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aiuto contro la pornodipendenza

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2004 14:39
19/04/2004 15:08
 
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Interessante, sinceramente dopo la mail della ragazza pensavo che l'identificazione di questa dipendenza fosse passata sotto la lente della morale cattolica ma quest'ultimo post sembrerebbe smentirmi.

Tuttavia fatico ancora a concepire questa forma di dipendenza, ma del resto non concepisco nemmeno la dipendenza da tabacco...



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19/04/2004 22:05
 
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Re: ...

Scritto da: Gnomos 19/04/2004 15.08
Tuttavia fatico ancora a concepire questa forma di dipendenza, ma del resto non concepisco nemmeno la dipendenza da tabacco...



In che senso dici che non riesci a concepire la pornodipendenza?


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
19/04/2004 22:17
 
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Nel senso che non riesco proprio a concepirla, non come modo di dire, proprio non riesco a capire che meccaniche sfrutti una simile dipendenza...


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26/04/2004 11:33
 
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Re: ...cosa è la dipendenza da pornografia

Scritto da: Gnomos 19/04/2004 22.17
Nel senso che non riesco proprio a concepirla, non come modo di dire, proprio non riesco a capire che meccaniche sfrutti una simile dipendenza...



Provo a cercare di farti capire:
La pornografia da internet può diventare una droga che crea una dipendenza terribile.
E’ una tragedia che riguarda milioni di persone nel mondo ed ha assunto ormai la caratteristica di problema sociale.
In Italia solo adesso si comincia a parlarne.

La dipendenza dalla pornografia non ha nulla a che vedere con la dipendenza dall’attività sessuale ed in nessun modo è una compensazione ad una carenza di questa attività.
La pornodipendenza è un tentativo di colmare un vuoto interiore. Una ricerca del mondo delle emozioni, che fino a quel momento ci eravamo negate. Un modo di staccarci dalla nostra realtà, troppo dolorosa. Un tentativo folle di crearci un mondo di emozioni che noi possiamo accettare e controllare completamente.
La pornodipendenza ha una caratteristica assolutamente orizzontale: uomini e donne, con partner e senza partner, giovanissimi e persone mature, credenti e non credenti, tutte le fasce economiche e sociali.

Il pornodipendente è solo nella sua disperazione, nella sua vergogna, nella sua mancanza di autostima. Si possono confessare tanti tipi di dipendenza (alcool, fumo, gioco d'azzardo, eroina, bulimia, chat, giochi di ruolo, eccesso di rapporti sessuali.
Ma non si può confessare ad un estraneo di trascorrere ore ed ore davanti al monitor a guardare foto e filmini pornografici. E dopo ore che stai davanti a quel monitor maledetto, con il tuo pene in tensione tra le mani, quando ti senti esausto, quando senti che stai per impazzire, per poter riuscire a fermarti l’unica soluzione è l’eiaculazione.

Ed hai il crollo verticale di quella assurda tensione. E ti dici che assolutamente quella è l’ultima volta, che ora hai capito, che da domani cambierà. E domani ricominci, esattamente nello stesso modo.

Nel mese di aprile scorso, in quanto pornodipendente e dietro forte stimolo del mio psicoterapeuta, ho fondato un gruppo di auto aiuto on line. A distanza di un anno il gruppo è attualmente formato da 585 iscritti ed ha ricevuto 3200 lettere.

Chi sono gli iscritti?
Persone che stavano per naufragare nella pornodipendenza. Siamo persone delicate, aggrappate ad un fragile equilibrio interiore. Siamo dei border line, siamo dei pellegrini in cerca della nostra terra promessa.
E la nostra terra promessa è ritrovare noi stessi, la stima per noi stessi, l'amore per noi stessi, l'affetto per noi stessi, la simpatia per noi stessi.

