di qualche
passo e concedere l'esistenza di uno Stato di Israele e di uno
Stato Palestinese, con Gerusalemme punto franco. Non voglio sentire
questioni sul "è giusto" o "non è giusto", perchè altrimenti non
si finisce più, e l'obiettivo ormai deve essere il compromesso,
non la ricerca della Giustizia Assoluta...


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
18/11/2003 10:49
 
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Visto magus? Anche tu hai trattato gli ebrei e gli israeliani come se fossero un'unica corrente... Forse senza nemmeno farlo apposta, ma e' proprio qui il punto [SM=g27822]
Evito ogni discorso sulla questione Israele perche' potrei diventare terribilmente polemico... mi limito a dire che entrambe le parti hanno torto per qualche motivo, ma una delle due ha mezzi maggiori per rendere la propria parte di errori veri e propri scandali...

Ad ogni modo oggi non faro' il minuto di silenzio (e ringrazio di non essere in Universita' altrimenti sarei stato capace di montare su una discussione). Perche'? Perche' se dovessi stare un minuto in silenzio per ogni 20 persone che muoiono vittime dovrei rimanere sempre zitto... meglio usare quei minuti per esprimere la mia disapprovazione intellettuale e morale contro coloro che sono la vera causa di tali stragi.


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In Veritate Libertas
18/11/2003 11:00
 
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Sono d'accordo con te Magus. Vorrei aggiungere che mi sembra mera propaganda vittimistica il cercare una differenza a livello di riscontro sociale fra le due situazioni. Sui morti non si specula e non vi è nulla di eroico nel morire ammazzati nè pregando, vi è solo la tragedia della fine di vite umane, come lo è in qualsiasi angolo del mondo che sia per violenza o malattia! Non è il morire compiendo il proprio dovere che fa di noi degli eroi, forse lo è in maggior parte il sopravvivere e continuare ad andare avanti mantenendo fede ai propri ideali!
Non facciamo poi confusione fra quello che è un pienamente giustificato antisionismo, con l'aberrazione antisemita, ricordiamoci che non c'è nazione che annoveri tanti antisionisti come Israele, e non è un controsenso.
L'affermazione di Lerner -"Non mi pare che l'opinione pubblica italiana - forse perché intenta al doloroso commiato dai "suoi" morti di Nassiriya - abbia colto l'enormità del significato degli attentati alle sinagoghe di Istanbul". mi sembra decisamente triste ed inutile! Di questo passo allora perchè non affermare che lo stesso giorno, come tutti gli altri giorni, in un qualsiasi paesino del centr'Africa, muoiono 10 volte di più che le persone morte ad Istambul...? E' solo ipocrisia!!![SM=g27812]

Riguardo alla volgarità dei media, bè...sono alla fine lo specchio delle rovine in cui viviamo, e quello che come società richiediamo! Siamo diventati coprofagi!

[Modificato da Fenrir II 18/11/2003 11.03]

18/11/2003 12:51
 
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Quello che intendeva dire Lerner con quella frase non è una classifica di importanza di morti.
Semplicemente gli attentati di Istanbul dovrebbero farci riflettere.
I militari italiani erano, appunto, militari in una zona di guerra. Gli ebrei turchi erano cittadini in un luogo di culto.
La differenza sta nel fatto che gli italiani, a meno che non vadano a """""portare la pace""""" armati di fucili, nessuno li tocca mai. Gli ebrei, invece, se Israele fa qualche errore ci passiamo tutti, israeliani, italiani, francesi o turchi, basta che siamo ebrei. Adesso c'è questa guerra... che senso ha prendersela con ebrei turchi? Che c'entrano?
Capisci che intendo?


Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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18/11/2003 12:59
 
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E' molto doloroso...
Distinguere una morte dall'altra, quando si tratta di assassinio dettato dalla follia.
Le vittime si chiamano così perchè subiscono la violenza estrema
del carnefice senza possibilità di replica.
I militari italiani sono morti per aver creduto nella loro opera di pace, giusta o sbagliata che sia. Sono stati "mandati" a morire in un angolo di mondo dove la morte violenta è un concetto diverso dal nostro, e tale concetto genera terroristi.I religiosi erano anch'essi a conseguire liberamente il loro credo e sono stati uccisi con lo stesso metodo.
Ditro alle culture di potere vi è il loro disegno e queste sono le conseguenze pianificate affinche il mondo stesso sia una polveriera che deve consumare il prodotto "armi".
Gli scontri tribali in Africa altro non sono che nuovi terreni fertili per questo ignobile mercato, come quello farmaceutico.
Per queste considerazioni non mi schiero in quanto ebreo, ma come uomo che non vuole soggiacere e subire gli effetti di questo sporco marketing.
I popoli incivili invece ne fanno un atto di fede, ma mi chiedo perchè oggi sono ancora popoli incivili, qual'è la causa della loro inciviltà, della loro aberrata cultura. Un bambino è un bambino sia arabo, africano israeliano o di qualunque angolo del mondo e quando qualunque essere umano non si ferma neanche davanti a loro, non è più un essere umano, ma un folle la cui esperienza della vita ne ha minatol'intelletto, condizionandolo a divenire un oggetto di morte per l'interesse dei pochi.
Anche gli scontri politico-etici su tali fatti sono generati da una nuova forma di ignoranza, in buona fede, ma nessuno in fondo conosce mai "veramente " i fatti ed il loro reale "perchè".
Per questo penso e credo che ognuno di noi deve guardare il proprio angolo di mondo e muoversi in modo opposto a tale shiavitù intellettuale e liberarsi del pregiiudizio e dell'intolleranza e muovere cause che "fermino" qualunque tipo di alimento verso tali conflitti, pur difendendo le proprie origini e mantenendo le proprie culture sapendole far apprezzare e non imponendole. Questo lo si fa attraverso il nostro atteggiamento quotidiano e porgendo solidarietà ad ogni dolore a qualunque religione o razza o nazionalità o corpo d'armi apparenga.
Noi uomini di oggi, entrati nel terzo millennio dobbiamo trovare la forza di far cadere tutti i muri e far rispettare
le nostre culture attraverso l'apprezzamento delle sue positività da parte dell'altro.
Tutti contemporaneamente qui e ora.
Prima di essere Ebreo, sono un padre, un uomo, un veicolo della vita. Voglio conoscere il mondo e far conoscere il mio. I nostri figli devono condividerlo. Il mio rapporto con Dio o Allah! o Budda è profondamente intimo e incondivisibile se non nell'etica che riesco ad esprimere nella mia quotidianità e non c'entra niente ne con il terrorismo, ne con la guerra questi li chiamo omicidi e Dio ha detto " Non uccidere", come ogni uomo che sa benissimo che ogni vita e dico ogni vita è l'anello di congiunzione tra due eternità e nessuno ha il diritto di interromperla..


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Un T:.F:.A:. Hiram
18/11/2003 14:18
 
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bravo hiram[SM=g27811]


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Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
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Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
18/11/2003 14:39
 
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La discussione è molto interessante, ma sento una latente strumentalizzazione delle vittime, forse nemmeno voluta, e aggiunge dolore al dolore

[Modificato da "Palantir" 18/11/2003 14.48]



