Scritto da: Momo- 15/05/2004 14.22
Una definizione potrebbe essere:
"non poter fare a meno di una cosa", l'altra la vedo non come si può facilmente immaginare "non voler fare a meno di una cosa" coscientemente
ma bensì il non farne a meno stesso! vista così la dipendenza non è un acciacco esterno a noi, una malattia appunto, ma è semplicemente ciò che facciamo, e per non essere più dipendenti non ci resta che non farlo e basta!
Quindi il tuo discorso è: il "non poterne" fare a meno esiste solo
sul piano fisico, mentre sul piano psicologico dipende solo dalla
propria volontà. Basta dunque che uno non voglia e la cosa cessa:
se non cessa è perchè si vuole farla continuare.
Io sono d'accordo con queste affermazioni, però mi chiedo:
quando si dice "basta volerlo" in questi termini, si presuppone
che la volontà sia sempre libera e che dunque, se si continua a
volere una certa cosa negativa, ciò è dunque una colpa perchè
frutto di una scelta cosciente: ma questa presupposizione è appunto
un apriorismo, perchè se ammettessimo la possibilità che la nostra
volontà non sia sempre libera, tutto il discorso crollerebbe.
Non avrebbe più senso dire: basta non farlo! (che significherebbe
cioè: basta non volerlo fare).
Ecco il mio punto di vista è proprio questo: che molte volte la
nostra volontà non è affatto libera, vincolata da sottili meccanismi
interiori che ci auto-schiavizzano.
Che poi questa patologia dipenda da cause prime esterne a noi, come
la condizione sociale, e/o da cause interne, è un discorso successivo.
In sintesi su questo dunque vorrei il tuo parere (e quello di
altri ovviamente): la volontà è sempre libera?
[Modificato da MAGUS ALTAIR 16/05/2004 12.26]
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Che il Divino, comunque lo percepiamo, ci illumini.