La dipendenza ci ha tolto tutto questo. Ci ha privato della nostra essenza. E noi stavamo per perderci totalmente. Il naufragio definitivo della nostra vita. E poi, poveri naufraghi nel mare tempestoso della nostra vita, abbiamo trovato il gruppo. La zattera a cui ci siamo aggrappati con tutte le nostre forze, con tutta la nostra disperazione. Ed ognuno di noi pensava di essere il solo naufrago di quell'immenso mare, e mano a mano abbiamo visto arrivare altri naufraghi ad aggrapparsi alla zattera.

Sempre di più. E più naufraghi si aggrappavano alla zattera, più questa diveniva forte e sicura. E ad un certo punto la zattera non solo galleggiava, ma cominciava vagamente a prendere una qualche direzione. Ed i nostri cuori trepidavano e tremavano per la paura che tutto finisse. Ed altri naufraghi arrivavano ed i vecchi confortavano i nuovi, appena arrivati, allo stremo delle forze. Ecco, la nostra zattera forse sta trovando faticosamente, disordinatamente una rotta salvifica.
Ora sappiamo che abbiamo la possibilità di salvarci. Sappiamo che tutto dipenderà da noi, dalla nostra volontà e capacità di amare e rispettare noi stessi .

Perché questo gruppo?
Per verificarci,
per parlare della nostra angoscia,
delle nostre piccole e grandi vittorie,
delle deprimenti scivolate,
dei nostri tentativi di capire perché ci troviamo in questa condizione,
dell'isolamento in cui si può sprofondare,
delle nostre crisi nei rapporti con i nostri partner,
dei nostri problemi di rendimento sul lavoro,
della perdita dei rapporti con gli amici,
del fascino maledetto di stare davanti a quel monitor a guardare migliaia di foto,
del mistero delle ore che passano e tu non te ne accorgi,
dell'inutilità e pericolosità di parlare della nostra malattia con chi non è dipendente (chiunque esso sia -genitore, fratello, partner, amico- non può capire la condizione in cui ci troviamo ed il rischio che corriamo è di essere guardati come mostri marziani),
del senso di frustrazione-mancanza di autostima-rabbia con noi stessi che ci prende quando agiamo da dipendenti,
dell'assurdo della nostra dipendenza,
del sentirci prendere nel gorgo e temere di non poterne uscire,
del non sentirci capaci di gestire la nostra vita,
della gioia e quasi esaltazione di quando per un periodo riesci ad uscire dal gorgo,
della profonda soddisfazione di quando la sera vai a dormire e guardi il computer con distacco e pensi che non è un pericolo per te,
del fatto che una persona dipendente dalle droghe tradizionali (alcool, eroina, tabacco ecc) in fondo non si vergogna di dirlo (ed in fondo gli altri -anche i non dipendenti- accettano, capiscono e commiserano queste dipendenze), ma nessuno di noi se la sente di parlare in pubblico della nostra malattia nel tentativo di farci comprendere e di farci commiserare.

In questo anno di attività per il gruppo sono successe parecchie cose importanti:
- abbiamo, oltre al gruppo, un sito:
www.noallapornodipendenza.it ;
- nel luglio scorso è uscito uno speciale di libero, che ha dato un primo momento di grande visibilità al gruppo
news2000.libero.it/speciali/sp78/pg1.html
- sono usciti vari articoli su giornali importanti;
- io sono stato intervistato in tre o quattro trasmissioni televisive,tra le quali la più interessante è stata Le iene (altro momento di grande visibilità)
mms://video.jumpy.it/iene/C_11_video_435_videoadsl.wmv
con adsl
mms://video.jumpy.it/iene/C_11_video_435_videomodem.wmv
con modem
- ormai si parla correntemente del problema e non ci sono le
reazioni violente del passato;
- al gruppo ora cominciano a scrivere i giovani (15-20 anni) e,
cosa che non ci saremmo aspettati, donne di pornodipendenti
che chiedono disperatamente aiuto per i loro uomini;
- ma la cosa che più mi interessa dirvi è che al gruppo cominciano ad arrivare lettere di "ex- pornodipendenti": un anno, sei mesi, quattro mesi di astinenza completa dalla pornografia. Io sono 4 mesi che mi siedo davanti al monitor solo per lavorare e per seguire il gruppo. Dopo 6 anni di inferno, giorno dopo giorno sto recuperando le mie energie migliori, la mia sessualità reale, la mia gioia di vivere, la mia capacità di assumermi delle responsabilità verso me stesso.