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Sir Palantir


18/11/2003 16:11
 
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Io non faccio nessuna distinzione tra i morti. Sono ebreo e sono italiano. I ragazzi di Nassiriya e i fedeli di Istanbul li sento vicini in maniera uguale.
Quello che però intendevo dire è questo: se tu vai in un luogo in cui c'è la guerra ti rendi conto che - come minimo - non stai andando in villeggiatura: non a caso i militari erano armati.
Se vai in Sinagoga vai a pensare che da un momento all'altro puoi saltare in aria? Mi vien difficile crederci.
Questo intendo.
Gli omicidi sono sempre e comunque ignobili, ingiustificati e la morte è morte chiunque ne sia vittima. Non discutevo dei morti, ma degli assassini.
Hiram Abif, ti rendi conto che se le cose vanno avanti così non sarai più sicuro di poter andare a pregare il sabato mattina? Io non so quanti anni abbiano i tuoi figli, ma nelle Sinagoghe di Istanbul si stava celebrando bar-mitzwah... questo significa che dentro c'erano dei ragazzini sui tredici anni tutti contenti e soprattutto tranquilli perché erano nella loro città nella quale si sentivano a casa.
I militari di Nassiriya sapevano di essere in Iraq, sapevano di essere in un luogo che non era casa loro, dove c'era stata una guerra (ammesso ma non concesso che sia mai finita) e sapevano di essere presi di mira.
Questo di certo non rende la loro morte meno dolorosa, sicuramente. Ma mi pare ci sia una differenza riguardo agli assassini.
Da una parte c'è un'aggressione a dei civili che vivono in pace, dall'altra c'è un'azione di guerriglia...
Spero di non venire frainteso, perché mi dispiacerebbe molto che qualcuno potesse pensare che reputo più importante la morte di una persona rispetto a quella di un'altra...

Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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18/11/2003 16:25
 
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Il forum spesso porta a fraintendimenti, perché l'assenza di un dialogo a tu per tu, occhi negli occhi e senza l'apporto sonoro che è importantissimo, lascia spesso alla libera interpretazione.
Per esempio anche in questa tua ultima precisazione noto un parallelismo tra gli eventi sanguinosi, che mi addolora, come dicevo prima, ma ho compreso sempre grazie alle tue parole che non intendi creare un paragone fastidioso.
Lì per lì c'ero rimasto un po' male, ma ora ho compreso... grazie


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Sir Palantir


18/11/2003 18:46
 
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Assolutamente nessun paragone tra vittime.
I morti sono morti, vanno rispettati.

Rabbi Wladiszlaw Lewiczki


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18/11/2003 21:52
 
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Per favore Rabbi!
Io ho espresso solo la mia opinione non c'entri tu, non mi riferisco a ciò che hai detto nel post. Faccio solo delle osservazioni su ciò che si sente in giro.
Stò parlando di morte e mi dispice essere frainteso.
Quando non sono stato daccordo con te l'ho detto citando il tuo nome, e nello stesso modo ti ho chiesto scusa!
Spero di poter continuare a farlo.
Nel caso dell'attuale discussione non ho intenzione di fare altro che scrivere pensieri. Purtroppo non saprei cos'altro fare.
Non sentirti chiamato in causa Rabbi, credimi non era mia intenzione.
Ad ogni modo, nessuno può negare che le stragi di Istambul sono passate in secondo piano e già ne soffro abbastanza proprio per i motivi espressi nel precedente post, cerco solo di non far vincere l'istinto e far prevalere la ragione.
Forse è proprio il mio spirito ad averne bisogno, non sopporterebbe la tensione interna che la gravità di tutto questo
sta generando.
Oggi il mondo è una superficie opaca, piena di scorie che coprono la terra.
Si può tentare di spazzarne via almeno un pò. E' questione di buona volontà.
Occorre riscoprire chi siamo in solitudine e nel nostro profondo,
provando a cancellare tutte le sovrastrutture che ci hanno portato in una spirale di odio ed incomprensione.
Questo dobbiamo farlo tutti indistintamente ed i dogmi delle religioni devono cedere il passo all'intelligenza ed alla sensibilità dell'uomo.
Non si può celebrare un Dio e ucciderne le creature, nulla è più antitetico di questo.
La religiosità deve stendersi su un tappeto di giustizia ed amore e non coprire il marciume del mondo.




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Un T:.F:.A:. Hiram
19/11/2003 08:56
 
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Scritto da: hiram-abif 18/11/2003 21.52
Non si può celebrare un Dio e ucciderne le creature, nulla è più antitetico di questo.



Già, basterebbe questo vero?
Eppure l'uccidere "per Dio" è una costante, nella storia delle
grandi religioni... Strana schizofrenia eh?


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