Questo è stato possibile grazie ad un anno di terapia con uno psicoterapeuta santo, il dottor Gianni Lanari, (santo perché mi ha salvato) ed al gruppo di auto aiuto, di cui sono il moderatore.

Se qualcuno è interessato a questa mia straordinaria esperienza, possiamo discuterne. Se qualcuno vuole saperne di più può andare su questo sito
www.noallapornodipendenza.it
dove può trovare anche l'indirizzo del gruppo.

A presto.

Vincenzo
All'inizio nel gruppo il mio nick name è stato marco, poi marcovp e poi finalmente il mio vero nome, Vincenzo Punzi.



noallapornodipendenza gruppo di auto aiuto on line



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Vincenzo Punzi
www.noallapornodipendenza.it
26/04/2004 14:00
 
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Ok adesso ho capito di cosa si tratta.
Grazie e complimenti per il tuo coraggio e la tua voglia di migliorarti.


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26/04/2004 15:24
 
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Non pensavo che questo problema affliggesse così tante persone...
Io non ho mai capito in che cosa consiste questo "vuoto interiore" che molta gente non sa come colmare e inconsapevolmente rimane vittima di variegate dipendenze. Vuoto interiore, é sempre colpa del vuoto interiore, ma che diamine significa?
Mi scuso per l'assoluta ignoranza in materia, ma sembra che tutto sia sempre riconducibile ad una lacuna di questo tipo..
26/04/2004 15:33
 
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Voglio dire che tutti abbiamo delle carenze, affettive, mancanza di autostima e quant'altro.. tutti cioé abbiamo dei "vuoti interiori" più di uno quindi...e allora, perché alcuni restano imbrigliati in queste dipendenze magari per anni ed altri invece riescono a condurre un'esistenza più o meno equilibrata senza cadere in queste trappole? Mi chiedo se a volte si dà colpa al vuoto interiore per mascherare semplicemente una vera propensione caratteriale verso quella dipendenza, che viene socialmente concepita come tale mentre in realtà si tratta di una scelta (magari a qualcuno piace semplicemente la sigaretta, oppure qualcun altro adora giocare d'azzardo)...
26/04/2004 16:40
 
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sono d'accordo con sette.


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Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
03/05/2004 16:01
 
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Re:

Scritto da: settedinove 26/04/2004 15.33
Voglio dire che tutti abbiamo delle carenze, affettive, mancanza di autostima e quant'altro.. tutti cioé abbiamo dei "vuoti interiori" più di uno quindi...e allora, perché alcuni restano imbrigliati in queste dipendenze magari per anni ed altri invece riescono a condurre un'esistenza più o meno equilibrata senza cadere in queste trappole? Mi chiedo se a volte si dà colpa al vuoto interiore per mascherare semplicemente una vera propensione caratteriale verso quella dipendenza, che viene socialmente concepita come tale mentre in realtà si tratta di una scelta (magari a qualcuno piace semplicemente la sigaretta, oppure qualcun altro adora giocare d'azzardo)...



E' esattamente una scelta. Invece di farmi di buchi di eroina, ubriacarmi di alcool, vanificare i miei soldi con il gioco d'azzardo, riempirmi fino a scoppiare e poi vomitare tutto e poi riempirmi di nuovo, invece di diventare psicotico ed anche pazzo. Invece di tutto questo noi abbiamo scelto l'uso compulsivo, e quindi dipendente, della pornografia.
Ci siamo scelti una dipendenza abbastanza raffinata, che non infastidisce il mondo esterno, che ci permette una perfetta doppia vita (almeno per un certo periodo, abbastanza lungo), senza che nessuno abbia sentore del nostro problema. E poi è una dipendenza moderna: prima del 1920/30 (cinema e fotografia) non esisteva nemeno il concetto della pornografia e prima dello sviluppo di internet (non più di 15 anni fà) non esisteva la "dipendenza" dalla pornografia.
Tu dici "magari a qualcuno piace semplicemente la sigaretta, oppure qualcun altro adora giocare d'azzardo". E' esatto: l'alcoolista adora l'alcool (gli piace il sapore e gli piace l'ebrezza); l'eroinomane adora l'eroina (gli piace la cerimonia e l'attimo sublime del buco e gli piace il viaggio che inizia immediatamente dopo); il giocatore compulsivo adora giocare d'azzardo (gli piace la decisione, presa in un attimo, di puntare tutto quello che ha su un numero, e l'emozione e la tensione spasmodica mentre la pallina gira; il pornodipendente adora la completa autonomia e non dipendenza da nessuno che lui ha nell'usare ed abusare della pornografia (gli piace avere emozioni che lui può controllare a suo piacimento, nella quantità e nella qualità.
Quello che non si riesce a ancora a capire è perché uno, per la sua dipendendenza, sceglie l'alcool, uno sceglie l'eroina, il cibo, il gioco d'azzardo, l'ultima arrivata la pornografia.

Quello che è strano della tua lettera è che nell'analisi che compi non tieni conto le varie dipendenze hanno delle conseguenze devastanti.

Vincenzo


---

Vincenzo Punzi
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04/05/2004 08:59
 
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Re: Re:

Scritto da: vincenzop 03/05/2004 16.01
Quello che non si riesce a ancora a capire è perché uno, per la sua dipendendenza, sceglie l'alcool, uno sceglie l'eroina, il cibo, il gioco d'azzardo, l'ultima arrivata la pornografia.



Questo è in effetti un aspetto da indagare.
Molte volte le persone si identificano con dei ruoli, assegnati spesso
dalle convenzioni sociali (figlio/a, padre/madre, marito/moglie,
lavoratore/trice)
e quando viene meno o comunque si indebolisce il loro ruolo entrano
in crisi, p.es. due casi tipici: la persona per la quale il lavoro è
tutto nella vita, e quando va in pensione entra in crisi, oppure
la donna che ha vissuto solo per i figli e quando questi se ne vanno
non sa che senso ha la sua vita, ecc.
In questi casi di "crisi di ruolo", che porta ad una profonda insoddisfazione,
forse si cercano altre fonti di appagamento, o anche solo per
anestetizzare l'angoscia che si sta provando e che non si sopporta.
A questo punto può essere che si manifesti l'atteggiamento compulsivo,
ciascuno secondo le sue propensioni già esistenti, esplicite o anche
sopite dall'attaccamento al ruolo precedente.


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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
04/05/2004 09:24
 
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Pur sapendo a priori quali possano essere le devastanti conseguenze del proprio comportamento, ci si incammina comunque nel tunnel della dipendenza. E' questo che non mi spiego: si sceglie comunque la droga, l'alcol il gioco e quant'altro con la consapevolezza che ci si sta annientando.
Non posso credere a quelli che dicono che non c'é vera consapevolezza, perché anche la prima volta che ci si reca al casinò ci si espone al rischio di una dipendenza, o no?
Il problema é che si sceglie comunque di percorrere quella strada, e non importa quali saranno le conseguenze, l'importante é lasciarsi andare....
Si tratta di debolezza, di fragilità caratteriale? Se queste persone si soffermassero solo per un attimo a riflettere sulle possibili conseguenze, soprattutto nei riguardi di coloro che asseriscono di amare, invece di concentrare l'attenzione soltanto verso se stessi, forse certe catastrofi si potrebbero evitare.
Il fatto é che alla base non c'é un atteggiamento umile: anziché chiedere subito aiuto a degli esperti, ed affrontare i problemi, é meglio "anestetizzarsi" e non fa niente se chi ti sta intorno conduce una vita d'inferno.
06/05/2004 10:11
 
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oh! lo hai detto! ti piace!
e basta allora


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Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
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Vittorio Alfieri, Il Misogallo
13/05/2004 23:35
 
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Re:

Scritto da: settedinove 04/05/2004 9.24
Il fatto é che alla base non c'é un atteggiamento umile: anziché chiedere subito aiuto a degli esperti, ed affrontare i problemi, é meglio "anestetizzarsi" e non fa niente se chi ti sta intorno conduce una vita d'inferno.



Mi chiedo però se davvero sia sempre mancanza di umiltà (e quindi la
persona potrebbe scegliere diversamente ma fa finta di nulla) oppure
si tratti, almeno certe volte, di una vera incapacità sostanziale.


---

Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.
14/05/2004 22:47
 
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E' proprio questo il punto, Magus.
Mi é difficile pensare ad un'incapacità sostanziale...
Potrei immaginare valida questa ipotesi soltanto nei confronti di chi vive in completa solitudine, senza affetti (parlo di amicizie, familiari) né legami sentimentali. Forse in questo caso, non ricevendo dall'esterno degli stimoli positivi, viene meno la forza e la "capacità" di reagire.
Ma spesso, persino chi é affetto da profonda depressione non perde questa volontà.
Ma la maggior parte delle persone questi stimoli positivi li ha eccome!
Dunque,per me fanno finta di niente...
15/05/2004 00:28
 
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...
...tutte palle! sono solo patologie che colpiscono chiunque ed in qualsiasi momento, indipendentemete da situazioni sociali, familiari o altro! E come patologie vanno trattate!
E' in maniera conclamata che si riprova che alla base ci siano "devianze" dal punto di vista cromosomico che creino una predisposizione alle dipendenze. Inutile attaccarsi a ragioni sociali che lasciano il tempo che trovano. Si sà, ormai che un supporto psicologico può essere di aiuto, e nel migliore dei casi anche da cura, come lo è d'altronde anche un aiuto farmacologico, con tutte le eventuali conseguenze del caso, dovute comunque solo ad un approccio con spesso benefici di inventario,ma il voler spiegare il tutto o il voler anche solo relegare la questione a fattori sociali, vorrebbe dire solo il bypassare il problema in termini "pratici" alla portata di tutti. E le cose non sono così semplici!
Da qui l'estrema e inconcludente sterilità di una discussione basata sulla ricerca della causa pilotata in tal senso!
Ma tutto ciò dovrebbe essere palese, nessuno d'altronde si pone il problema delle implicazioni sociali di un raffreddore, anche se comunque c'è chi, non avendo altro tempo da sprecare che in fantasiose elucubrazioni di somatizzazione, potrebbe anche avanzare ipotesi simili! "Ipotesi"...[SM=g27825]

[Modificato da Fenrir II 15/05/2004 0.42]

15/05/2004 09:16
 
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Re: ...

Scritto da: Fenrir II 15/05/2004 0.28
...tutte palle! sono solo patologie che colpiscono chiunque ed in qualsiasi momento, indipendentemete da situazioni sociali, familiari o altro! E come patologie vanno trattate!



Non esiste nessuna patologia psichica del tutto affrancata da situazione sociali e familiari...
Nessun psicoterapeuta affermerebbe ciò, pur ammettendo la possibilità che vi possa essere una certa predisposizione a livello cromosomico (tutta da dimostrare, comunque..)
In ogni caso, non é facile segnare un confine tra patologia e predisposizione caratteriale, quando il soggetto non mostra alcun interesse alla guarigione.
Pensa un po' anche i terapeuti riconoscono tali difficoltà, per te invece é tutto sempre così chiaro...
[SM=g27825]
15/05/2004 11:28
 
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patologia, problema sociale, famiglia non famiglia..gente le malattie vere sono altre!
Piantiamola di dare retta a questi dipendenti da questo o quello! e di usare i soldi delle nostre tasse per persone che i problemi se li cercano!
non se ne può più diamine! è più tutelato un qualsiasi tossico di un malato terminale!

La dipendenza inizia nel provare qualcosa che piace, lo ha detto pure lui no? e poi si continua! e al massimo un barlume di demenza involontaria subentra dopo, ma il problema ce lo provochiamo noi e basta non è una cellula impazzita che provoca il cancro!! se quella era ossessionata e comprava quaranta film porno al giorno aveva solo da non comprarsi quaranta film porno al giorno!
Vuoto interiore????? conosco tanti ragazzi della mia età che si fanno le pere, ed hanno iniziato semplicemente per provare e hanno continuato perchè gli è piaciuto! ed è la dinamica di una qualsiasi "dipendenza"! e nonostante l'intento di Vincenzop postando quella lettera fosse l'esatto opposto, non ha fatto altro che rafforzare questa evidenza!
E allora, i tossici andrebbero messi in galera, e i "pornodipendenti" non vanno aiutati, cosa di cui non hanno bisogno, il materiale pornografico va pesantemente tassato, così almeno servono a qualcosa, e con quei soldi si curano i malati veri!


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Sua maestà la Nazion Gallina si è compiaciuta di rubarmi tutti i mie' cavalli, e porvi su i suoi Brutti che formano la Masnada Parigina.
Già gli Austriaci, e' Prussiani, e la Czarina, se la fan sotto, a loro spese instrutti, come la Galla infanteria si butti
Feroce indietro, a destra ed a mancina.
Quai cavalli fien atti a seguitalli?
E i miei son velocissimi, per Dio; bench'io usassi all'innanzi ognor mandalli.
Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
15/05/2004 12:17
 
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In risposta a Momo
Ho capito il tuo discorso, ma allora secondo te da che cosa dipende
il fatto che uno voglia iniziare una condotta che, se protratta,
porta alla dipendenza, magari anche sapendolo?
Perchè piace una cosa che fa male? Forse perchè si ignora che faccia male?
Oppure perchè, secondo te?
Tu dici che uno se la cerca, ma da che cosa nasce questa decisione?
L'origine di una tale decisione è fisiologica o patologica?


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15/05/2004 14:22
 
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Semplicemente la testa vuota! non avere interessi, passioni, non vivere davvero la vita, stupidità a volte.. in molti casi è solo questo!
Non c'è niente di psicologico, patologico o che..

L'unica dipendenza che riesco a concepire come effettiva, è quella fisica, provocata quindi dalle droghe, ad esempio.. (questo non cambia di una virgola quello che ho detto prima comunque!)
Alcune di quelle che si chiamano comunemente "dipendenze" sono sottilmente diverse, ma nemmeno tanto sottilmente, dalla dipendenza vera!

Una definizione potrebbe essere:
"non poter fare a meno di una cosa", l'altra la vedo non come si può facilmente immaginare "non voler fare a meno di una cosa" coscientemente
ma bensì il non farne a meno stesso! vista così la dipendenza non è un acciacco esterno a noi, una malattia appunto, ma è semplicemente ciò che facciamo, e per non essere più dipendenti non ci resta che non farlo e basta! quindi in realtà non c'è "dipendenza" vera da qualcosa la pornodipendenza, secondo me è da guardare sotto quest'ottica.
Ed è un punto di vista che sorpassa le motivazioni o la psicologia, è un vizio come quello di bere troppo caffè perchè ci piace...l'""""inferno"""" inizia nel momento in cui ci si guarda e ops..forse sto esagerando[SM=g27820]


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Quai cavalli fien atti a seguitalli?
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Rubino i ladri, è il lor dovere; il mio è di schernirli; al Boja, l'impiccalli; il seppellirli, lascisi all'oblio.

Vittorio Alfieri, Il Misogallo
16/05/2004 11:10
 
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concordo pienamente con quello che dici, Momo [SM=g27822] non se ne può più..
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